Recensione: Sennheiser Momentum 2 Over Ear, la ricerca della perfezione

Un mese fa ho pubblicato la recensione delle cuffie Momentum Over Ear, in occasione di un particolare sconto che le rendeva fortemente appetibili. Sennheiser aveva però già presentato la nuova generazione M2, destinata a limare i pochissimi peccati della prima e a renderla ancora migliore. Nell’ultima settimana ho avuto modo di provare il nuovo modello, mettendolo a confronto con il vecchio per portare alla luce le varie differenze.

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Il bellissimo design delle cuffie è rimasto sostanzialmente invariato, essendo ormai un tratto distintivo fortemente riconoscibile ed apprezzato. L’archetto è in acciaio inox, minimale ed elegante, mentre la copertura superiore è in pelle con un’adeguata imbottitura alla base. Anche se può sembrare identico al precedente, c’è una novità importante, ovvero le cerniere nella giuntura tra il metallo e la pelle. Grazie a questi elementi, robusti e ben realizzati, la cuffia si può ripiegare, occupando meno spazio nel trasporto. Di conseguenza anche la custodia si è notevolmente rimpicciolita.

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Altri particolari di design sono rimasti immutati, come le belle impunture a vista nella zona superiore, le due placchette in acciaio sulla pelle, con i loghi Sennheiser e Momentum, oppure il pratico (e preciso) sistema a slitta per regolare la posizione dei padiglioni. Una novità prettamente estetica è che la S di Sennheiser, posta sulle due placche metalliche laterali, è ora iridescente, cambiando colore in base all’inclinazione dei raggi luminosi. L’ho notato quasi per caso, ma è un dettaglio che fa capire la cura con cui sono realizzate queste cuffie.

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Parlando di miglioramenti rispetto il primo modello, una delle cose più importanti è che i padiglioni sono stati completamente riprogettati. Ora sono nettamente più grandi, avvolgono l’orecchio in maniera ottimale e l’imbottitura (morbidisima) si poggia sul capo, come dovrebbe accadere in una Over Ear. Nelle precedenti cuffie i padiglioni erano un po’ a limite come dimensione e potevano poggiare sull’orecchio, diventando un po’ pressanti nelle lunghe sessioni d’ascolto. Insieme al fatto di non essere richiudibili, questo è stato il secondo aspetto negativo segnalato nella mia recensione del vecchio modello. E, come avrete capito, Sennheiser li ha risolti entrambi.

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Per quanto riguarda il cavo di collegamento ci sono delle novità da segnalare, alcune importanti, altre meno. Struttura e robustezza sembrano invariate, così come la lunghezza di 1,4m. Si è però deciso di collegare il cavo al padiglione destro invece che a quello sinistro. Non saprei dire le ragioni dietro questa scelta, ma non ho riscontrato differenze tangibili nell’uso quotidiano. Il jack da 3,5mm che si collega alle cuffie ha ora un sistema con aggancio sicuro: si inserisce e si avvita leggermente verso destra, così non si può scollegare accidentalmente (ottima idea). Cambia anche il jack all’altra estremità, che non ha più quel sistema mobile visto nel precedente modello ma un classico spinotto diritto (preciso che sul sito lo fanno vedere ad L, ma nel mio esemplare è dritto).

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Sul controller mulimediale (che include anche un microfono MEMS per le conversazioni telefoniche) vanno fatte alcune precisazioni. Nelle prime Momentum c’erano due cavi, uno dei quali semplice, mentre nelle nuove c’è solo quello con i controlli. In fase d’acquisto si deve scegliere la cuffia per iOS o quella per Android, le quali differiscono solo ed esclusivamente per il cavo. A questo punto mi chiedo, visto anche il prezzo elevato delle cuffie, perché non inserirli entrambi in un’unica confezione? Io, ad esempio, ho provato il modello per iOS, ma posseggo anche smartphone Android e, su questi, non funzionano i controlli volume. Visto il costo irrisorio del cavo, si sarebbe fornito un pacchetto più completo ed un servizio migliore all’acquirente, senza costringerlo a scegliere la piattaforma. Inoltre il controller è stato riprogettato, ma non mi sembra migliorato nella struttura. Prima era di metallo e probabilmente risultava un po’ troppo voluminoso, mentre ora è sì più piccolo ma è realizzato con semplice plastica nera. A colpo d’occhio lo preferisco, perché è meno vistoso, e devo dire che anche i tasti si premono più facilmente, però ho il dubbio che possa essere meno robusto di quello vecchio. È solo un dubbio, comunque, potrebbe anche resistere meglio alla prova del tempo.

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Guardando i padiglioni delle Momentum 2, si nota anche che hanno uno spessore maggiore rispetto quelli del modello precedente e la causa è probabilmente da ricercare nei nuovi driver, montati su diafframmi più ampi. La risposta in frequenza non è cambiata (16-22000 Hz), ma c’è un nuovo trasduttore (sempre da 18 ohm) sviluppato da Sennheiser. Inoltre la sensibilità è salita da 110 a 113 dB: una differenza apparentemente piccola, ma che comporta un evidentemente miglioramento nella pressione sonora. Le nuove cuffie “suonano più forte”, e si sente.

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Tuttavia, anche al massimo volume sullo smartphone, non ci sono distorsioni evidenti e la qualità percepita rimane molto buona (a patto di non usare file scadenti). Mettendo da parte le differenze di volume, si apprezza un bilanciamento dell’audio diverso nelle Momentum 2. I bassi hanno un impatto maggiore e il suono è più ricco e caldo. Apprezzabile anche il senso di spazialità, difficile da trovare in una cuffia chiusa. Gli alti sono forse meno brillanti rispetto le prime Momentum, ma la loro resa è comunque precisa. Ci ho ascoltato un po’ di tutto, dal progressive allo smooth jazz, passando per il pop, rock, classica. Il sound è sempre molto equilibrato, la dinamica è vivave ma non troppo spinta e il senso di immersività è totale grazie ai nuovi padiglioni. C’è pochissima dispersione sonora e l’isolamento acustico, seppur passivo, è molto efficace. Tuttavia, se stiamo ascoltando ad un volume sostenuto, chi ci sta vicino riesce a sentire un po’ la musica.

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La maggior parte delle prove le ho eseguire da smartphone, perché è quello l’uso principale a cui sono destinate le Momentum 2. Vista la buona resa, però, ho deciso di vedere come suonavano al computer, usando dei flac lossless e il DAC Audioquest DragonFly 1.2. Dato il maggior livello d’uscita della sorgente rispetto lo smartphone, il volume è nettamente più forte. Già al 40% si ottiene la stessa pressione sonora che sia ha da smartphone al 100%. A parte questo, si può dire tranquillamente che è tutta un’altra musica. Si apprezzano anche le più piccole sfumature degli strumenti musicali, il suono è più vivo e presente, e tutte le frequenze sono riprodotte meglio. Per quanto siano cuffie nate alla mobilità, con una spesa tutto sommato contenuta – per un DAC – è possibile apprezzarle veramente appieno. Il suono continua ad avere una prevalenza di tinte calde, ma le alte frequenze risultano più cristalline e la dinamica più coinvolgente. Insomma, se ne avete la possibilità, dotatevi di un DAC e sarà come ascoltare per la prima volta tutti i vostri brani preferiti e le Momentum 2 sprigioneranno tutta la loro qualità.

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Conclusione

Ho usato per 4 mesi le prime Momentum e, a parte i due difetti citati nella precedente recensione, mi sono sembrate davvero delle buone cuffie. Sono stato contento che Sennheiser abbia ascoltato i propri utenti nel realizzare le Momentum 2, andando a risolvere quelle problematiche con dei padiglioni più grandi ed un’ottimo sistema di chiusura. Già queste due cose sarebbero state sufficienti, ma la casa tedesca è andata oltre ed ha migliorato anche il suono. Grazie all’ottima ergonomia e ad una resa equilibrata, non ti stancheresti mai di indossarle. Rimangono sicuramente care, ma è indubbio che nel prezzo incida anche la qualità del design e dei materiali. Sono cuffie da amare, che conquistano già dalla prima foto e confermano la loro qualità dal vivo e sentendole suonare. Il mio unico rammarico è che nella dotazione di base non abbiano inserito sia il cavo per iOS che quello per Android. Con un prezzo di vendita di 319€ ci potevano tranquillamente stare entrambi e si sarebbe fornito un pacchetto molto più pratico per l’acquirente. Dopotutto non è così insolito che si abbia uno smartphone Android e un tablet con iOS (o viceversa). O due smartphone diversi per due SIM, come capita a me. Insomma, è un dettaglio, ma che avrebbe completato un quadro complessivamente molto positivo.

PRO
Design elegante e professionale
Costruzione al top, materiali di qualità e finiture eccellenti
Ripiegabili e con pratica custodia da trasporto inclusa
Suono equilibrato, ricco e potente (migliorato rispetto il primo modello)
Padiglione più ampio e comodo (in ottima pelle traspirante)
Cavo con controlli, microfono e aggancio sicuro alle cuffie
Buon isolamento acustico

CONTRO
 Peccato dover scegliere a priori il cavo per iOS o Android, sarebbe stato meglio averli entrambi
 Prezzo elevato

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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