Tutti conosciamo la class action intentata nei confronti di Apple per il difetto di conformità delle GPU dei MacBook Pro del 2011 ed iscritta a ruolo lo scorso agosto, ma, a quanto pare, nessuno era a conoscenza di un secondo processo, promosso da due soli attori, sullo stesso problema.
I giudici della Corte Distrettuale di San Francisco hanno rigettato la domanda di risarcimento proposta dai due attori, motivando la sentenza sostenendo che entrambi hanno potuto utilizzare il proprio MacBook Pro per un periodo minimo di 18 mesi (uno degli attori ha superato i due anni di utilizzo prima di rivolgersi all’assistenza) e che, soprattutto, manchino le prove dell’effettiva conoscenza del difetto di conformità da parte di Apple, la quale si è sempre limitata a fornire l’assistenza sui portatili difettati senza avviare un programma di richiamo. Ovviamente, al termine della garanzia legale, gli utenti ai quali si è manifestato il problema possono anche pagare sino a € 600,00 per la sostituzione dell’intera scheda madre sulla quale è saldata la GPU.
Inoltre, la Corte ha sostenuto in sentenza che i MacBook Pro siano stati assemblati allo stato dell’arte dell’informatica e, pertanto, alcuna critica possa essere mossa nei confronti delle macchine.
Evidentemente la società di Cupertino non ha mai ritenuto il problema tale da non poter essere risolto che con un semplice intervento e, forse (ma non abbiamo numeri alla mano) il difetto della GPU si è verificato solo su una percentuale non significativa di portatili.
Vi è da precisare, comunque, che non si conoscono gli atti di causa per poter capire se la decisione è stata presa a causa di qualche leggerezza processuale da parte della difesa attorea.
Non ci resta che vedere come si concluderà la class action intentata nei confronti di Apple, alla quale le due odierne parti soccombenti potrebbero ancora associarsi per far valere i propri diritti con un intervento volontario.