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Puntuale, come da programma, oggi mi è stato consegnato il nuovo iPad Air 2. L’anno scorso l’Air 1 e il mini Retina avevano praticamente lo stesso hardware, così ho preferito scegliere il più piccolo come tablet principale, in virtù di peso e dimensioni ridotte. Quest’anno Apple ha deciso di privilegiare la versione da 9,7″, adoperando hardware molto più performante, per cui ho seguito questo trend ed ho scelto un iPad Air 2 da 64GB Wi-Fi + 4G. Vi anticipo che non farò la recensione del mini 3, in quanto è identico al 2 con il più il Touch ID, quindi non ci sarebbe niente di importante da dire rispetto la recensione dell’anno scorso. Tornando a parlare dell’Air 2 abbiamo uno spessore di 6,1mm, contro i 7,5 del primo iPad: una differenza che si nota sia visivamente che in mano (qui le ombre confondono, nel video è più evidente).

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I tasti del volume sono ora inseriti in un’area leggermente incassata, come su iPhone 6 e 6 Plus, e sparisce il selettore utilizzabile per il blocco rotazione o il mute. Si tratta di un sacrificio legato al ridotto spessore, ma che in molti non hanno gradito. Ad ogni modo il Centro di Controllo è stato modificato per ospitare gli accessi diretti ad entrambe le funzioni.

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Il peso dell’Air 2 è diminuito di 30grammi rispetto alla versione precedente, ovviamente a parità di modello. In mano la differenza non è così evidente, ma complice lo spessore così ridotto si tiene più comodamente con una mano sola. Il display è ora fuso con il vetro, portando le immagini ancora più vicine alle dita, e dispone di un nuovo rivestimento antiriflesso. Parlando di hardware la fotocamera è stata migliorata, passando da 5MP ad 8MP e guadagnando nuove funzioni quali lo scatto in sequenza e la moviola a 120fps.

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Migliorato anche il Wi-Fi, che passa dallo standard 802.11n a quello 802.11ac (ormai presente in tutti i prodotti Apple) ed offre prestazioni fino a 3 volte superiori. Come su iPhone 6 e 6 Plus è presente un Barometro, probabilmente non utilissimo ma che sarà sicuramente sfruttato dalle app di terze parti per offrire indicazioni in merito la pressione atmosferica. Alla base notiamo una leggera differenza per i fori dell’altoparlante, che ora sono più grandi e disposti su una sola fila (anche questa caratteristica è ereditata dal design degli iPhone 6).

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Il teardown di iFixit ha evidenziato la presenza di 2GB di RAM, a differenza dell’Air che ne possedeva uno solo. Il SoC è un Apple A8X, mentre nel precedente c’era l’A7. C’è quindi un doppio cambiamento, non soltanto nella generazione ma anche nella presenza di una versione con GPU migliorata, caratteristica tipicamente indicata dalla presenza della X. Per la verità questa volta Apple ha fatto di più, perché ha cambiato anche la CPU rispetto l’A8 base, essendo l’A8X tri-core e non dual-core. Per finire abbiamo la presenza del Touch ID, una delle più importanti caratteristiche degli iPad 2014.

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Grazie al sensore di impronte digitali potremo sbloccare rapidamente il tablet, ma questo dispositivo di sicurezza è stato aperto agli sviluppatori con iOS 8 ed ora viene sfruttato anche da moltissime app di terze parti per l’autenticazione e l’accesso ad aree e contenuti riservati. Di seguito un video di unboxing con le prime impressioni:

L’iPad Air 2 sembra un upgrade importante sotto il profilo hardware anche rispetto al precedente modello, ma forse non sufficiente a giustificare il passaggio dall’uno all’altro. Per le versioni pre-Air, ovvero tutti gli iPad dall’uno al quattro, il salto è davvero epocale, sia nella struttura che nei contenuti. Il prezzo parte da 499€ per la versione Wi-Fi da 16GB, per poi passare a 599€ per il taglio da 64GB e 699€ per il 128GB. A tutti i modelli bisogna aggiungere 120€ per la versione con il 4G. Nei prossimi giorni lo metteremo sotto torchio così da pubblicare prima possibile la nostra recensione.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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