Il mercato dei set top box non è mai decollato a dovere: Apple TV continua a rimanere solo un hobby per gli ingegneri di Cupertino (io stesso sono fermo al secondo modello), Google Chromecast ha guadagnato recentemente nuove funzionalità per portarla al livello della rivale, mentre Roku, che ha da poco lanciato il suo Stick, fornisce essenzialmente contenuti video come film e serie tv, ma non punta ad altre feature come le due concorrenti.
Peraltro, mentre in Europa solo da pochi Paesi è possibile usufruire di un’offerta streaming completa di film e serie tv, a causa dei soliti problemi di diritti di distribuzione e diritti di doppiaggio, in USA quasi tutti gli operatori possono fornire, con formule diverse, i contenuti al proprio pubblico.
Il mercato statunitense ha premiato Roku che, come Netflix (che invece è presente su più piattaforme e, quindi, non rientra nella classifica), fornisce il proprio catalogo grazie alla sottoscrizione di un abbonamento mensile, ma, a seguire, la seconda piattaforma più venduta nel 2014 è la Chromecast di Google che, per la prima volta, si piazza davanti alle concorrenti e, soprattutto, ad Apple TV.
Come accennavo, non è stato mai un mistero che per Apple il set top box sia solo un hobby: un hardware ormai vecchio (un processore A5 single core e 8 gb di memoria interna), funzionalità limitatissime (l’unica funzionalità extra interessante è la duplicazione dello schermo del Mac via wifi) e un modello di vendita dei contenuti superato dalle formule streaming flat, stanno penalizzando Apple proprio nel mercato che l’ha fatta risorgere dalle ceneri. Se non si corre subito ai ripari, magari grazie al supporto degli ingegneri di Beats che potrebbero rilanciare i servizi in streaming di Cupertino, un App Store dedicato e anche ad un netto cambio di rotta hardware tale da poter rivaleggiare con le console casalinghe, Apple TV rischia di diventare uno dei più grandi flop della nuova era della casa della mela.