Definito lo standard Ultra HD Blu-ray, potrà competere con lo streaming video?

Se dovessimo dar retta ad Apple, il Blu-Ray potrebbe non essere mai esistito. Non solo non è mai stato montato sui Mac ma hanno perfino deciso di eliminare il tradizionale DVD da tutti i computer, compresi quelli dove non ci sarebbero stati problemi di spazio (vedi iMac e Mac mini). L’idea è quella che i video debbano essere serviti esclusivamente in streaming via iTunes, anche se al momento a farla da padrona è Netflix, che produce circa 1/3 di tutto il traffico internet degli Stati Uniti. Proprio quest’ultimo servizio potrebbe arrivare anche in Italia entro la fine dell’anno, perché pare si sia raggiunto un accordo di partnership con Telecom/Tim. Lo streaming video ha degli indubbi vantaggi di praticità, ma richiede una banda minima costante per poter funzionare adeguatamente. In Italia sono già diffuse le offerte Fiber To The Cabinet nella maggior parte dei capoluoghi e proprio Telecom punta a servire centinaia di nuovi comuni entro il 2016. Tuttavia la qualità di queste linee non è sempre elevata (diversamente dalla Fiber To The Home) e la diffusione è ancora lontana dall’essere capillare. Inoltre bisogna considerare che mentre con la musica abbiamo già la possibilità di streaming ad alta qualità con “poca banda”, questo non vale per il video, dove ne è richiesta molta di più, specie per i contenuti in 4K. Personalmente ho una piccola collezione di Blu-Ray di cui vado fiero, alcuni dei quali in 3D, e trovo che questo formato sia garanzia di qualità audio/video. Allo stesso modo la pensa la Blu-ray Disc Association (BDA) che proprio in questi giorni ha concluso i lavori per il futuro standard Ultra HD Blu-Ray, di cui è stato reso noto anche il logo.

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Il nuovo formato sarà retrocompatibile con il precedente, per cui i player leggeranno anche i tradizionali Blu-Ray Disc, e offrirà la risoluzione video 3840 x 2160, comunemente nota proprio come Ultra HD. Tra le altre specifiche interessanti il supporto per l’HDR video, che consente di incrementare la gamma dinamica, nonché per l’HFR, ovvero frame rate superiori ai tradizionali 24 cinematografici (soluzione utilizzata ad esempio dal film Lo Hobbit). Da notare anche la funzione opzionale Digital Bridge, che consentirebbe di avere accesso ad una copia digitale del film acquistato. Ci vorrà del tempo affinché questo nuovo standard si diffonda, ma è probabile che rimarrà limitato ad una ristretta nicchia di utilizzatori. Infatti non tutti ricercano qualità audio/video particolarmente elevata e la comodità – e relativa economicità – dei servizi di streaming potrebbero risultare un freno decisivo. Personalmente, però, pur essendo attratto da Netflix, credo che continuerò ad acquistare Blu-Ray Disc e non avrò riserve a passare all’Ultra HD appena questo sarà disponibile sul mercato. Forse faccio parte di quella minoranza citata poco prima, per cui mi piacerebbe conoscere il parere dei nostri lettori.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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