Apple Watch: la one more thing che non convince

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Sarò sincero, mentre inizio a scrivere questo articolo mi sento in difficoltà. La ragione di questo stato d’animo è semplice: è la prima volta da oltre 10 anni che non sono affascinato da un nuovo prodotto Apple. Capisco bene che questo non può essere considerato come un metro di valutazione dell’Apple Watch, ma ci tengo a precisarlo prima ancora di iniziare a parlarvene. Il fatto è che questo sito è diventato quello che è oggi in gran parte per merito della mia passione per i prodotti Apple, mentre ora mi trovo a presentarvene uno che non mi trasmette nulla. Il keynote è terminato da poco ed è il primo dopo la scomparsa di Steve Jobs in cui Tim Cook si è sentito “in grado” di utilizzare la famosa formula one more thing resa famosa dall’iCEO. Uso questo termine perché in effetti finora l’aveva sempre evitata, vuoi per rispetto, vuoi perché non c’era un prodotto rivoluzionario da presentare a sorpresa, mentre oggi evidentemente sentivano di poterlo fare, sentivano (o speravano) che Apple Watch avrebbe retto il carico della “one more thing”.

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Quattro giorni fa ho scritto un articolo dal titolo: l’iWatch è ormai in ritardo, potrà ancora fare la differenza? Quando si è iniziato a parlare di un orologio creato da Apple non esistevano ancora tutti gli smartwatch che ci sono ora e l’azienda sarebbe potuta arriva sul mercato con un vantaggio temporale, mentre oggi era obbligata a presentare qualcosa di veramente unico e rivoluzionario per avere un senso, esattamente come è successo per iPod, iPhone e iPad. Il fatto che sia riuscita in passato nell’impresa di stravolgere un mercato già esistente non offre però la garanzia di poterlo fare ancora, sopratutto perché, lo dico senza il rischio di cadere nella retorica, manca Jobs.

Alla presentazione dell’Apple Watch tutta la sala si è alzata in piedi ad applaudire e nel frattempo io pensavo: è davvero questo lo smartwatch che aspettavamo? Intendiamoci non voglio dire che sia brutto o che non sia funzionale, perché il primo è un fattore di gusto personale e per il secondo dovrei prima provarlo, ma di certo non è una rivoluzione. Se volessimo sintetizzarlo è un orologio con display LCD quadrato e misuratori biometrici, con possibilità di interfacciarsi con lo smartphone. Ma procediamo con ordine…

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Per prima cosa si chiama Apple Watch e non iWatch, così come il sistema di pagamento NFC si chiama Apple Pay, un po’ come la Apple TV in quanto a struttura del nome, differenziandosi da iPod, iPhone, iPad. Sarà disponibile in due diverse dimensioni, ovvero con cassa da 38mm o 42mm, che corrispondono presumibilmente a display di 1,3″ e 1,6″ (ma non ne abbiamo certezza perché non se ne è parlato nel keynote e non ci sono ancore le specifiche tecniche online). Apple comunque li chiama sempre Retina, quindi ci aspettiamo una densità di almeno 300dpi.

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Per ognuna delle due dimensioni sono disponibili tre diversi modelli: Apple Watch, Apple Watch Sport e Apple Watch Edition. Il primo ha la cassa di acciaio inossidabile, il secondo in alluminio anodizzato ed il terzo in oro 18 carati. Un’altra differenza è nella copertura: zaffiro per il base e l’Edition, mentre sarà di vetro ionizzato per quello sport, sempre per ridurre il peso insieme alla cassa in alluminio. Infine ci sono i cinturini, davvero moltissimi e di facile sostituzione con un meccanismo di sblocco a pulsante. Ci sono quelli di plastica e di metallo, molti dei quali hanno una innovativa chiusura calamitata.

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Per quanto riguarda il controllo si effettua sostanzialmente tramite lo schermo touchscreen e con la rotella posta sul lato destro che, a seconda delle schermate, consente di zoomare o di scorrere. Ci sono ovviamente le watchface per scegliere l’aspetto dell’orario, che può essere classico, digitale o mostrare anche delle immagini e le previsioni meteo. Queste saranno anche aperte agli sviluppatori, per cui se ne potranno avere una infinità. Sarà presente anche un app store dedicato, quindi questo prodotto non soffrirà come l’Apple TV la chiusura del suo ecosistema.

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Le icone della home sono mostrate con una particolare disposizione ad alveare, con al centro l’orologio. Con il dito si può effettuare una panoramica per centrare quella che si preferisce, che si può anche avvicinare (ovvero ingrandire) con l’ausilio della corona digitale. Altra caratteristica interessante è che l’orologio riconosce l’entità della pressione, per cui si potrà associare un dato comando allo sfioramento leggero ed uno per il tocco più pesante. In realtà non abbiamo visto come questa differenza possa essere realmente utile nella pratica, ma immaginiamo che consentirà di creare app maggiormente ricche di funzioni e con una interfaccia più pratica.

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L’Apple Watch si interfaccerà esclusivamente con gli iPhone, dal modello 5 in avanti, tramite Bluetooth. Le notifiche verranno visualizzate sullo schermo e si potrà anche rispondere ai messaggi con tre opzioni: o frasi predefinite o emoticon o dettatura vocale con Siri. Dagli esempi mostrati nel keynote abbiamo capito che si potrà dettare semplicemente i comandi a Siri così come faremmo con lo smartphone, anche per la guida stradale. Infatti mappe è una della app già precaricata e può mostrare le indicazioni stradali sul piccolo schermo usando il GPS dello smartphone (quanto possa essere utile è tutto da vedere).

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A muovere l’Apple Watch c’è il SoC Apple S1, mentre il Taptic Engine è un attuatore che restituisce delle sensazioni sulla pelle differenti per ogni tipo di interazione con lo smartwatch, così da risultare ancora più intuitivo da usare. Grazie ai sensori infrarossi e a LED calcola il battito cardiaco e salva le informazioni nell’app Salute sullo smartphone dotato di iOS 8. Con l’accellerometro integrato e l’ausilio degli altri sensori dello smartphone collegato, l’Apple Watch misura la nostra attività quotidiana, così come fanno le altre band disponibili sul mercato. Inoltre potrà essere utilizzato anche per i pagamenti contactless tramite NFC.

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Nulla è stato detto nel keynote per quanto riguarda l’autonomia della batteria integrata e questo è un nodo importante da sciogliere prima di valutare correttamente il prodotto. L’unica cosa certa è che si ricaricherà ad induzione con una sorta di MagSafe calamitato che si aggancia alla cassa.

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L’Apple Watch sarà disponibile dal 2015 con prezzi a partire da $349, per cui è certamente tra i più cari della sua categoria. Non c’è niente di veramente innovativo nel suo aspetto o nelle caratteristiche tecniche, per cui l’unico asso nella manica che può ancora giocare riguarda l’usabilità. Di solito Apple fa centro in questo ambito, ma ricordiamo che è il primo prodotto pensato da zero senza la vision di Jobs e onestamente il timore che questa assenza possa essere determinante c’è ed appare fondato. L’impressione che Apple abbia fatto solo “uno dei tanti smartwatch” è forte, speriamo che le prime prove sul campo svelino un prodotto più interessante di quello che sembra.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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