Altro giro, altro evento. Abbiamo appena iniziato a “masticare” le novità dalla WWDC 2014 di inizio mese che è già tempo di un nuovo evento. Google I/O 2014, domani, ore 18 italiane. Larry Page avrà sicuramente tanto di cui parlarci, in particolar modo per quel che riguarda Android. Confidando in un keynote di spessore destinato a non deludere, proviamo a capire cosa ci si può aspettare nel corso delle due ore di svolgimento.

googleio2014

Android “L”

A novembre 2013 abbiamo avuto KitKat. Ora è il turno del prossimo dolce. Lollipop? Lemon Meringue Pie? La lista è lunga, ma questi due potrebbero essere tra i più gettonati. Si tratterà della 4.5 o della 5.0? In attesa di chiarire questa e altre domande, abbiamo perlomeno un quadro di alcune delle funzionalità previste attraverso AndroidPolice, che nel mondo Google si è dimostrato puntuale e affidabile in gran parte dei casi. Sul piano dell’interfaccia grafica, Quantum dovrebbe concentrare gli sforzi del designer Matias Duarte di permettere ad Android un nuovo salto in termini di stile e coerenza, andando a pareggiare iOS e Windows Phone finora superiori in cura dei dettagli. Quantum è rivolto non solo alle apps native, ma pure a quelle web e persino al sistema operativo mobile di Apple attraverso GoogleKit. Naturalmente, molto del lavoro dovrà essere fatto dagli sviluppatori di terze parti, e ciò richiederà tempo. L’obiettivo finale è comunque quello di ridurre il più possibile la distinzione tra nativo e web, con interventi su varie parti del sistema, incluso il task switcher. Meno probabile la sostituzione del pulsante Home con uno col logo Google, almeno per quello che fanno trasparire due screenshot trapelati su Reddit. Il sistema è ancora in sviluppo attivo, però, dunque bisognerà vedere il risultato finale.

Il risultato finale, appunto. E non è per nulla detto che lo vedremo domani. Sundar Pichai, nel suo profilo-intervista a Businessweek, ha fornito un indizio importante: al Google I/O vi sarà un’anteprima di Android “L”, ma il rilascio avverrà in autunno. Una strategia molto simile a quella di iOS, che dà tempo agli sviluppatori per ottimizzare al meglio i propri prodotti; lo stesso vale anche per gli OEM, che potrebbero avere dispositivi nati di fabbrica o aggiornati con la nuova versione sin dal lancio. A tal punto si potrebbe anche auspicare un Developer Program, limitato con buone probabilità a Nexus e telefoni/tablet Google Play Edition.

Non bisogna dare nulla per perduto, però. Bisogna ricordarsi di una delle armi più potenti di Android e soprattutto di Google: Play Services. È il suo modo per aggiornare il sistema operativo senza effettivamente rilasciarne una nuova versione vera e propria. Tra le nuove funzionalità previste si segnalano Nearby, basato su Wi-Fi e Bluetooth e per facilitare lo scambio di dati in base all’ambiente che ci circonda e al contesto; potrebbe agire sia come una sorta di AirDrop mirato, pensando a comunicazioni tra dispositivi privati, sia come iBeacons, con un occhio alle attività pubbliche. L’altro nuovo arrivo previsto è Play Fitness, un set composto da app dedicata e API al fine di contrastare l’accoppiata Health/HealthKit di iOS 8. Il fine è molto simile, ovvero la raccolta di dati riguardanti parametri vitali (battito, pressione, ecc.) e sforzi in allenamento (contapassi, calorie bruciate…). Si integrerebbe con soluzioni hardware e software di terze parti, con focus particolare ai prodotti basati su Android Wear, di cui parliamo proprio ora.

Android Wear

È ora di portare il robottino verde al polso. Dopo la presentazione a marzo, Android Wear si prepara al debutto commerciale, coi primi dispositivi già annunciati, ossia LG G Watch e Motorola Moto 360. Durante il keynote potrebbero essere chiarite date di rilascio, prezzi e disponibilità internazionale, insieme al parco applicazioni già ottimizzato al lancio e a servizi accessori come il sopraccitato Play Fitness. Non c’è molto altro da dire, trattandosi di una piattaforma già annunciata, rimangono appunto i chiarimenti finali e, perché no, una “one more thing” al di fuori del radar.

Android in TV e in casa

Google vuole piazzare il suo sistema dappertutto: Android TV è in fase di lancio, anzi, di rilancio se si considera lo scorso tentativo poco riuscito con Google TV. L’obiettivo non è solo di contenere eventuali sviluppi di Apple, ma anche e soprattutto di non lasciare tutta la torta a Samsung, che sulle Smart TV detta da anni ormai il ritmo. Rimarrà da vedere se la chiavetta Chromecast riuscirà a mantenere il suo ruolo di media streamer, oppure se rischierà la cannibalizzazione da prodotti simili basati proprio su Android TV che di certo non si limiterebbero alla trasmissione senza fili di contenuti da smartphone o tablet a televisore.

E se dal salotto ci si espandesse direttamente in tutta la casa? Il progetto Android@Home è già attivo da anni e l’acquisizione di Nest ha fornito un’ulteriore slancio. Dai termostati la controllata guidata da Tony Fadell, padre dell’iPod, si sta espandendo nelle videocamere di monitoraggio. C’è da scommetterci che questo sarà solo l’inizio, con numerosi prodotti in arrivo nel medio e lungo termine, ad espandere ulteriormente la presenza di Android.

Android in the Car

Non sarà facile vedere novità in merito rispetto a quanto visto a gennaio: la preparazione di un’automobile, che sia completamente nuova o un semplice restyling, è lunga. Esattamente come nel caso di Apple CarPlay, bisognerà attendere per molto tempo ancora. A livello grafico è già emersa qualche informazione, perlomeno considerando l’interfaccia stock; similmente è emersa la presenza di una modalità sempre in ascolto al fine di agevolare l’utilizzo con comandi vocali del sistema infotainment, collegato al telefono tramite Bluetooth. Ci si può aspettare perlopiù una nuova dimostrazione, che mostri gli eventuali sviluppi e sia propedeutico ad approfondimenti futuri in un evento dedicato o ai saloni dell’auto.

Android Silver e Nexus “Volantis”

Gli indizi sembrano puntare a poco hardware, al di là degli orologi. Android Silver, il progetto destinato a sostituire la gamma Nexus con dispositivi “stock”, aggiornamenti curati da Google e un supporto dedicato migliorando quanto visto coi prodotti Play Edition, non arriverà prima del prossimo anno. Nel frattempo, a tamponare dovrebbe pensarci “Volantis”, tablet da 9″ sviluppato da HTC e dotato di caratteristiche di fascia alta, tra cui un display da 8,9″ 2048×1440 (rapporto 4:3) e un System-on-Chip nVidia Tegra K1 a 64-bit. Con varianti a 16 e 32 GB, nonché Wi-Fi e LTE, si prospetta più candidato a fare da traino ad Android “L” in autunno.

Chrome e Chrome OS

Parallelamente ad Android, anche Chrome OS sta conoscendo un buon momento di crescita, col browser su cui si basa in costante miglioramento e una maggiore qualità delle web apps. Più attenzione a schermi touchscreen e una branca locale del progetto Quantum, Athena, aiuteranno ulteriormente il sistema operativo ibrido online/offline di Mountain View a crescere sia in funzionalità che in estetica. Detto ciò, la parte del leone alla conferenza non la farà Chrome OS. In futuro, chissà.

Si chiude qui questo excursus su quanto si potrebbe vedere domani sul palco del Moscone Center (ricorda qualcosa?). Tanta carne al fuoco, che si preannuncia dare una risposta a tono alle nuove offensive di Apple e avere conseguenze importanti soprattutto nel corso dei prossimi mesi. Non effettueremo liveblog, ma seguiremo con alto interesse l’evento e riporteremo prontamente tutte le novità presentate da Google. Appuntamento a fra meno di 24 ore, quindi.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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