Niente hardware alla WWDC 2014, contrariamente alle aspettative. Niente nuovi Mac, niente nuova Apple TV, niente iWatch. Incentrata solo sul software, a pieno titolo visto che è proprio il focus della conferenza annuale per gli sviluppatori. Per l’hardware si ritorna quindi nel puro campo dei potenziali “segnali dal futuro”. Uno arriva proprio da Intel, la quale ha avuto il suo daffare con Broadwell prima di ufficializzarlo per la commercializzazione negli ultimi mesi dell’anno. L’azienda di Santa Clara ha presentato oggi il Core M, che potrebbe essere un’anima gemella ideale per i prossimi MacBook Air.
Basato su Broadwell e sviluppato su un processo produttivo a 14 nm, il Core M viene definito il processore più efficiente sul piano dei consumi mai realizzato da Intel. L’obiettivo primario sono i convertibili, ovvero quei tablet che all’occorrenza possono essere collegati a una docking station con tastiera e trackpad per utilizzarli come se fossero normali portatili. Nessun compromesso per ciò che riguarda le prestazioni e soprattutto la possibilità di “rosicchiare” ancora qualche mm di spessore grazie all’eliminazione delle ventole, tanto odiate da Jobs ma rimaste necessarie sino ad oggi anche per gli Air.
Intel sta dimostrando innegabili capacità di recupero, dopo l’ascesa delle soluzioni ARM, tuttora in corso. Con un rapporto prestazioni/energia in costante miglioramento, le architetture alternative dovranno impegnarsi ancor di più al fine di non farsi riagguantare dal gigante. La palla passa ora ad Apple, che potrebbe decidere di dotare i probabili MacBook Air late 2014 dei Core M per raggiungere, in combinata con le migliorie di Yosemite, traguardi anche superiori alle 15 ore di uso continuativo con carichi operativi medi, oppure tentare la strada dell’A8 qualora lo ritenesse opportuno.