Recensione: Samsung Galaxy Note 4, il phablet per eccellenza

note4-front-on

Dopo la recensione del Sony Z3 Compact avevo in programma quella di LG G3, ma purtroppo il terminale ricevuto in prova non legge nessuna SIM e quindi ho dato priorità al Galaxy Note 4. Siamo nel regno dei phablet, nella casata che praticamente ha inventato questa categoria, a metà tra smartphone e tablet, e nella dinastia che più di tutte le altre la rappresenta. In un mercato in cui la concorrenza viaggia a vele spiegate e spesso si ricorre alla copia delle caratteristiche più interessanti dei device concorrenti, Samsung continua ad essere l’unica con un phablet dotato di pennino e funzionalità ottimizzate per sfruttarlo. “Who wants a Stylus?” disse Steve Jobs presentando il l’iPhone nel 2007 ed effettivamente nessuno rimpiange la vecchia tecnologia presente nei terminali Windows Mobile di allora. Tuttavia già dal primo Note è stato chiaro che Samsung avesse fatto centro nell’identificare un mercato inesplorato e il suo pennino, realizzato in collaborazione con Wacom, è tutta un’altra cosa. Quest’anno è stato presentato il quarto modello della serie Note, il quale dispone di hardware all’ultimo grido sotto ogni aspetto.

Caratteristiche principali

La prima cosa che si nota guardandolo è l’ampio display da ben 5,7″ con risoluzione QHD. Parlando di ciò che non si vede abbiamo un processore Snapdragon 805 quad-core da 2,7GHz con GPU Adreno 420 e ben 3GB di memoria RAM. Lo spazio di archiviazione è di 32GB, sempre espandibili tramite memoria microSD. Il Note 4 supporta le reti 3G/4G, possiede Wi-Fi a/b/g/n/ac Dual Band, Bluetooth 4.1 LE, GPS+GLONASS e porta infrarossi per essere usato come telecomando universale. La fotocamera principale è da 16MP con stabilizzazione ottica dell’immagine e flash dual LED, ed è capace di registrare video in formato 4K. Quella frontale ha invece 3,7MP con video 1440p. Molto ricca la sezione salute (S Health) che oltre a sfruttare i sensori tradizionali per contare i passi, può disporre di un sensore per il battito cardiaco ed un saturimetro. Il sistema operativo è Android 4.4.4 KitKat, ma è già previsto un aggiornamento a Lollipop, che potrebbe arrivare tra dicembre 2014 e gennaio 2015.

note4-front-off

Design ed ergonomia

Dal punto di vista del design non ci sono variazioni particolarmente evidenti rispetto i precedenti Note, ma fortunatamente è migliorata la qualità costruttiva e l’estetica. In particolare è stata inserita una cornice più pregiata, in alluminio, simile a quella del Galaxy Alpha, anche se in questo caso è verniciata del colore del terminale. Tra la cornice e il display c’è un bordino sottile di colore metallico che appare piuttosto delicato, per questo motivo ho preferito utilizzarlo sempre con una custodia protettiva. La parte frontale è bianco lucido, ma in controluce si nota un leggero pattern a righe orizzontali molto sottili.

note4-key-onoff

Il retro è stato reso più semplice rispetto quello del Note 3, che aveva una finta cucitura lungo il bordo. Rimane però la texture simil-pelle che lo caratterizza e che offre un ottimo grip. Qui si notano anche la fotamera, i vari sensori e, in basso, il foro per l’altoparlante.

note4-back

La back cover è in plastica leggera, ma si aggancia bene al terminale restituendo un senso di solidità che non avevo riscontrato nei precedenti Note. In sostanza non si avvertono scricchiolii e cedimenti, anche dopo averla aperta e chiusa numerose volte. All’interno c’è l’ampio alloggiamento per la batteria removibile, lo slot per la micro SD e quello per la SIM in formato micro.

note4-back-open

Le dimensioni sono di 153.5 x 78.6 x 8.5 mm, che sono contenute considerando il display da 5,7″. Infatti è un po’ meno alto dell’iPhone 6 Plus che ha schermo da 5,5″, mentre la larghezza è sostanzialmente analoga. Le cornici sono ancora più ridotte su LG G3 (anch’esso con schermo da 5,5″), ma in quel caso non ci sono tasti fisici, mentre il Note 4 ha il sensore dell’impronta e due tasti frontali a sfioramento.

note4-comparison-ip6-g3

Lo spessore di 8,5mm non lo classifica come il device più sottile del mercato, però appare abbastanza snello, complice anche la grande superficie. C’è da dire che mettendoli in piano la differenza rispetto i 7,1mm dell’iPhone 6 Plus è davvero molto evidente, colpa anche della fotocamera che è più sporgente nel Note 4 e lo solleva dalla scrivania.

note4-ip6-spessore

Il peso di 176 grammi è quello che ti aspetti, non così leggero da sembrare vuoto e neanche troppo pesante da dar fastidio. In mano si impugna bene e le cornici squadrate si combinano perfettamente con la superficie leggermente curva del dorso, offrendo una presa molto stabile. È indubbiamente grande e non ci si può sognare di utilizzarlo con una mano, ma una volta preso coscienza di ciò si nota un’ergonomia sostanzialmente ben congegnata. In particolare non si ha sensazione che sfugga tra le dita, anzi rimane ben saldo in mano e il peso sembra ben distribuito.

note4-hand

Tasti, porte e connessioni

Abbiamo già visto i vani per micro SIM e micro SD dietro la back cover, mentre la porta micro USB in standard 2.0 è posta in basso. Il Note 3 aveva la USB 3.0, ma onestamente trovo più pratico utilizzare quella che è ormai la porta standard per gli smartphone (non Apple), così possiamo adoperare tutti i cavi già in nostro possesso. C’è una differenza di velocità nello scambio dati, ma ormai la maggior parte dei trasferimenti avviene tramite wireless. Qui si notano anche due microfoni per la riduzione del rumore ambientale (ce n’è un terzo in cima) e l’alloggiamento della S Pen sulla destra.

note4-bottom

In cima troviamo invece la porta infrarossi sulla sinistra, poi il terzo microfono e infine l’uscita audio per il jack da 3,5mm. In dotazione ci sono degli auricolari in-ear di qualità media che hanno anche il controller per volume e play/pausa.

note4-top

Il bilanciere per il volume si trova a sinistra, nella zona alta, piuttosto sottile ma abbastanza facile da localizzare e azionare. Dalla foto seguente si nota come la cornice del terminale vada ad ingrossarsi verso gli angoli, anche questa una caratteristica ereditata dal design del Galaxy Alpha. Al tatto si nota molto poco, anche perché il pollice non arriva quasi mai così in alto, quindi direi che è più un vezzo estetico che una scelta progettuale.

note4-volume-rocker

Dall’altro lato si trova invece il pulsante di accensione, posto dove è più naturale trovarlo con l’indice della mano sinistra o il pollice della destra (mentre nell’iPhone 6 Plus è un tantino troppo in alto). Frontalmente notiamo i due sensori di luminosità e prossimità e più sulla destra la fotocamera frontale. Anche se non si nota nella seguente immagine, all’estremità sinistra c’è anche un LED di notifica che emerge al di sotto della scocca.

note4-key-onoff-2

Per completare la panoramica andiamo a vedere i tasti frontali. Al centro si trova il pulsante home con sensore di impronte digitali integrato, mentre ai lati ci sono i due pulsanti indietro e task manager a sfioramento. Per quanto riguarda questi ultimi due non ho mai apprezzato il fatto che Samsung li inverta rispetto ad Android Stock e non mi piace neanche che non si vedano quando non retroilluminati (infatti attivo la retroilluminazione continua nel menu di impostazioni), ma si tratta probabilmente di una questione di abitudine e gusti: chi ha sempre usato Samsung penserà sicuramente che l’indietro debba stare lì.

note4-front-key

Sul sensore di impronte digitali va fatta qualche precisazione. Come strumento in sé lo trovo eccellente, perché unisce un livello di sicurezza abbastanza elevato (quello della password) con la possibilità di sbloccare rapidamente il dispositivo. Infatti possiamo sempre inserire la password se non vogliamo strisciare il dito, ma ovviamente con l’impronta si fa prima. Chi ha mai usato un iPhone 5s o 6 conosce bene questo tipo di accesso, che in casa Apple si chiama Touch ID, ma sui dispositivi Samsung finora visti si comporta decisamente peggio. Il problema principale è che non basta poggiare il dito ma è necessario trascinarlo da sopra a sotto. Può sembrare una piccola differenza, ma questa operazione rende molto più difficile lo sblocco rapido del dispositivo con una mano. Ci si può riuscire, ma non è semplice come su iPhone 6 Plus dove basta poggiare il dito. Inoltre l’efficacia del riconoscimento è percentualmente inferiore rispetto al Touch ID perché bisogna trascinare il dito perfettamente al centro del pulsante facendolo aderire bene, altrimenti si incorre in un messaggio di errore (che vedete di seguito). In sostanza non è un dispositivo che si usa sovra pensiero e naturalmente, richiede sempre un po’ di attenzione e preferibilmente una presa a due mani. Durante tutto il periodo di prova ho utilizzato sempre lo sblocco con l’impronta per prendere dimestichezza, ma anche quando si sa bene cosa fare non ci si riesce sempre ed è sicuramente meno rapido rispetto al Touch ID. Onestamente se Samsung crede davvero in questo sistema mi auguro che in futuro prenda più ad esempio la soluzione di Apple, la quale risulta più comoda, veloce e precisa. Inoltre si possono memorizzare solo 3 dita, cosa che ritengo scomoda perché sono abituato a memorizzare i due pollici e i due indici, e qui non è possibile.

note4-sensor

L’impronta può essere usata anche in altre app, come PayPal, in sostituzione della password. Tuttavia anche se questo sistema è aperto da molto tempo rispetto il Touch ID di Apple (che prima di iOS 8 non poteva essere usato da terze parti) ad oggi è implementato in pochissime app. Il problema in questo caso è sempre la solita frammentazione, dal momento che si tratta di un dispositivo non presente nativamente in Android ed implementato solo da alcuni produttori (per giunta in modo diverso).

Display

Lo schermo del Galaxy Note 4 è un meraviglioso Super AMOLED da 5,7″. Una diagonale del genere, che corrisponde a 14,48 cm, offre una visuale davvero ampia di qualsiasi tipo di contenuto. Non solo i siti internet o le email, che con il reflow del testo si leggono comodamente anche su display più piccoli, ma anche le riviste e i libri in PDF, dove le pagine hanno un layout standard. Certo non si riesce a leggere un carattere molto piccolo senza zoom, ma la qualità è davvero eccellente e le dimensioni particolarmente generose. Ad oggi è il terminale con display più grande che io abbia mai usato e restituisce un certo effetto wow. Lo dico qui, anche se riguarda il software, è un peccato che la griglia delle app nella home screen consenta di posizionare solo 4 file e 4 colonne oltre ai collegamenti rapidi in basso, visto lo schermo si sarebbe potuto osare di più, consentendo anche maggiore libertà di organizzazione dei widget. La risoluzione è QHD, ovvero 2560 x 1440 pixel, con una impressionante densità di 515ppi. Se vi state chiedendo se serva o meno tutta questa risoluzione, io, personalmente, credo di no. Intendiamoci, come tutti preferisco il “più” al “meno” quando si tratta di tecnologia ed è indubbio che nel futuro avremo pannelli con densità sempre maggiore, tuttavia non sono riuscito a trovare differenze percepibili ad occhio nudo neanche con lo schermo dell’iPhone 6 che ha “solo” 326ppi. Oltre una certa risoluzione è quasi impossibile vedere i singoli pixel alla normale distanza di visione e i testi che sono troppo piccoli, anche se virtualmente distinguibili sul Note 4, non ti metteresti certo a sforzarti di leggerli attaccando la faccia al display. Esiste lo zoom in questi casi ed è ciò a cui istintivamente ricorriamo per avere il testo ad una dimensione che sia comodamente leggibile. Ho voluto eseguire un confronto in macro tra lo schermo del Note 4 e quello dell’iPhone 6 Plus, che è FullHD con 401ppi. Il display dal Samsung ha colori più saturi e contrasti più marcati, ma se si vanno a cercare i pixel si deve avere una foto macro per notare qualche differenza. Con una visione normale, anche avendo 10/10, ciò che è virtualmente leggibile sull’uno lo è anche sull’altro (cliccate sull’immagine per ingrandirla ulteriormente).

note4-dpi

Ho sentito di dover fare queste precisazioni per far capire che nella vita di tutti i giorni QHD o FHD non avrebbe fatto poi una grande differenza, ma detto questo non c’è dubbio che il display del Note 4 è quello che in gergo si dice “tanta roba”. Oltre ad una definizione incredibile ha anche un’ottima luminosità, che raggiunge quasi quella dell’iPhone 6 Plus (di seguito li vedete entrambi al massimo). Certo la resa del bianco (e dei colori più chiari) non è bella squillante come sul pannello IPS full laminated usato da Apple, ma per un Super AMOLED è davvero un ottimo risultato e il nero è proprio nero grazie alla possibilità di portare la luminosità a zero su ogni singolo pixel.

note4-max-luminosity-ip6

La luminosità automatica funziona molto bene e lo schermo è perfettamente visibile anche con forte luce solare diretta. Dal centro di notifica la si può impostare rapidamente, perché è sempre visibile il selettore, e quando si attiva l’auto si può definire una variazione che va da -5 a +5. Inoltre, come da tradizione Samsung, si può modificare la resa del display. Con la posizione “schermo regolabile” (che è quella usata nei test) il dispositivo sceglie il bilanciamento ottimale in base all’app utilizzata (anche se funziona solo con quelle di sistema), mentre “Cinema AMOLED” è più vivida, “Foto AMOLED” ha un bianco più caldo ma una saturazione sempre sostenuta e “Di base” è la più neutra del gruppo (nonché quella che preferisco).

note4-display

Audio

Aver posizionato lo speaker sul retro è una scelta decisamente discutibile, specie perché nel Note 3 era stato messo in basso ed avevo immaginato che Samsung avesse capito qual era la strada migliore da seguire. In tutti i casi c’è un leggero rialzo tra le due grigliette che consente di non fare offuscare completamente il suono quando poggiamo lo smartphone sul dorso. In effetti questo espediente funziona discretamente bene sulle superfici rigide, come una scrivania, mentre è inutile su quelle morbide, come un divano o il letto.

note4-speaker

Per quanto riguarda il volume dell’altoparlante sono rimasto colpito positivamente, perché è molto alto, persino più di quello dell’iPhone 6 Plus (anche se di poco). Tuttavia la qualità è leggermente inferiore, perché si avvertono meno i bassi e c’è una prevalenza dei toni più alti che a massimo volume stridono un po’. Complessivamente è comunque molto buono, sicuramente sopra la media dei terminali Android che ho provato. L’audio in capsula è eccellente e anche il vivavoce è usabile. Per continuare il confronto con l’iPhone 6 Plus, il vivavoce ha un volume leggermente inferiore, ma sullo smartphone Apple il nostro interlocutore ci sente peggio, sintomo che i tre microfoni del Note 4 effettivamente raggiungono bene lo scopo. In dotazione c’è l’app Lettore musicale, che è abbastanza scarna e semplice ma funziona bene. Supporta playlist, ricerche per brani, album, artisti, cartelle ed anche da altri dispositivi Samsung o server DLNA. Inoltre ha una simpatica funzione “Music square” che consente di avviare casualmente musica dall’archivio in base al nostro umore.

note4-camera

Foto e Videocamera

La fotocamera principale del Note 4 è basata su un sensore CMOS BSI (retroilluminato) da 1/2,6″ con 16MP di risoluzione in 16:9, obiettivo con apertura f/2,2 e stabilizzazione ottica. L’avvio dell’app fotocamera è rapido e c’è anche una scorciatoia nella lock screen per lanciarla immediatamente. La messa a fuoco è abbastanza veloce, non la migliore mai provata, ma non fa attendere troppo. E se non identifica da sola il punto giusto si può sempre sceglierlo con un tap sul display.

foto-1

La schermata principale è semplice e chiara: a destra c’è un pulsante per la foto, uno separato per il video ed un’icona “modo” che consente di cambiare il metodo di scatto. Di base è su auto, ma si può scegliere autoscatto automatico, messa a fuoco selettiva, panorama o scaricare nuove scene da un apposito store di Samsung (che al momento comprende solo: sport shots, animated photo, sequence shot, surround shot, sound & shot, food shot).

foto-2

Sulla sinistra, tenendolo in orizzontale, abbiamo in alto l’icona che consente di passare alla fotocamera frontale, poi quella dell’HDR (che su ON entra in gioco automaticamente) e infine le impostazioni più in basso. Queste consentono di cambiare velocemente la risoluzione della fotocamera, applicare effetti istantenei (ma deve essere disattivato l’HDR), impostare l’autoscatto o attivare/disattivare il flash LED (che è di tipo dual tone per una resa ottimale).

foto-3

In cima si trova un’icona con tre puntini che consente di accedere al resto delle impostazioni. Nella prima fila trovano posto la compensazione di esposizione, l’ISO, il bilanciamento del bianco e il metering. Questi si possono modificare se abbiamo l’HDR su off, altrimenti possiamo cambiare solo il bilanciamento del bianco. Più in basso si trovano altre impostazioni, come la qualità video (fino ad un massimo di 4K), la modalità di registrazione filmato (anche al rallentatore), il geotag, la posizione di registrazione, la visualizzazione di una griglia, il controllo vocale (che scatta una foto dicendo “sorriso”, “scatta”, “cattura” o “cheese” oppure un video dicendo “registra”), il funzionamento del tasto volume (che può scattare foto, registrare video o eseguire lo zoom digitale), la visualizzazione automatica delle foto subito dopo lo scatto e il ripristino delle impostazioni iniziali. Da segnalare che queste icone possono essere spostate con un semplice drag&drop nella zona centrale sinistra, dove si trova già l’HDR, aumentando così la quantità di impostazioni visibili nella schermata di base. Se notate qui sopra ho aggiunto la dimensione del video come scelta rapida (utile perché non sempre serve il 4K).

Parliamo ora di qualità d’immagine, iniziando col dire che mi è piaciuta molto la resa cromatica: calda e con colori vibranti. Forse c’è un po’ troppa saturazione in alcuni casi, ma per uno smartphone non lo trovo un difetto perché ci si trova con delle foto che appaiono già un minimo elaborate e con un aspetto convincente.

note4-photo-details

Probabilmente la risoluzione di 16MP è un po’ esagerata in relazione alla dimensione del sensore, ma guardando le immagini al 100% si nota che ci sono abbastanza informazioni da consentire anche stampe di ampio formato senza troppi rimpianti. Inoltre la differenza in termini di dettaglio rispetto gli 8MP dell’iPhone 6 Plus è davvero evidente, quindi tutto sommato Samsung ha scelto una risoluzione che, almeno di giorno, viene sfruttata ottimamente.

note4-photo-details-ip6

Sono abbastanza buone anche le foto in macro. Ci si può avvicinare molto ai soggetti e il livello di dettaglio è apprezzabile. Al 100% si notano gli artefatti della compressione JPG, ma complessivamente i risultati sono sopra la media per uno smartphone.

note4-photo-macro

Ho apprezzato molto il modo HDR, che consente di scattare in controluce mantenendo un’ottima visibilità del soggetto in primo piano. Inoltre l’obiettivo soffre pochissimo di flare ed anche scattando con il sole frontalmente si riesce a portare a casa una foto leggibilissima. Forse l’effetto HDR in questi casi è un po’ esagerato, ma è una possibilità in più che fa piacere e funziona bene.

note4-photo-controluce

L’unico ambito che non mi ha convinto al 100% di questa fotocamera è la resa ad alti ISO. Purtroppo con tanti megapixel su un sensore relativamente piccolo è difficile riuscire a gestire ottimamente la luce e il rumore ad 800 ISO (che poi è la sensibilità massima) è molto pronunciato, deteriorando notevolmente le immagini. Tuttavia stiamo sempre parlando di uno smartphone, per cui non ci si può lamentare troppo.

note4-photo-iso800

La fotocamera frontale è anche piuttosto buona e sicuramente sopra la media. Non solo possiede una valida risoluzione di 3,7MP ma ha anche un’ampia apertura di f/1,9 che consente di catturare molta più luce. Inoltre registra video non solo in FullHD ma, volendo, anche a 1440p.

foto-4

Per quanto riguarda il comparto video il Note 4 si avvale di una stabilizzazione ottica come l’iPhone 6 Plus (che in realtà è utile anche per le foto consentendo di compensare il mosso con tempi lunghi). Confrontando i risultati al passo direi che lo smartphone Apple si comporta meglio e vince anche per l’AF automatico che, come si può notare nella seconda parte di questo video, reagisce più lentamente nel Note 4.

Il formato 4K non sarà magari la scelta predefinita per registrare video, dal momento che servono monitor e TV adatti per poterli rivedere ed occupano molto spazio, tuttavia la qualità offerta è molto buona. Di seguito potete vedere un breve montaggio con alcuni spezzoni di video girati a questa risoluzione.

Prestazioni

Iniziamo analizzando rapidamente i risultati di alcuni benchmark. Ho eseguito Geekbench 3 su alcuni smartphone Android molto quotati, alcuni recenti, come lo Z3 Compact (che ha la stessa CPU), ed altri un po’ più datati (come il Nexus 5). Giusto per continuare il nostro saltuario confronto con iPhone 6 Plus ho inserito anche i risultati di quest’ultimo. Come si può notare il Note 4 è tra i migliori del mondo Android, anche se lo smartphone Apple registra punteggi maggiori con il suo dual-core. Ovviamente sono due piattaforme diverse, quindi il confronto più importante al momento è quello con gli altri dispositivi Android e non c’è dubbio che lo Snapdragon 805 si confermi essere un’ottima CPU.

note4-geekbench

Sul fronte grafico la Adreno 420 offre delle ottime premesse. Pochi giorni fa abbiamo visto, parlando dello Z3 Compact, che la versione 330 si è dimostrata perfetta per un display HD, mentre è meno performante su quello QHD di LG G3. Grazie alla 420 il Galaxy Note 4 supera LG G3 pur avendo la stessa risoluzione. In alcuni test come T-Rex Offscreen lo scarto è risicato, ma i risultati su Manhattan sono quasi doppi.

note4-gfxbench

I benchmark sono utili per stabilire classifiche, ma non ci dicono davvero come va un dispositivo. Durante il periodo d’uso del Note 4 ho riscontrato qualche pecca, anche se complessivamente le prestazioni sono sicuramente molto buone. In particolare è la TouchWiz di Samsung a rappresentare un freno in alcuni frangenti. Ad esempio per lanciare il task manager certe volte ci vogliono anche 2 secondi, mentre in altre parte quasi istantaneamente. La scheda con il feed di Flipboard è sempre lenta ad apparire e a caricare i contenuti e infatti alla fine l’ho disabilitata (bisogna fare un pinch-in nella home e poi andare in impostazioni home per rimuoverla). Poi ho messo il widget dell’orario di Samsung e due volte mi è rimasto bianco richiedendo un riavvio. Altre volte invece, dopo aver lanciato un po’ di app, lo scorrimento tra le pagine della home screen presentava dei lag. Mettendo da parte questi aspetti, che spero saranno corretti con i prossimi aggiornamenti del firmware, il Note 4 va molto veloce. Il multitasking consente di lavorare e passare rapidamente con molte applicazioni senza problemi e i 3GB di RAM si fanno sentire. I giochi girano molto bene, anche quelli più complessi. Real Racing 3, ad esempio, sfrutta tutti gli effetti grafici più evoluti e non si vedono drop frame neanche quando ci sono molte auto nella stessa scena. È sicuramente tra i dispositivi Android più veloci che abbia mai provato, ma su alcune cose (come il task manager) anche un dispositivo “vecchio” come il Nexus 5 va più veloce, sintomo che il layer dell’interfaccia realizzato da Samsung è un po’ pesante e richiede delle ottimizzazioni.

note4-side

Autonomia

La batteria del Note 4 è da 3220mAh, quindi sicuramente molto capiente. Tuttavia vista la potenza di calcolo della coppia CPU/GPU e l’ampio display con risoluzione enorme, il consumo energetico è molto importante. Con il mio utilizzo standard con numerose caselle di posta in PUSH, Wi-Fi e Bluetooth sempre attivi, dati attivi fuori casa, mezz’ora di gioco, molta navigazione web, messaggistica, tantissime app con notifiche (come Twitter, Facebook, Hangouts, Telegram, Whatsapp, ecc..) e poca conversazione telefonica, riesco tranquillamente ad arrivare a sera con il 20% di batteria. Ho provato ad usarlo come secondo telefono per alcuni giorni, simulando un uso più blando, ma non sono riuscito mai a superare un giorno e mezzo, perché anche in stand-by consuma parecchio. In tutti i casi l’autonomia la possiamo classificare come buona. Inoltre Samsung ha previsto tutta una serie di funzionalità per il risparmio energetico che sono interessanti. Il primo step limita lo scambio dati in background delle app, riduce notevolmente le prestazioni (e si vede) e consente eventualmente di attivare la modalità in scala di grigi (che su monitor AMOLED riduce i consumi). Il secondo step, definito risparmio energetico avanzato, riavvia il launcher con solo le funzioni base attive, giusto per telefonare e mandare messaggi, ma con un 50% offre 7 giorni di autonomia. Non è una funzione utilizzabile nel quotidiano visto che trasforma il Note 4 in un citofono da 5,7″, ma nelle emergenze quando abbiamo un 10% e dobbiamo tirare avanti qualche ora, può essere una soluzione.

energia

Interessante notare che il caricatore in dotazione, unito a questo specifico terminale, offre la funzionalità Adaptive Fast Charging. In sostanza consente di ricaricare la batteria del 50% in soli 30 minuti, per cui in pochissimo tempo si può allungare di molto l’autonomia se si ha disposizione una presa di corrente. Peccato solo non supporti la ricarica wireless, che personalmente trovo molto comoda.

note4-stylus

Uso della S Pen

“I want a stylus”, risponderei a Steve Jobs dopo avere usato il Note 4. La S Pen non è più una caratteristica innovativa, ma ogni volta che la provo mi vien voglia di averla anche su iPhone. Chi ha già usato un Note in passato ha opinioni diverse, alcuni quasi se la dimenticano altri la adoperano continuamente, ma in tutti i casi è una caratteristica in più che Samsung ha ben realizzato. Inoltre il pennino, già buono nel Note 3, ha oggi il doppio di livelli di pressione registrabili, per cui la scrittura è ancora più naturale e consente di avere maggiore precisione. Appena si estrae la S Pen dall’alloggiamento appare l’Air Command, un menu a raggiera (che vedete sopra) con quattro opzioni: memo rapido, selezione intelligente, clip immagini e scrittura schermo.

spen-1

Memo rapido apre una specie di post-it in sovra impressione, nel quale possiamo disegnare o scrivere qualcosa. Confermando il tutto con la V in alto andrà ad essere memorizzato come nota nell’app S Note. Oltre a poter cambiare il colore della penna o dello sfondo, si potrà anche tenere premuto il tasto a forma di puntina per memorizzare la nota come un widget della home screen. La funzione più interessante è però quella data dal pulsante identificato da un cerchio tratteggiato con una freccia verso destra. Questo seleziona ciò che abbiamo scritto, riconosce automaticamente il testo e ci offre alcune possibilità: comporre il numero, aggiungerlo in rubrica, inviargli un sms o una mail, aprire il testo come ricerca sul browser (che è quello che ho fatto nell’esempio di sopra), avviare una ricerca dell’indirizzo su Google Maps o segnare dei promemoria (uno per ogni frase).

spen-2

Selezione intelligente consente di ritagliare una o più porzioni di schermo rettangolari. Ad esempio io ho selezionato il titolo di un articolo del blog e poi ho cliccato su raccogli. La miniatura dell’immagine viene visualizzata in alto a destra sullo schermo (ma si può spostare) e da lì possiamo anche aggiungerne altre con il pulsante +. Se è un testo viene automaticamente riconosciuto e in tutti i casi ci viene offerta la possibilità di inviare il contenuto ad un’altra app sullo smartphone per l’elaborazione. Se non più necessario, infine, possiamo tenere premuto sul raccoglitore e apparirà in alto il cestino per cancellarlo.

spen-3

Clip immagini ha un comportamento simile a selezione intelligente, ma è più indirizzato alla grafica. In questo caso, infatti, la selezione sarà realizzabile liberamente come con il noto strumento lazo dei software di grafica. Una volta identificata la porzione di immagine che ci serve possiamo anche rifinire il contorno trasformandolo in un cerchio, in un rettangolo oppure usando la calamita per far trovare allo smartphone il bordo dell’oggetto (ma non funziona molto bene). Alla fine possiamo salvare l’immagine nel raccoglitore oppure condividerla, funzione che aprirà il classico menu con tutte le app installate a cui poter inviare il contenuto.

spen-4

Infine abbiamo scrittura schermo, che effettua uno screenshot della visuale attiva al momento sullo smartphone e consente di scriverci sopra. Si possono usare diversi stili e colori di penne e matite, cancellare o ritagliare l’immagine. Una volta terminato il lavoro di modifica si può salvare, scartare, oppure condividere.

Oltre alle funzioni rapide dell’Air Command la S Pen può essere utilizzata in modo proficuo in tante altre app, sia per le note che per il disegno. Il tratto è molto fluido e bisogna andare davvero veloci per vederlo rimanere indietro. Inoltre in dotazione c’è una pinzetta per rimuovere e sostituire le punte (che ovviamente si consumano con l’uso). Ce ne sono 5 di ricambio, oltre quella già installata sulla S Pen. Onestamente lo trovo uno strumento davvero divertente, ma non avendo mai avuto un Note per più di un mese in passato non saprei dire quanto effettivamente si utilizzi nel quotidiano superato il periodo di euforia iniziale. In tutti i casi va fatto un plauso a Samsung per la buona idea e per i miglioramenti hardware e software apportati nel Note 4. Avevo usato la S Pen qualche anno fa con il Note 2 e le app a corredo avevano un layout molto più confuso e meno funzioni.

shealth-1

Software e sensori

Come ho avuto modo di dire poco prima, la TouchWiz non è ancora perfettamente rodata sul Galaxy Note 4 e appare un po’ pesante. Se non fosse un dispositivo così pompato a livello hardware penso che soffrirebbe molto di più e non c’è dubbio che vista le potenzialità del terminale potrebbe andare molto meglio con un Android Stock o comunque poco modificato come quello di Sony o, meglio ancora, Motorola. Tuttavia c’è da dire che ultimamente la casa Coreana sta limitando in gran parte la dotazione di software inutile, che ora va scaricato a parte solo se l’utente lo desidera (io ne ho fatto volentieri a meno), è le funzioni aggiunte da Samsung possono essere molto interessanti. Ad esempio c’è tutta la suite S Healt, che sfrutta i vari sensori sul dispositivo per creare un profilo personale ricco di dati e consigli.

shealth-2

All’interno di quest’app abbiamo:

  • Contapassi: che sfrutta l’accelerometro e segna gli obiettivi (io mi sono fissato solo 1000 passi al giorno e non li supero neanche sempre…)
  • Allenamento: che permette di scegliere corsa, camminata, ciclismo ed escursioni e tiene traccia dell’attività offrendo un tappeto musicale
  • Frequenza cardiaca: che calcola il battito poggiando il dito sul sensore posto vicino al Flash LED
  • SpO2: che calcolo l’ossigenazione poggiando il dito sul sensore posto vicino al Flash LED
  • Cibo: che consente di aggiungere manualmente i pasti della giornata e contare le kcal
  • Peso: che tiene traccia dei cambiamenti di peso e valuta l’indice di massa corporea in basa all’altezza
  • Riposo: che tiene traccia del proprio sonno sfruttando gli indossabili di Samsung
  • Stress: che misura l’indice di stress in base alla variazioni del battito cardiaco misurato
  • UV: che calcola l’intesità dei raggi UV esponendo il sensore (vicino al Flash LED) alla luce solare
  • Allenatore: che consente di porsi degli obiettivi relativamente ad allenamento, cibo, riposo, stress, peso
  • Applicazioni partner: che apre uno store di altre app compatibili con S Health (al momento solo 4)

shealth-3

Grazie al sensore ad infrarossi posto in cima, abbiamo anche la possibilità di utilizzare il Note 4 come telecomando universale. Il funzionamento dell’app Smart Remote è un po’ macchinoso e meno riuscito rispetto alla controparte che ho avuto modo di testare su LG G3, anche perché al primo avvio richiede di rispondere ad una serie di domande per profilare l’utente ed offrire una panoramica sui programmi TV che possono interessargli, relegando le funzioni di telecomando ad una piccola icona in alto a destra.

sremote

Si possono creare diversi ambienti da configurare con TV ed altri dispositivi. Non sono riuscito a cambiare nome al primo (che rimane “La mia stanza”) mentre si possono associare nomi specifici agli altri profili in fase di creazione. È riuscito facilmente ad identificare TV, amplificatore, ricevitore SKY e lettore BluRay e offre la possibilità di creare diverse attività di controllo nella stessa stanza, cosa che sarebbe utile per impostare “TV digitale” e “TV da SKY” in un unico ambiente. Invece il tipo di segnale (DVB-T/Satellitare) si può scegliere solo una volta in fase di creazione della stanza, quindi non sono riuscito ad avere due profili di controllo per il medesimo ambiente. Non so se è colpa mia che non ho capito qualcosa, ma ci tengo a precisare che con il G3 di LG ci ho impiegato 5 secondi ad ottenere questo risultato senza alcun tipo di problema e non si perde tempo a vedere la programmazione, che preferisco tenere sotto controllo dal televisione o da app specifiche.

mail

Per quanto riguarda l’email il client predefinito se la cava discretamente bene. Non è una bellezza da guardare per colori e dimensione dei font, ma svolge bene il suo dovere sia in PUSH che in manuale. Supporta tutte le caselle IMAP/POP3 e configura automaticamente quelle più conosciute, tra cui fortunatamente anche iCloud. Ha la posta in arrivo unificata, lo swipe per la cancellazione rapida e gestisce correttamente l’HTML, anche se i contenuti più grandi della pagina non vengono adattati e bisogna ricorrere allo zoom out manuale.

browser

Il browser stock, che non è Chrome, è abbastanza veloce e ben ottimizzato. Quando scorriamo nella pagina fa sparire le barre degli indirizzi e degli strumenti, così tutto lo spazio viene sfruttato per i contenuti. È curiosa la selezione delle diverse tab aperte, anche se non lascia vedere molto del contenuto. Dal menu abbiamo le classiche funzionalità, compresa la richiesta del sito desktop e la modalità in incognito. Finché non carica completamente la pagina, il doppio tap per zoomare i contenuti funziona lentamente, mentre lo scorrimento e lo zoom con pinch-in/out va abbastanza fluido. Complessivamente si potrebbe non sentire la necessità di usare altro, ma ci sono sempre Chrome e tanti altri browser sul Play Store.

tastiera

La tastiera ha i numeri in prima funzione, cosa molto utile e possibile visto lo spazio a disposizione, possiede il suggerimento del testo e supporta lo scorrimento per la composizione rapida. La vibrazione al tocco è molto delicata, quasi non si avverte, ma aggiunge un feedback più materiale e piacevole. Esteticamente il design è terribile secondo me, con tasti piccoli e squadrati, troppo spaziati e su uno sfondo grigio davvero triste, però funziona abbastanza bene. Dalle impostazioni si può anche attivare il rilevamento penna, che consente di passare automaticamente alla scrittura naturale se estraiamo la S Pen. Ovviamente anche per la tastiera se ne possono usare altre, ma a noi interessa valutare la dotazione standard, fermo restando che ognuno è libero di usare quello che preferisce.

note4-split-screen

Sul Galaxy Note 4 esistono diverse modalità per usare più di un’app contemporaneamente. Nel task manager, che ha uno stile che anticipa Lollipop, alcune app presentano un’icona in alto a destra che segnala la possibilità di eseguirle in multi schermo: basta cliccare qui e l’app andrà ad occupare metà display, offrendo la possibilità di scegliere la seconda app che deve utilizzare la restante parte. Altrimenti si può tenere premuto il pulsante indietro, che attiva una barra laterale da cui scegliere una delle tante app eseguibili in questa modalità: basta trascinare quella che si desidera nella porzione di schermo di destinazione e il gioco è fatto. Inoltre con il piccolo pallino centrale si può definire manualmente la dimensione dell’una e dell’altra, volendo anche in modalità landscape.

task

Oltre a questo, ogni applicazione si può ridurre in finestra con uno swipe diagonale, dall’angolo alto verso quello opposto in basso. Si possono avere tante app eseguite contemporaneamente in finestra e il dispositivo sembra supportarne tranquillamente più di quante lo schermo renda possibile visualizzarne. Inoltre cliccando sul pallino bianco posto in alto ad ogni finestra appare un menu (lo vedete nell’immagine superiore a destra) che consente di spostare, ridurre ad icona, mandare a pieno schermo o chiudere. In particolare è interessante la riduzione, perché mantiene l’app attiva in un piccolo cerchietto con la sua icona (nell’immagine superiore vedete così Chrome e Google Maps) che si può sempre aprire con un tap. Insomma il Note 4 offre un multitasking vero e molto evoluto e grazie alla dimensione generosa dello schermo risulta anche effettivamente usabile (non come sullo Z3 Compact). Di contro devo ammettere che dopo anni di uso con un’app per volta, difficilmente su smartphone sento la necessità di adoperare tali funzioni, ma questa è una questione meramente soggettiva.

telefono

Una cosa probabilmente banale, ma che mi è piaciuta molto, è che se stiamo utilizzando un’app e riceviamo una chiamata questa viene riproposta in una striscia in alto che ci consente di rispondere e, volendo, di continuare ad utilizzare la restante parte dello schermo. L’app telefono ha la ricerca rapida in rubrica, un registro di chiamate semplice da consultare e la possibilità di impostare dei preferiti.

note4-side-on-notifation-center

Con uno swipe dall’alto si attiva il centro notifiche, che possiede l’accesso rapido alle impostazioni ed una lista di toggle che si può scorrere e che può essere personalizzata nell’ordinamento, anche se non in modo molto intuitivo perché si deve passare da una pagina di impostazioni e non si esegue direttamente un drag&drop dall’elenco. L’impostazione della luminosità è sempre visibile, cosa che potenzialmente può essere considerata utile, ma vista la buona efficienza del sensore di luminosità non servirà molto spesso. Ci sono poi due pulsanti rapidi: “S-Finder” che ricerca in tutto il telefono (una specie di Spotlight) e “Connessione…” che ricerca dispositivi Wi-Fi Direct, Blueooth o altro nelle vicinanze. In basso ci sono le notifiche con il pulsante di cancellazione. Visto che toggle ed il resto occupano metà schermo, c’è purtroppo poco spazio per le notifiche. Pare infatti che in una futura versione Samsung abbia in programma di spostare almeno la riga di pulsanti dell’S-Finder in un altro posto per recuperare spazio.

notifiche

Nessuna particolare nota da segnalare per la home screen, con le classiche funzionalità di organizzazione con icone, cartelle e widget, sfondo per la home e per la lock screen. L’unica cosa che ho trovato davvero scomoda è che non si possono creare cartelle al volo trascinando un’icona sull’altra, ma si deve procedere alla creazione manuale con un pulsante. Stessa cosa per l’eliminazione, perché la cartella rimane visibile anche quando la svuotiamo di tutte le app e va cancellata a mano. Inoltre non mi è mai piaciuta l’icona per l’accesso al drawer con le applicazioni posizionata sulla destra perché sono da sempre stato abituato ad averla al centro su Android (e non si può spostare).

note4-stylus-write

Come sempre una nota a margine per ricezione ed antenne. Non effettuo prove scientifiche sotto questi aspetti e mi limito a verificare l’efficienza dello smartphone rispetto ad uno standard di riferimento che ho consolidato negli anni, muovendomi sempre negli stessi territori. La ricezione telefonica la trovo ottima nel Note 4, spesso con lo stesso operatore nel medesimo punto prende più linea rispetto allo smartphone Apple. Certo le “tacche” non sono un indice infallibile, perché ognuno gli associa valori differenti, ma sicuramente il Note 4 se la cava ottimamente. L’unica impressione negativa che ho avuto è che in alcuni casi non passa velocemente al 4G anche se disponibile. Per quanto riguarda il Wi-Fi non ho avuto nessun problema a sfruttare il veloce standard 802.11ac del mio router e neanche la connessione sulla banda da 5GHz ha mai creato problemi. Per quanto riguarda la portata, invece, ha la stessa sensibilità dell’iPhone 6 Plus e nei punti della casa dove non arriva il segnale a 5GHz, ma solo quello a a 2,4GHz, entrambi passano alla rete di backup. Complessivamente comunque un giudizio positivo.

Non ne ho parlato finora ma con un doppio tap sul pulsante home (o volendo con la frase “Ciao Galaxy” anche a schermo spento) si attiva anche l’assistente vocale S Voice. Questo consente in modo agevole di effettuare una telefonata, avviare un timer, segnare un promemoria, lanciare le app, disattivare/attivare Wi-Fi e Bluetooth e cose di questo tipo. Generalmente il riconoscimento funziona bene, anche se potrebbe migliorare la naturalezza della sintesi vocale e gli mancano alcune funzioni come la risposta a domande di cultura generale.

assistente-vocale

Conclusione

Ad essere completamente sinceri a me piace Android stock, in particolare con l’evoluzione Material Design che sto provando da qualche giorno sul Nexus 5. Avendo usato molti smartphone con questo sistema operativo ho assimilato alcune cose che Samsung, invece, preferisce fare diversamente. Ho già detto che non mi piace l’icona applicazioni a destra o l’inversione dei tasti funzione, ma più in generale non apprezzo la pesantezza della TouchWiz e trovo molte app di sistema realizzate da Samsung particolarmente pacchiane nei colori e nel layout. Faccio queste premesse per una questione di completa trasparenza, ma ci tengo a chiarire che il mio gusto personale non influirà sul giudizio finale. Infatti la valutazione oggettiva di questo smartphone (o phablet, se preferite) è sicuramente molto positiva perché è un prodotto riuscito in ogni ambito. Certo, sono sicuro che il software potrebbe essere meglio ottimizzato, ma non c’è un settore in cui il Note 4 sia sottotono e l’aggiornamento a Lollipop dovrebbe migliorare anche sul fronte estetico. Foto e video sono eccellenti, l’audio molto buono, ricezione ottima, CPU/GPU/RAM/Memoria sono al massimo, c’è una pletora di sensori di ogni genere, una batteria dalla durata sufficiente, un display spettacolare e la S Pen. Ci sono alcuni peccati veniali che ho riscontrato nella recensione, come il sensore d’impronte digitali, ma nulla che possa effettivamente inficiarne il giudizio troppo negativamente. Gli assegno dunque un voto di 4,5 stelle, giudicandolo uno dei migliori, se non “il” migliore, phablet in circolazione. Il fattore portabilità è ovviamente da considerare, ma non influenza il giudizio perché le cornici sono ben ottimizzate e se si vuole un display così grande difficilmente si può chiedere maggiore compattezza. Inoltre anche la qualità costruttiva è migliorata rispetto la vecchia serie Samsung e questo non può che fare piacere. Nella lista dei vorrei ci metto la ricarica wireless e la resistenza all’acqua, magari anche un sensore d’impronte più efficiente, lo speaker sulla cornice ed un software più snello ed elegante, ma a quel punto avrebbe raggiunto la perfezione. Il prezzo di listino è abbastanza alto, ma già oggi si trova facilmente intorno alle 620€ spedizione inclusa.

PRO
Buona costruzione, bella cornice in alluminio
Ampio display Super AMOLED da 5,7″ QHD
CPU/GPU/RAM ai massimi livelli nel mondo Android
32GB di memoria, espandibili con microSD
Batteria removile (autonomia più che sufficiente)
 Ottima implementazione del multi tasking/multi window
Ottimo comparto foto/video
Audio forte e di buona qualità
I 3 microfoni catturano la voce con una qualità sopra la media
Porta infrarossi per usarlo come telecomando universale
Funzione Adaptive Fast Charging per ricarica del 50% in 30 minuti
Ottima implementazione hardware/software della S Pen
S Health con numerosi sensori per la salute
Buona ricezione

CONTRO
Sensore di impronte digitali non molto efficiente
Speaker sul retro
La resa con poca luce della fotocamera può essere deludente
TouchWiz un po’ troppo pesante e con alcune funzioni poco riuscite
Molte app di sistema hanno un aspetto migliorabile (aspettiamo Lollipop)

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

Commenti controllati Oltre a richiedere rispetto ed educazione, vi ricordiamo che tutti i commenti con un link entrano in coda di moderazione e possono passare diverse ore prima che un admin li attivi. Anche i punti senza uno spazio dopo possono essere considerati link causando lo stesso problema.