Recensione: Nikon D5500, la entry-level con un cuore da prosumer

Nel segmento a metà tra le entry-level e le mid-range, sia Nikon che Canon possiedono alcune delle loro DSLR più interessanti. C’è chi cerca una reflex a basso costo e chi invece punta sulle professionali, nel mezzo si trova tutto un mercato di ottimi prodotti con rinunce marginali. Grazie alle economie di scala oggi troviamo sensori dalle ottime prestazioni sui modelli che un tempo erano destinati ai neofiti. Modelli come la D5300 (recensione), in cui in un corpo compatto ritroviamo le funzioni e la qualità d’immagine degne delle migliori reflex APS-C. All’inizio di quest’anno è stata presentata la nuova Nikon D5500, in cui è stato mantenuto tutto il buono della D5300 andando a migliorare alcuni aspetti.

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Caratteristiche principali

Partiamo dal sensore, un ottimo CMOS APS-C di manifattura Sony con 24MP e assenza di filtro low-pass. Come nel modello precedente l’obiettivo è quello di portare al massimo il livello di dettaglio ottenibile da ogni scatto, con una qualità che troviamo invariata anche sul modello superiore D7200. Il processore è il nuovo Expeed 4, il quale offre una migliorata velocità operativa e nell’acquizione delle immagini. La sensibilità va da 100 a 25600 ISO mentre l’AF dispone di 39 punti. Invariato il display LCD da ben 3,2″ con oltre 1 milione di punti, dove la principale novità sta nella presenza del touch-screen, prima assoluta per una DSLR della casa giallo-nera. Rimane il modulo Wi-Fi integrato ma è stato rimosso il GPS rispetto la D5300, guadagnando però circa 220 scatti in più di autonomia con la stessa batteria.

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Corpo ed ergonomia

Ad un primo sguardo la D5500 può sembrare identica alla precedente ma l’ergonomia è stata migliorata, con una impugnatura meglio sagomata e più profonda. Pur essendo compatta (124 x 97 x 70 mm) è molto piacevole da tenere in mano e sull’impugnatura si riesce ad appoggiare perfino il mignolo. Il corpo è sempre particolarmente leggero (circa 400 grammi) eppure è privo di incertezze nella costruzione, che appare solida e ben realizzata. Certo non è il corpo migliore per grandi e pesanti obiettivi FX come il 70-200 f/2,8 VR, ma risulta ben bilanciato con quelli DX (APS-C). Probabilmente la cosa più interessante della D5500 è che risulta essere tra le DSLR più compatte del mercato pur offrendo una qualità d’immagine che non teme confronti con le APS-C più costose ed ingombranti, sia in casa Nikon che da altri produttori.

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Display e Mirino

Il retro della D5500 è dominato dal grande display LCD da 3,2“. È un’unità molto imponente per le dimensioni della fotocamera e possiede un’ottima risoluzione di oltre 1 milione di punti. Come nel modello precedente è incernierato sul lato esterno a sinistra, consentendo di avere grande flessibilità nella ripresa, fino al ribaltamento completo per i selfie (un tempo avrei detto ”auto-inquadratura”). La luminosità massima è molto buona, ma deve essere impostata manualmente dal menu principale, potendo scegliere valori da –5 a +5. Un sensore di luminosità sarebbe stato più comodo, ma visto che si tratta di una reflex con prevalenza di utilizzo tramite il mirino non è un grosso problema. Novità di questo modello è la presenza del touch screen, utilizzabile in live view per la selezione del punto di messa a fuoco, ma anche per le impostazioni (lo vedremo più avanti).

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Una cosa che non mi è piaciuta è che, riguardando le foto, la modalità predefinita presenta una striscia scura alta due righe nella parte bassa che copre la zona inferiore dello scatto, rendendo faticosa e poco affidabile la revisione. Per attivare altri stili di visualizzazione bisogna prima accedere al “menu principale / riproduzione / opzioni di visualizzazione in riproduzione” ed attivare le modalità “solo immagine” e/o “panoramica”. Solo successivamente potremo alternarle con la freccia in basso del pad direzionale. Onestamente sarebbe stato più comodo avere tutte le modalità attive fin da principio per far scegliere all’utente quella che preferisce, perché i meno esperti potrebbero non trovare mai questa impostazione nel menu e rimanere con quella scomoda striscia in basso.

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Il mirino è un pentaspecchio che offre una copertura del 95% ed un ingrandimento dello 0,82x. In basso si trovano tutte le principali informazioni di scatto con un led verde piuttosto classico per una reflex e che con piena luce risulta poco visibile: da questo punto di vista è sicuramente meglio l’OLED presente nella più cara D7100 (recensione). Una cosa che ho apprezzato molto è la possibilità di attivare la visualizzazione di un reticolo di allineamento nel mirino (impostazione d2), funzione spesso non presente nelle reflex in questa fascia di prezzo.

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Controlli, Menu, Impostazioni

A livello di controlli ci sono una serie di piccole novità rispetto la D5300. Ad esempio abbiamo i tasti “i” ed “info” riposizionati, una ghiera dei parametri riprogettata e più precisa, nonché una migliore riconoscibilità della forma di alcuni pulsanti. Non si tratta di grandissimi cambiamenti, ma tutto contribuisce a rendere più appagante l’uso della D5500.

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In cima troviamo una nuova ghiera dei modi, più piccola e con meno voci rispetto quella della D5300. Tuttavia non è che ci siano funzioni in meno, si è semplicemente pensato – a giusta ragione – di inserire tutte le scene in un’unica posizione. Questa scelta rende più semplice identificare il modo di scatto da selezionare, mantenendo inalterata la praticità. Dopotutto nelle fotocamere recenti l’intelligenza dell’automatico è molto migliorata rispetto al passato e le scene si usano sempre meno. Dalla visuale superiore si nota anche l’originale selettore per l’attivazione del Lv (LiveView) e la nuova ghiera dei parametri “a vista”. Quest’ultima è più piacevole esteticamente rispetto quella della D5300 ma, soprattutto, possiede un avanzamento più preciso e con la posizione sopraelevata risulta molto più comoda da azionare. Più avanti troviamo il puslsante di scatto, circondato dallo switch di accensione, e due tasti: registrazione video e compensazione di esposizione. Da notare che il primo ha una forma a semisfera molto riconoscibile al tatto e il secondo serve anche per controllare l’apertura in manuale, quando la rotella principale imposta il tempo.

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Come da tradizione per questo modello, la grafica del display posteriore è molto gradevole e può essere anche cambiata selezionandone una delle sei a disposizione nel “menu impostazioni / formato di visualizzzzione info”. Volendo si può anche avere una grafica diversa per i modi PASM rispetto a quelli automatici. I più attenti noteranno che vicino a tempo ed apertura ci sono due piccole icone <>, cliccando sulle quali si può attivare la modifica touch dei parametri (non che sia particolarmente utile). Tutte le altre icone in basso mostrano le impostazioni attive ma non sono cliccabili (anche perché sarebbero troppo piccole). Per sfruttare meglio il touchscreen Nikon ha progettato un nuovo menu veloce accessibile con il tasto “i” (ora riposizionato sulla destra per essere più rapido e comodo da azionare), dal quale si possono modificare le impostazioni in punta di dita grazie ad un layout con icone più grandi. Essendo un amante delle scelte coerenti non mi piace avere una doppia grafica, una per la visualizzazione e una per la modifica, però con questa soluzione si ottimizzano al meglio le due situazioni.

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Se ci piace lavorare in automatico il corpo della D5500 è anche troppo specializzato, offrendo una quantità di controlli più che valida. In manuale la ghiera principale modifica il tempo, mentre premendo contemporaneamente il tasto di compensazione di esposizione si passa all’apertura. Sul lato sinistro si trovano altri due pulsanti utilissimi: un Fn che può essere personalizzato (io lo utilizzo per la sensibilità ISO) e quello per il metodo drive più in basso. Per tutte le altre impostazioni (come il modo AF, la qualità, il bilanciamento del bianco, il metering, ecc…) si passa dal menu veloce “i”. Va anche specificato che seppure questo menu sia concepito per l’utilizzo con le dita, può essere tranquillamente controllabile con i tasti freccia del pad direzionale. Il menu principale è, al contrario, pensato per l’uso con i tasti, infatti alcune icone sono piuttosto piccole.

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Metodo Drive – scatto continuo

Come già anticipato, la scelta del metodo di avanzamento si effettua tramite un pulsante dedicato sulla sinistra del corpo. È un po’ defilato e poco sporgente, ma con un po’ di pratica si localizza abbastanza facilmente. Si può scegliere tra scatto singolo, continuo lento, continuo veloce, scatto silenzioso (che intelligentemente disattiva anche gli avvisi sonori), autoscatto 10 secondi, telecomando ritardato di 2 secondi e telecomando (ha anche i sensori infrarossi davanti e dietro). Il tempo di scatto più veloce è di 1/4000, mentre per quello più lento si arriva fino a 30″, poi ci sono le modalità bulb (dove si deve tenere premuto il pulsante di scatto per il tempo necessario) e la più interessante time (dove una prima pressione avvia la cattura e una seconda la interrompe).

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Per quanto riguarda lo scatto a raffica, se guardassimo solo la scheda tecnica noteremmo una sostanziale parità rispetto la D5300, con una massima velocità di 5fps. Tuttavia i risultati sul campo sono ben differenti, in particolare grazie al nuovo processore Expeed 4. In effetti la raffica è sempre da 5fps ma cambia moltissimo l’efficienza e la velocità di svuotamento del buffer, così possiamo scattare molto più a lungo. In JPG si continua praticamente all’infinito con 5fps e, cosa ancor più interessante, lo si può fare anche in RAW (anche se la raffica scende a 4fps). Nella D5300 si mantenevano i 5fps, ma solo per un secondo, mentre successivamente si procedeva lentissimi, a 1fps. In RAW+JPG ogni foto richiede circa 54MB e in passato dopo un solo secondo a 5fps si passava ad uno scatto ogni 2 secondi, mentre la D5500 è in grado di fare 6 scatti a 4fps per poi mantenere un ritmo di 3fps praticamente all’infinito. Complessivamente è molto più efficiente il nuovo modello, peccato solo che non mantenga i 5fps in RAW e RAW+JPG (test effettuati con una SanDisk Extreme Pro da 95MB/s).

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Messa a fuoco

La Nikon D5500, come la precedente, non dispone di un motore AF integrato e quindi si ha questa funzione solo con obiettivi AF-S. In sostanza a differenza dei modelli più costosi (dalla serie D7xxx in poi) non ci permette di avere il fuoco automatico con i vecchi obiettivi Nikon. Va precisato che normalmente non si tratta di un problema perché tutti gli obiettivi DX hanno il motore di messa a fuoco interno, l’unico limite risiede nell’impossibilità di avere il fuoco automatico su vecchie lenti AF-D/AF-G. Il modulo AF è lo stesso della D5300, con 39 punti di cui 9 a croce per la massima sensibiltà.

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Si può impostare in modalità automatica, AF punto singolo oppure passare ad utilizzare l’area dinamica, che consente alla fotocamera di mantenere il fuoco anche se il soggetto si muove in uno spazio ristretto. Con questa modalità, che può essere attivata su 9, 21 o 39 punti, la fotocamera riesce ad impostare la messa a fuoco in base ai punti circostanti al soggetto principale, mantenendola anche se questo si sposta dalla sua posizione. Alternativamente c’è il classico tracking 3D, che attivando anche l’AF-C (ovvero continuo) consente di seguire un soggetto che si muove nel fotogramma. Per modificare tutti questi settaggi si deve usare il tasto “i” e poi selezionare sullo schermo le due impostazioni dedicate all’AF, quella per il modo e quella per l’area, il tutto in modo piuttosto semplice. Da segnalare la presenza di una luce di assistenza alla messa a fuoco, utile quando l’illuminazione non è sufficiente. In modalità spot singolo si può comodamente usare il pad direzionale per spostare il punto di messa a fuoco. Per quanto riguarda la velocità dell’AF questa dipende dall’obiettivo (perché come abbiamo detto non c’è un motore integrato nella fotocamera) e il 18–55 del kit se la cava discretamente, anche se non è al livello dei migliori AF-S Nikon.

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Metering – Esposizione

La misurazione esposimetrica si basa su ben 2016 pixel RGB e si è dimostrata abbastanza efficiente. Tramite il menu “i” può essere impostata su matrix, ponderata al centro e spot, il primo dei quali è il valore predefinito. Lavorando con priorità di tempi e diaframmi ho potuto constatare l’efficacia del matrix che riesce ad esporre correttamente la maggior parte delle scene. Nelle condizioni in cui vi sia una gamma dinamica troppo estesa per il sensore, caratterizzata da ombre particolarmente chiuse e aree luminose molto chiare, la fotocamera tende a bruciare leggermente le alte luci. Non è un comportamento perfetto ma l’ampia possibilità di recupero in post-produzione generalmente risolve il problema. Essendo consapevoli di questo tipo di comportamento, dove si presentino forti contrasti è bene sottoesporre di 1/3 stop.

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WB – Bilanciamento del bianco

Anche il bilanciamento del bianco si modifica dal menu veloce attivabile con il tasto “i”. Da qui possiamo scegliere: automatico, incandescenza, fluorescenza, sole diretto, flash, nuvoloso, ombra e premisurazione manuale. A differenza delle altre Nikon di fascia più elevata nella D5500 ci sono due limiti. Il primo è che non esiste una scorciatoia per misurare il bianco al volo dopo aver selezionato il metodo PRE dal menu “i” e per farlo è necessario accedere al “menu principale / menu di ripresa / bilanciamento del bianco”. Il secondo è che manca il settaggio con gradi Kelvin, che può essere utile in alcune occasioni. Per quanto riguarda l’efficienza del bilanciamento automatico del bianco abbiamo una leggera tendenza al freddo di giorno e al caldo di sera, ma complessivamente i risultati sono validi.

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Flash

Il piccolo flash a popup si attiva elettronicamente premendo il pulsante posto in alto a sinistra (quindi solo a fotocamera accesa). Lo stesso pulsante può essere usato insieme alla ghiera principale per impostare la modalità di funzionamento: fill flash, riduzione occhi rossi o seconda tendina. Se invece oltre al tasto flash si tiene premuto anche quello della compensazione, si può usare la ghiera dei parametri per modificare la potenza del flash da –3 a +1 con scatti di 1/3EV. La potenza del lampeggiatore integrato offre una copertura fino a 12 metri alla sensibilità base di 100 ISO, valori più che validi per una reflex. Non c’è la possibilità di controllare flash esterni via wireless, ma si possono comunque adoperare sulla slitta superiore con una velocità di sincronizzazione fino ad 1/200 sec.

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Qualità d’immagine e resa ad alti ISO

Il sensore della Nikon D5500 non è stata ancora testato da DxOMark, tuttavia ci sono tutte le ragioni per credere che sia lo stesso del modello precedente. Eventuali miglioramenti minori potrebbero essere dovuti ad un perfezionamento dello sviluppo JPG grazie al processore Expeed 4, ma non ci aspettiamo cambiamenti sostanziali rispetto la D5300. Potreste pensare che si tratti di una battuta d’arresto per Nikon, ma dovete considerare che già il modello precedente era al top del mondo APS-C. Per farvi un esempio, vi mostro un confronto con due DSLR prosumer, come Canon 7D Mark II (recensione) e Pentax K-3 (entrambe più costose), da cui si evince che già la D5300 offriva prestazioni migliori.

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Questo dato viene facilmente confermato dagli scatti di prova che, pur essendo catturati con l’economico obiettivo 18-55 del kit, offrono un ottimo livello di dettaglio.

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Oltre a questo è anche molto importante la gamma dinamica, che qui raggiunge i 14 stop, offrendo una resa ottimale per la paesaggistica e, più in generale, per qualsiasi scatto in condizioni di luce non omogenea. Inoltre c’è un alto livello di recuperabilità delle ombre, caratteristica che da qualche tempo contraddistingue tutti i sensori prodotti da Sony per Nikon.

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Per quanto riguarda la resa ad alte sensibilità sono rimasto stupito positivamente. Infatti fino a 1600 ISO le immagini risultanti sono molto pulite se sviluppate con Nikon Capture NX-D alle impostazioni standard. Forzando l’azzeramento completo della riduzione del rumore si nota un po’ di disturbo, ma sono preservati anche i dettagli più sottili.

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Di seguito andiamo ad analizzare la resa con tutte le sensibilità disponibili grazie al nostro classico test con luce controllata. I file JPG sono in qualità “fine”, memorizzati direttamente dalla fotocamera, mentre i RAW sono stati sviluppati con Capture NX-D azzerando completamente la riduzione del rumore, così da vedere esattamente cosa cattura il sensore.

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L’obiettivo del kit non aiuta a valutare correttamente la qualità di questo sensore, il quale risulta essere molto dettagliato anche ad alte sensibilità ma, per essere sfruttato a dovere, richiede delle lenti adeguate. In tutti i casi i JPG sono sviluppati senza troppa nitidezza “aggiunta” con il picture style predefinito, quindi le immagini al 100% possono sembrare un po’ “morbide” visto che si lavora su ben 24MP. Come si può notare dai crop, solo a 3200 ISO il rumore inizia ad essere invadente, andando a disturbare i RAW e ad appiattire i JPG. A 6400 ISO le immagini sono ancora usabili per stampe di piccolo formato, mentre i 12800 ISO sono il limite da non superare neanche per l’uso su internet. Infatti i 25600 ISO sono eccessivamente rumorosi nel RAW e troppo deteriorati anche in JPG.

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Connessioni, memoria, batteria

Altro piccolo ma significativo update riguarda la disposizione delle connessioni. Nella D5300 erano tutte nello sportellino sulla sinistra, ma inserendo un cavo HDMI per sfruttare l’uscita video si impediva il movimento dello schermo. Nella D5500, invece, la porta HDMI è stata spostata sulla destra, poco sopra lo sportellino per la memoria in standard Secure Digital.

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Nello sportellino sulla sinistra rimangono (dall’alto) la porta per il telecomando col filo, l’ingresso audio per il microfono e l’uscita USB combinata con quella audio/video analogica (i cavi sono in dotazione). La batteria è invece posizionata nel vano in basso ed è una EN-EL14a da 1230mAh / 8,9Wh, tuttavia la fotocamera è compatibile anche con la precedente EN-EL14. L’autonomia stimata dal CIPA è molto elevata, perché offre la possibilità di catturare fino a 820 scatti. Nel periodo di prova devo dire di non aver raggiunto mai questa quantità, limitandomi a circa 500 foto, però l’ho utilizzata anche per navigare molto spesso nei menu, nelle impostazioni e nella revisione delle immagini. In tutti i casi la durata della batteria è decisamente buona.

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Sulla sinistra si trova il logo del Wi-Fi che ci ricorda che la D5500 possiede la connettività wireless. Per attivarla bisogna accedere al “menu principale / menu impostazioni / Wi-Fi” e verrà creata una rete a cui collegarsi con lo smartphone. La procedura avviene sempre manualmente perché manca il modulo NFC.

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Una volta connessi bisogna lanciare l’app Wireless Mobile Utility di Nikon e ci si troverà di fronte ad una scelta molto semplice: scatta foto o visualizza foto. La prima attiva il LiveView sulla fotocamera e ci consente di modificare il punto di messa a fuoco con un tap e scattare, ma non offre la possibilità di modificare i parametri manualmente. La seconda accede alla memoria interna per scaricare le foto sullo smartphone. Oltre al controllo manuale dei parametri manca anche la possibilità di catturare video o geotaggare le foto.

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Video

Ormai non c’è fotocamera che non offra la possibilità di registrazione video e le funzionalità sono sempre migliori in ogni nuovo modello. La D5500 offre una qualità video fino al 1080p @ 50fps con registrazione in formato MOV e codifica H.264. C’è incluso un microfono stereo, i cui fori sono visibili in alto, ma grazie all’ingresso audio da 3,5mm possiamo collegarne uno esterno di migliore qualità e l’uscita video HDMI è molto utile per l’utilizzo di un monitor. Non c’è un modo specifico per il video mai si può avviare la registrazione da ogni modalità premendo l’apposito pulsante rosso, sempre dopo aver attivato il Live View.

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Le impostazioni del filmato sono nascoste nel menu principale, nell’ultima voce del menu di ripresa. Oltre alla qualità, qui si può scegliere di attivare il controllo manuale, perché altrimenti l’esposizione sarà completamente automatica. La prima cosa che non mi è piaciuta è che fin tanto che non si attiva il video manuale l’anteprima Live View non fa vedere l’esposizione reale, non solo per i video ma anche per le foto. Per essere più chiari: con le impostazioni di base la fotocamera non mostra il variare dell’esposizione in base ai parametri di apertura/tempo/iso finché non si attiva il controllo video manuale. Quindi questa stessa voce di menu serve non soltando ad abilitare i controlli manuali per i filmati ma anche per attivare quella che normalmente si chiama “anteprima costante dell’esposizione”, cosa che non è assolutamente chiara dal menu è che non ha senso legare a doppio filo.

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Altro aspetto negativo è che non si può modificare l’apertura senza prima uscire dal Live View, quindi rende più complicato lavorare rapidamente sui video. Infine c’è la messa a fuoco continua, che nei video si comporta più o meno come in tutte le reflex, ovvero lenta ed imprecisa. Complessivamente mi sembra migliorata rispetto la D5300, almeno in velocità, ma Canon si trova un passo avanti con le sue ultime DSLR grazie al Dual Pixel CMOS AF. Anche ai neofiti consiglio il fuoco manuale nei video con la D5500, perché se è vero che richiede del lavoro in più rispetto alle videocamere, si ha comunque un maggior controllo sui risultati. Sempre molto gradita la presenza di un intervallometro integrato, che consente di catturare facilmente tutte le foto necessarie a creare un Time-Lapse senza dispositivi aggiuntivi.

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Conclusione

A fine settembre dell’anno scorso avevo provato la D5300 (recensione), che era già un prodotto molto convincente sotto diversi punti di vista. Non si può dire che la Nikon D5500 sia molto diversa dalla precedente, perché la maggior parte degli aspetti principali – come sensore, AF e mirino – sono praticamente identici. In questo segmento è facile che il nuovo modello rappresenti esclusivamente una evoluzione ed è questo che mi aspettavo dalla D5500. Il corpo è più ergonomico, alcuni controlli sono stati spostati e ridisegnati per risultare più comodi da usare, la batteria dura più a lungo, il display è touch-screen, l’uscita video è stata meglio posizionata, ma si è perso il GPS e rimangono invariati alcuni difetti del modello precedente. Sicuramente ci sono dei passi avanti, ma non sono così consistenti da rendere obsoleta la D5300, che, al contrario, trovata a prezzo conveniente può risultare anche oggi un ottimo acquisto. Complessivamente la Nikon D5500 rimane una fotocamera in grado di interessare sia i fotografi alle prime armi che quelli più avanzati, unendo un corpo compatto ed un pratico display snodato con una qualità elevata del sensore e funzioni avanzate quali l’intervallometro, utile per creare facilmente degli spettacoli Time-Lapse. L’unico dubbio è che, essendo stata appena lanciata, il prezzo di acquisto è ancora piuttosto elevato. Infatti si trova a circa 850€ con il 18-55 VR, prezzo con il quale si potrebbe pensare di portare a casa una più professionale D7000 con 18-105 VR, risparmiando anche un centinaio di euro. Tuttavia si tratterebbe di un passo in avanti per il corpo ma uno indietro su molti aspetti, tra cui anche la qualità del sensore. Diciamo che la D5500 offre attualmente il massimo della qualità in formato DX (APS-C) con un corpo di poco superiore ad una entry-level.

PRO
Sensore 24MP senza filtro low-pass
Ottima gamma dinamica e ampio recupero delle ombre
Buona resa ad alti ISO
Compatta e leggera, ma con una impugnatura comoda
Controlli ricchi e parzialmente personalizzabili
Ampio e comodo display articolato con funzionalità touch
Utile funzione Time in aggiunta a Bulb
Buon buffer nella raffica
AF performante per la categoria
Buona durata della batteria
Wi-Fi integrato
Ottimo menu rapido “i” modificabile in punta di dita
Intervallometro integrato
Menu semplici, ma ricchi di opzioni (alcune troppo nascoste)

CONTRO
Manca un sensore di luminosità per il display
Poco controllo via Wi-Fi
Alcune impostazioni potrebbero essere più chiare
Impossibilità di modificare l’apertura in LiveView/video
AF continuo impreciso nel video
Ha perso il GPS integrato
Prezzo di lancio elevato

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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