L’ex-CEO di General Motors avverte Apple: “Non hanno idea del settore in cui stanno per entrare”

Riprendono le indiscrezioni sul progetto automobilistico di Apple. L’impressione di molti è che si tratti di qualcosa di concreto, su cui l’azienda starebbe lavorando alacremente con team dedicati, come hanno riportato di recente pure il Wall Street Journal e la Reuters. Considerata la crescente mole di voci autorevoli sull’argomento, appare sempre più difficile pensare a una grossa bufala collettiva. Il settore a quattro ruote guarda all’eventuale approdo con curiosità e pure preoccupazione, considerato come nella sua storia Apple abbia dimostrato a più riprese di non nutrire alcun timore reverenziale per chi è già inserito nel mercato, riuscendo dove altri arrancavano; altra fonte di nervosismo è certo dettata dal ricco tesoro a cui Cook può attingere per preparare debutti importanti come questo.

I più esperti però non mancano di sollevare dubbi sugli intenti della Mela, e non senza motivazioni fondate. Tra tutti l’ex-CEO di General Motors, Dan Akerson, che ha affrontato la questione nel corso di un’intervista concessa a Bloomberg.

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Non ci va leggero, nel suo giudizio: “Credo che qualcuno qui sta cercando di infilarsi in un ginepraio. (libera interpretazione del modo di dire ‘cough up a hairball’, ndr) Se fossi un azionista Apple, non sarei contento. Nutrirei forti sospetti su prospettive a lungo termine nell’entrare in un business dagli alti volumi e dai bassi profitti.” In effetti, considerando proprio colossi come GM, la situazione è quella descritta da Akerson: la comparazione dei margini commerciali tra Detroit e Cupertino è quasi impietosa, 14% contro 39,9%. Il suo pensiero però presume alla base che Apple decida di puntare allo stesso mercato generalista, con prodotti per tutte le tasche, strategia su cui non hanno finora mai puntato né probabilmente intendono farlo in questa eventuale occasione. E come ha ricordato John Gruber di Daring Fireball, se si punta alla fascia alta, la musica è ben diversa in termini di guadagni. Proprio come l’iPhone, che Akerson stesso ha preso come un esempio di alti profitti. Il totale delle unità vendute in un anno, benché ragguardevole, rimane ancora sensibilmente lontano da quello di Samsung.

Nel prosieguo dell’intervista ci si sposta su motivazioni più tecniche: “Devono rifletterci attentamente se vogliono davvero mettersi con produzioni di alto livello. Noi prendiamo acciaio grezzo e lo trasformiamo in un’auto. Non hanno idea del settore in cui stanno per entrare.” Anche le misure di sicurezza sono una parte fondamentale da comprendere e affrontare, cosa a detta di Akerson sottovalutata da chi arriva da altre realtà commerciali. Una realtà dei fatti per la quale l’inesperienza di Apple non aiuterà, nonostante gli elementi validi di cui starebbe facendo incetta per il suo laboratorio top secret. Ma non saranno scoraggiati troppo da ciò, se abbiamo imparato a conoscerli almeno un po’. Pazienza e soldi non mancano.

L’ex-CEO di GM conclude infine con un elogio a uno dei più recenti progetti di Apple: CarPlay. È certo che rivoluzionerà l’infotainment nelle macchine e avrebbe avviato volentieri una collaborazione durante il suo mandato. Partnership che comunque è prevista nel nuovo corso di Mary Barra, dal momento che General Motors è tra le case automobilistiche che supporteranno la piattaforma. Se da amiche diventeranno nemiche tra qualche tempo, dovremo attendere per saperne di più.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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