Il primo giorno di Apple Watch in preordine batterebbe mesi di Android Wear in vendita

Un inizio di cui Apple non può che essere soddisfatta, per il suo Watch. In fase preordine da appena qualche giorno, con disponibilità limitata ad alcuni paesi mondiali, ha già registrato solidi dati di vendita, con 957.000 utenti nel campione intervistato da Slice Intelligence che si è già assicurato un’unità dello smartwatch di Cupertino. Non si tratta di numeri ufficiali, beninteso, per i quali dovremo attendere Apple, tuttavia i dubbi sulla veridicità sembrano pochi. Ma c’è un particolare, inizialmente sfuggitoci oggi e poi ripreso da 9to5Google, a stupire: il confronto coi dispositivi Android Watch, in vendita già da diversi mesi.

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A dare l’opportunità di tale comparativa è Canalys, che lo scorso febbraio ha rivelato l’andamento delle vendite per i prodotti dotati del sistema operativo da polso di Google. In tutto il 2014, considerando ovviamente che quasi nessun modello è stato reso disponibile sin da inizio anno, il totale ammonta a 720.000 unità. Considerando, seppur a tentoni, il possibile prosieguo in questi primi mesi del 2015, la cifra potrebbe essere più vicina al milione. Ciò non contribuisce però ad alleggerire molto la situazione, che vede allo stato attuale l’Apple Watch riuscire in un solo giorno di preordini a fare meglio della concorrenza nel corso di un anno solare. Un risultato su cui, a parte la stessa Apple, non sono sicuro avrebbero scommesso tanti.

Meritevole poi il confronto rapido delle due piattaforme. Da un lato troviamo l’Apple Watch, monomarca, che occupa diverse fasce di prezzo sopra i 399 € e non sotto, legato espressamente al solo iPhone e almeno per ora con poca “vita autonoma” quando lontano dal dispositivo principale. Dall’altro abbiamo invece Android Wear, piattaforma aperta ad ogni produttore, che occupa pressoché qualsiasi fascia di prezzo e non di rado con 399 € si è vicini al top, si abbina a milioni di smartphone diversi e non per forza di alta gamma, riesce ad avere un po’ più indipendenza anche come dispositivo in solitaria. Il pacchetto offerto dal robottino verde sembra essere più allettante, sulla carta. Ma ci sono delle necessarie variabili di cui tenere in considerazione.

La più immediata è certamente l’effetto immagine: già tempo prima del keynote dello scorso settembre, Apple era ritenuta il “gigante dormiente” del settore. A Tim Cook era chiesta una prova di forza, una dimostrazione che sapeva andare oltre prevedibili evoluzioni dei prodotti dell’era Jobs. Era da anni che la società non si tuffava più in un settore per lei nuovo, come aveva fatto tempo prima con lettori portatili, smartphone e tablet. Parte della potenziale utenza degli smartwatch l’ha attesa al varco, prima di decidere. E sembra che quanto visto non abbia deluso le aspettative, a giudicare dai preordini. I dettagli e l’esperienza d’uso sembrano in linea con ciò che ci si aspetta da un prodotto Apple, seppure alla sua prima generazione e coi difetti del caso, come quelli evidenziati puntualmente da The Verge che solitamente è ben più prodiga di punteggi verso gli iDevices: lentezza in alcune situazioni, notifiche migliorabili, prezzo caro, emoji discutibili.

Più nel lungo termine, invece, è il fenomeno a cui abbiamo già assistito in altri ambiti. Anche negli smartphone, sulla carta, Android offre un pacchetto più completo. Idem sui tablet. Eppure iPhone e iPad continuano a cavarsela bene, col primo che grazie all’accoppiata 6/6 Plus ha ritrovato maggiore peso nel mercato. Per materiali, esperienza d’uso e parco app rimangono ancora preferiti nella fascia alta e medio-alta rispetto a gran parte delle controparti Android, con Samsung a tenere principalmente testa. Apple non si impegna nel cercare le altre fasce, non ne sente il bisogno, considerati i guadagni che fa già col posizionamento mirato. Tutti segnali che fanno propendere per un simile percorso anche per il Watch, che con molte probabilità da un punto di vista strettamente numerico, in una sorta di “Apple contro Resto del Mondo”, non potrà reggere il primato, proprio come accaduto agli altri prodotti del mondo iOS, ma guardando ai singoli produttori potrebbe dominare le classifiche o almeno lottare ad armi pari con Samsung. Man mano che il software si perfezionerà, le app miglioreranno e l’hardware maturerà con le prossime generazioni, i lati negativi iniziali si ridurranno, o quantomeno è ciò che si spera.

Una riflessione che guarda tanto al presente quanto al futuro, con la necessità di vedere sul campo se potrà reggere. Come spesso diciamo in chiusura, sarà il mercato a stabilirlo, ora più che mai. Vedremo se questo potenziale gol per Apple sarà effettivamente convalidato e in che modo proseguirà la partita, con Google che non si farà certo pregare per controffensive interessanti.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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