L’epicentro del cambiamento. Questo lo slogan con cui Apple presenta per quest’anno la sua conferenza annuale WWDC, rivolta soprattutto agli sviluppatori. Eppure, a giudicare dai rumor che ci sono stati, non sembrano profilarsi grandissimi cambiamenti. Migliorie gradite, sia chiaro, ma qualora le fonti di Mark Gurman avessero ragione credo che il motto menzionato all’inizio avrebbe calzato maggiormente col 2013 o il 2014, dove sono stati dati veri scossoni all’interno dell’ecosistema software Apple. Con questo roundup finale andiamo a vedere cosa potremmo davvero aspettarci.

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iOS 9

Come abbiamo già accennato, di cambiamenti epocali non sembrano esserne previsti. La trattativa interna tra ingegneri software e dirigenti Apple avrebbe portato a un compromesso che non esclude nuove funzionalità ma dà priorità al perfezionamento della base già esistente, andando a risolvere molti dei problemi lamentati da una parte dell’utenza dopo il passaggio a iOS 8. L’aspetto estetico dovrebbe ricevere leggere variazioni, principalmente per quel che riguarda Siri con un aspetto più vicino alla versione per Apple Watch nonché per l’adozione del font San Francisco, che ha visto il suo battesimo proprio sul Watch. Stando al roundup di Gurman sarebbe però stata sviluppata una variante del font, San Francisco Rounded, più a suo agio sui sistemi operativi primari di Cupertino; ciò dovrebbe aver risolto le dispute interne che vedevano questa transizione ancora in bilico. Infine, anche alcune icone ed aree di iOS sarebbero state sottoposte a maquillage perlopiù cromatico.

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L’esperienza d’uso sarebbe comunque destinata a ricevere qualche scossone, nonostante tutto. Spotlight e Siri avranno la possibilità di competere più ad armi pari con Google Now grazie a Proactive. Tale funzionalità permetterà agli strumenti di assistenza personale virtuale correntemente presenti di fornire risposte e suggerimenti anche sulla base delle abitudini dell’utente, col prezioso aiuto dato dall’integrazione con altre app, tanto integrate quanto di terze parti. Per Siri sarà inoltre messa a disposizione un’API destinata agli sviluppatori esterni, sebbene più limitata di quanto previsto inizialmente da Apple per motivi di privacy degli utenti. Su iPad due novità dovrebbero far da padrone: side-by-side e multiutenza. Delle due la prima è più imminente, con la possibilità di utilizzare contemporaneamente a schermo due applicazioni e aumentare le possibilità di multitasking in linea con quanto già offerto ad esempio da Windows 8.1 su tablet. Per la multiutenza occorrerà aspettare in quanto non è ancora pronta per il pubblico. Potrebbe arrivare nei prossimi mesi in concomitanza col chiacchierato iPad Pro da 12″ oppure debuttare solo con iOS 10. In ogni caso, quando arriverà il modello operativo risulterà non troppo diverso da OS X: ogni utente disporrà su un singolo iPad del suo set di applicazioni, documenti e contenuti multimediali. Si tratterebbe di una prima nel mondo iOS, ma non generalmente in quello tablet dato che già Android e Windows offrono tale feature. Da citare inoltre il supporto in arrivo per Force Touch, destinato principalmente ai prossimi iPhone 6s e 6s Plus.

Parlando di interventi sul parco app esistenti ci si aspetta molto da Mappe. Dovrebbe infatti ottenere finalmente un’opzione per il calcolo di percorsi su trasporti pubblici, inizialmente già prevista per l’ottava versione ma poi rimandata perché incompleta. Solo alcune città saranno però presenti al lancio: Londra, Parigi e Berlino risultano essere le più vicine a noi nella lista prevista. Ulteriori aggiunte saranno segnalate attraverso notifiche push. Meno certe risultano essere la sostituzione delle immagini di luoghi d’interesse ed esercizi commerciali provenienti da Yelp e una modalità in realtà aumentata per le principali attività presenti attorno all’utente. La minore certezza non significa che non arriveranno, piuttosto che verranno rimandate a un aggiornamento successivo come 9.1 o 9.2. Più in là nel tempo andrà invece la vera e propria creazione di mappe Apple annullando la necessità di ricorrere a terze parti come TomTom. Piccole migliorie toccheranno pure Messaggi, con la possibilità impostare conferme di lettura per singoli contatti così come per i gruppi, e la tastiera QuickType, con variazioni nel design e soprattutto un tasto Maiusc con maggiore chiarezza visiva sulla sua attivazione o meno.

In termini di nuove app, invece, due sarebbero le candidate all’inclusione. La prima è Home, destinata alla gestione di dispositivi terzi per la domotica col supporto HomeKit. Poche ma buone funzionalità: rintracciare e abbinare automaticamente in sicurezza i prodotti compatibili presenti in casa; creare viste delle stanze in cui essi sono disposti; coordinarsi con la Apple TV per renderla un hub centrale di connessione; proporre all’utente schermate di aiuto per semplificare tutto il processo di configurazione. Alcune aziende hanno lanciato proprio qualche giorno fa le loro prime proposte HomeKit, pertanto un’app del genere potrebbe essere utile a coloro che li acquisteranno. La seconda è iCloud Drive. Scopo e funzionamento sarebbero essenzialmente identici a quelli di servizi analoghi come Dropbox o Google Drive: gestire i propri file salvati sullo spazio di archiviazione remoto offerto da Apple. A livello di probabilità, Home sembra essere più decisamente in vantaggio. Non è escluso infatti che iCloud Drive mantenga il suo stato attuale più dietro le quinte, di cui andranno a beneficiare anche Calendario, Note e Promemoria al posto del protocollo IMAP attualmente utilizzato.

Guardando proprio alle implementazioni più profonde, il materiale di discussione non manca. Rootless sarebbe un nuovo meccanismo di difesa per le parti più critiche del sistema contro modifiche non autorizzate, destinata nelle intenzioni di Apple a dare un duro colpo alla comunità jailbreak. Trusted Wi-Fi proteggerebbe i dispositivi quando connessi a reti non conosciute attraverso meccanismi tra cui la cifratura. Ciò che sarà destinato a suscitare numerose reazioni tra il dolce e l’amaro è la compatibilità con vecchi dispositivi: a quanto pare tutti i dispositivi dotati di System-on-Chip A5, non solo quelli ancora venduti ma pure l’iPhone 4s fuori commercio ormai da quasi un anno, riceveranno iOS 9. Questa è la nota dolce, mentre quella amara è costituita dalle comprensibili reazioni dell’utenza quando si ritroverà davanti a un rilascio al di sotto delle aspettative come già accaduto con iOS 7 e 8 sugli iDevices non più “di primo pelo”. Apple sembra aver dato ascolto alle loro rimostranze, con un nuovo modello di sviluppo: al posto di preparare un sistema a blocco unico da cui poi sradicare le funzionalità non destinate ai vecchi prodotti, si parte da una base più piccola ed efficiente, dotata solo dello stretto necessario, su cui una alla volta vengono aggiunte e collaudate le feature, promuovendo solo quelle che danno buoni risultati nei test. Il risultato garantirebbe una maggiore longevità dell’hardware così come la non ripetizione di situazioni critiche del passato. Una mano in tal senso la darà pure il linguaggio di programmazione Swift, prossimo alla maturità con la versione 2.0. Ciò permetterà di integrare direttamente le apposite librerie in iOS, sollevando così gli sviluppatori di terze parti dalla necessità di includerle nelle loro app com’è attualmente d’uso. Ciò significa una riduzione delle dimensioni delle app scritte con Swift, a beneficio dei dispositivi con poco spazio di archiviazione e/o di chi non dispone di connessioni flat. Il passo successivo, ovvero la conversione dei software stessi di Apple, è invece previsto per il 2016 salvo complicazioni.

Prima di concludere questa sezione, però, lancio una piccola riflessione: effettiva voglia di allungare il ciclo vitale dei dispositivi, che potrebbe avere ripercussioni commerciali, oppure semplice opportunismo? Non nell’accezione cattiva del termine, si intende. Ipotizzando che a settembre l’iPhone 5c, l’iPod touch di quinta generazione e l’Apple TV di terza si congedino e lo stesso accada il mese successivo con l’iPad mini originale, non vi sarebbero più dispositivi Apple a 32-bit in commercio. Quale occasione migliore, dunque, per cessarne in blocco il supporto con iOS 10? Invece di rimuovere singoli terminali dalla lista dei compatibili, arrivati a questo punto tanto vale rimandare l’ora dell’esecuzione anche dei più vecchi. Ma questa è solo un’ipotesi personale, il cui riscontro affermativo o negativo si potrà vedere solo fra un anno.

OS X 10.11

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C’è da attendersi poco dalla prossima versione di OS X. Tutte le novità principali saranno infatti condivise con iOS 9: l’uso del font San Francisco Rounded, Rootless e Trusted Wi-Fi. I dettagli sarebbero gli stessi già scritti sopra, pertanto ripeterli sarebbe inutile. In aggiunta, potrebbe arrivare il Centro di Controllo, già previsto per Yosemite e scartato poco prima del debutto. In maniera simile all’omologo di iOS, dovrebbe contenere una serie di opzioni rapide sostituendo sia il menu Apple sia in parte le opzioni richiamabili premendo sulle icone di stato che diventerebbero semplici indicatori.

Apple Watch e watchOS

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Prevedibilmente, parlare di aggiornamento hardware per l’Apple Watch è molto prematuro. Sarà il sistema operativo watchOS a fare passi in avanti, nel frattempo. Una delle principali migliorie sarà Find my Watch, versione dedicata della funzionalità già vista sugli altri iDevices nonché su Mac. Le possibili azioni risulteranno le medesime: localizzare un Watch perso o rubato e dunque bloccarlo da remoto o cancellare i dati al suo interno. Non essendo però indipendente dall’iPhone cui è abbinato, Apple ha dovuto adattare la modalità operativa. A tal proposito hanno legato Find my Watch a un’altra delle novità in arrivo, Smart Leashing: l’orologio sfrutta il suo chip Wi-Fi per trovare la propria posizione e confrontarla con quella del Melafonino e se la distanza di quest’ultimo aumenta verranno visualizzate delle notifiche sul piccolo display. Così facendo si ridurranno i rischi di smarrimento dell’iPhone. Non è descritto nel dettaglio in realtà in che modo invece Smart Leashing coadiuvi in caso di perdita del Watch, ma presumiamo avvenga l’esatto contrario di quanto descritto poco fa, ovvero le notifiche arriveranno sullo schermo del telefono.

In merito alla salute, tra le priorità risulterebbe esservi un maggiore utilizzo del sensore per il battito cardiaco al fine di rilevare e notificare eventuali aritmie. Poco più in là arriverebbero monitoraggio della pressione e analisi del sonno, rimandando a future generazioni del dispositivo la misurazione del glucosio nel sangue. Per le app di terze parti Apple sarebbe sulla buona strada per promuoverle da semplici estensioni di quanto già installato sull’iPhone a soluzioni più autonome e soprattutto native. Simili aperture anche per le cosiddette Complicazioni, ovvero i mini-widget che si possono aggiungere ai quadranti. Infine, ma non bisogna aspettarselo domani, si sta lavorando su un maggiore distacco dall’iPhone cui dev’essere obbligatoriamente abbinato. Sarà in grado di sfruttare la sua componentistica interna per compiti autonomi. Che non sia così distante il momento in cui potremo accoppiarlo ad esempio a un Galaxy S6? Meglio mordere il freno.

Apple TV

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Pessime notizie: tutto rimandato. La nuova generazione prevista per la sua prima sul palco del Moscone Center dovrà attendere a causa del servizio pay-TV in concorrenza con gli operatori via cavo che Apple prevede di abbinarle. Ciò si riflette anche sull’apertura ad applicazioni di terze parti con uno Store dedicato. Ne riparleremo in autunno.

Apple Music

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Ecco l’altra grande novità. Questa non è legata ad iOS 9, ma alla versione 8.4 attualmente in Beta con la nuova app Musica. Che cosa sappiamo a riguardo? Innanzitutto, nessun legame col marchio iTunes. Sarà derivato da Beats Music ma non lo sostituirà subito del tutto, prevede un unico piano a pagamento da $10 al mese con prova gratuita di tre mesi per i nuovi utenti insieme a brani campione disponibili free scelti da artisti e case discografiche, sarà disponibile in numerosi paesi. Inoltre, ed è forse il vero epicentro del cambiamento considerando tutto, sarà disponibile su Android. Su Mac e Windows ci penserà invece iTunes 12.2. Ancora qualche dubbio sulla presenza? Lasciamo che lo dissipi il CEO di Sony Music. Non convinti? Ecco su Instagram il curatore dei contenuti francesi per Apple TV e Music. Se si tratta della voglia di diventare disoccupato, e speriamo per lui di no, oppure di un leak controllato lasciamo sia il lettore a deciderlo.

Come nota a margine, ma non per questo meno importante, iTunes Radio. Il servizio dovrebbe proseguire in modo indipendente da Apple Music e anzi costituirne di fatto la controparte gratuita per chi non intende abbonarsi né si accontenta degli assaggi liberi. Disponibilità su scala globale e varie stazioni curate direttamente da importanti personalità come l’ex-DJ di BBC Radio 1 Zane Lowe, Drake, Pharrell Williams, David Guetta e Dr. Dre che ha fatto il suo ingresso in Apple con l’acquisizione di Beats.

 

Concludiamo con un breve promemoria di invito per domani sera su #SaggioMela. Commenteranno il keynote di apertura della WWDC i nostri Maurizio ed Elio insieme a a Kiro di Melamorsicata.it e Luca Zorzi di EasyApple, con la possibilità per tutti gli ascoltatori di interagire in diretta attraverso Facebook e Twitter. L’appuntamento è per le 18.30 sulla pagina dedicata; in alternativa saremo live anche sull’app EasyRadio e sul nostro canale di Spreaker. Al termine, come di consueto approfondiremo qui sul sito tutti gli annunci. Vi aspettiamo!

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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