La questione sul cartello sul prezzo degli ebook, che, secondo un’associazione dei consumatori e 33 Stati americani vedeva Apple parte di un gruppo di interesse costituito assieme ad altre case editrici per fissare prezzi alti per i libri digitali in danno di Amazon, e che si concluderà in base all’accordo siglato da Apple con le controparti, per il quale, in caso di condanna, dovrà “solo” 450 milioni di dollari a titolo di risarcimento danni (di cui 50 agli Stati e 400 da suddividersi per tutti i consumatori), sembra avere un ulteriore sviluppo: un azionista di Cupertino, tale Destiny Crane, ha citato in giudizio Tim Cook e altri membri del consiglio di amministrazione di Apple per il danno arrecato all’immagine dell’azienda.
Questa azione, chiamata dal diritto americano “derivative suit”, è ad esclusivo appannaggio degli azionisti che possono citare in giudizio uno o più membri del board di un’azienda qualora sostengano che possa esserci stata una mala gestio della stessa: Crane, infatti, sostiene che l’incidente sugli ebook costituisce un grave pregiudizio per Apple.
Di solito questo tipo di azione è spesso sfruttata dagli studi legali al fine di avviare trattative di bonario componimento e, quindi, ottenere per il proprio cliente una somma di denaro al fine di rinunciare al prosieguo dell’azione. Del resto, sarebbe difficile dimostrare in che misura l’aver partecipato al cartello degli ebook possa generare un così ampio danno all’immagine di un’azienda che, giorno dopo giorno, sotto la guida di Tim Cook e degli altri membri del board, diventa sempre più forte e non accenna a diminuire la sua crescita.
Per gli amanti delle dispute legali oltreoceano, ecco la scansione dell’atto di citazione iscritto al ruolo della Corte della California.