OnePlus One, lo smartphone che potrebbe cambiare di nuovo le regole del gioco

Quad-core di ultima generazione, display da 5,5″ a risoluzione full HD, fotocamera da 13 Megapixel con registrazione 4K, NFC, LTE multibanda, Android quasi puro e altro ancora. La descrizione di un top di gamma, all’apparenza. In effetti le caratteristiche lo sono. E se questo dispositivo di fascia alta costasse appena 269 €? Sembrerebbe impossibile, nemmeno Google ha piazzato i suoi Nexus così in basso come prezzo. Eppure questo smartphone che abbiamo descritto esiste davvero. OnePlus One rischia di cambiare profondamente il settore come l’abbiamo sinora visto. Potrebbe essere un’esagerazione, a dirla così, ma le potenzialità ci sono.

oneplusone

Never settle. Mai accontentarsi. Questo è lo slogan della giovanissima azienda cinese, creatura di Pete Lau, ex-CEO di Oppo, altro nome ultimamente in crescita. Sin dall’inizio OnePlus ha aperto i suoi canali di comunicazione coi potenziali clienti, con l’obiettivo di creare il migliore smartphone sulla piazza, privo o quasi di compromessi. La gestazione, quantomeno nella sua parte pubblica, è stata piuttosto rapida, da dicembre 2013 ad oggi, presumibilmente attraverso una scelta molto mirata di componenti e partner, sia hardware (proprio la già citata Oppo) sia software (Cyanogenmod). Un’attesa breve ma crescente, soprattutto a fronte delle aggressive campagne pubblicitarie intraprese dal team nelle quali non hanno avuto alcun timore reverenziale nei confronti delle principali concorrenti, incluse Samsung e Apple. Un marketing forse non gradevole per tutti ma di certo ad alto impatto e con alte aspettative.

Il design è piuttosto pulito ed essenziale, lasciando ampio spazio al display IPS con Gorilla Glass 3 da 5,5″ 1080p (sotto al quale sono presenti tasti capacitivi per richiamare i tre principali pulsanti software di Android) e concedendo poco a scritte e tasti fisici. Costruito in magnesio, si attesta su 162 g di peso e uno spessore che varia tra i 4,6 mm degli estremi e gli 8,9 del punto centrale. Ben mimetizzato nell’estetica frontale il comparto audio, composto da altoparlanti stereo curati da JBL. La cover posteriore è personalizzabile, cambiando sia il colore che il materiale di cui è composta: le due principali varianti sono la bianca derivata da gusci di anacardo e la nera in denim. Saranno però disponibili pure altre combinazioni, con vari legni e in kevlar.

Passando ora al cuore di questo OnePlus One, troviamo il nuovo Qualcomm Snapdragon 801 quad-core da 2,5 GHz, con comparto grafico Adreno 330. Nei prossimi mesi sarà superato dalle versioni 805 e 810, in particolare quest’ultima che sarà il primo Snapdragon a 64-bit, ma rimarrà comunque una soluzione più che adeguata. La memoria RAM presente è generosa, ammontante a 3 GB, mentre quella di archiviazione è declinata nei tagli da 16 e 64 GB, purtroppo non espandibili. Fotocamera posteriore firmata da Sony, con un sensore da 13 Megapixel a 6 lenti con apertura f/2.0; la registrazione video arriva alla risoluzione 4K, mentre chi si diletta con lo slow-motion dovrà accontentarsi di 720p. Presente un flash a doppio LED, almeno apparentemente però non del tipo dual-tone in linea con iPhone 5s e HTC One M8. Per i selfie ci pensa invece la fotocamera anteriore da 5 Megapixel. La cattura audio, sia in registrazione filmati che in chiamata, è demandata a un set tre microfoni con cancellazione del rumore di fondo.

La connettività LTE è ben fornita a livello di bande, sebbene ne manchi una di quelle previste per l’Italia e più in generale l’Europa, ossia la 20 relativa agli 800 MHz. Ciò potrebbe aver ripercussioni soprattutto sulla ricezione fuori dai centri abitati e in misura potenzialmente maggiore per gli utenti Wind, dato che il gestore non si è aggiudicato lo spettro aggiuntivo nei 1800 MHz e, per quanto potrà sfruttare questa frequenza attraverso il cosiddetto refarming attingendo dallo spettro utilizzato oggi dal GSM, non si tratterà di una cosa in tempi brevi. Il duo 1800 + 2600 MHz sarà comunque essere più che sufficiente nelle aree densamente popolate. Completano il tutto Wi-Fi dual band 802.11ac, Bluetooth 4.1, GPS, NFC e il classico gruppo di sensori accelerometro/giroscopio/bussola/prossimità/luce ambientale. L’alimentazione è affidata a una batteria non rimovibile da 3100 mAh, sprovvista però di circuiteria per la ricarica wireless come nei più recenti dispositivi sia Android sia Windows Phone.

Avendo citato il robottino verde, è doverosa una breve menzione al software. Breve perché le modifiche al sistema operativo sono poche e non invasive. Si tratta di Cyanogenmod 11S, edizione ottimizzata per questo dispositivo della famosa variante di Android venuta alla ribalta attraverso le ROM non ufficiali per gli smartphone più diffusi. Sulla base di KitKat 4.4.2 il team indipendente ha aggiunto svariate modalità di personalizzazione dell’interfaccia e funzionalità come la crittografia per gli SMS. La certificazione Google Play assicura l’accesso a store e servizi dell’azienda di Mountain View, non rischiando di ritrovarsi privi di supporto come nel caso dei Kindle Fire di Amazon o della neonata gamma Nokia X.

OnePlus One sarà commercializzato a partire da metà maggio in alcuni paesi, Italia inclusa. Per quel che viene offerto i prezzi sono pressoché imbattibili dai diretti concorrenti: 269 € per la versione da 16 GB e 299 € per quella da 64. Presenti nella confezione solo il telefono e un cavo microUSB, molto spartana ma se si pensa come un caricabatterie adatto e auricolari Non si pensi però di trovarlo nei negozi o in vendita libera su Amazon. Si potrà infatti acquistare solo tramite inviti, con l’azienda che lancerà specifiche campagne promozionali per poterli ottenere. Chi ne otterrà uno e acquisterà un dispositivo potrà poi a sua volta invitare altri utenti. Per celebrare il lancio, intanto, è previsto per venerdì 25 aprile prossimo un contest in cui verranno messe in palio 100 unità tra coloro che avranno il coraggio di distruggere il loro attuale smartphone e forniranno prove documentate di ciò. Un’iniziativa curiosa e controversa, che del resto sembra far parte del marketing aggressivo di cui abbiamo già parlato più sopra.

Un autentico game changer? O troppo rumore per nulla? Le prove sul campo diranno se OnePlus One si rivelerà all’altezza, e saranno fondamentali anche per il discorso vendite. Lo schema a inviti rende difficile un successo di massa almeno nelle fasi iniziali; c’è di buono però che può ridurre al contempo i rischi di rapido esaurimento scorte causa domanda elevata. La creatura di Lau dovrà inoltre fare i conti con profitti risicati, vista la politica commerciale praticata. Nondimeno sarà importante valutarne il comportamento per quel che concerne garanzia e aggiornamenti software, aspetti indubbiamente da curare se si vuole tener fede alle elevate ambizioni mostrate. Potremmo trovarci davanti alla rivelazione dell’anno così come a un flop pazzesco. Da parte nostra, riteniamo che il team meriti un sincero augurio di buona fortuna, con la speranza di poter riparlare di OnePlus nel prossimo futuro.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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