Negli USA, si sa, il problema della concorrenza sui mercati e della tutela dei consumatori è piuttosto sentito: del resto, l’economia federale si regge sopratutto su questi principi. Proprio in difesa di tali fondamenta si è mossa la FTC (Federal Trade Commission), organo competente per le salvaguardia della concorrenza sui mercati, che ha avviato un’indagine su Apple a causa del lancio di Apple Music: il servizio di streaming musicale di Cueprtino, incluso di default in iOS, potrebbe comportare una contrazione del business di quelli concorrenti come Spotify, Rdio o Tidal che, invece, devono essere già conosciuti dall’utente e scaricati a parte da App Store. Le società esterne, quindi, potrebbero perdere una gran fetta di utenza e di introiti solo perché Apple Music è già disponibile in ogni dispositivo iOS. Solitamente, questo tipo di indagine viene avviato solo per evitare abusi di posizione dominante sul mercato. A mio avviso, attualmente Apple Music è solo l’ennesimo concorrente di Spotify, atteso che Apple non si è ancora sbilanciata sull’effettivo numero di utenti che, qualora dovesse essere pari o superiore a quello degli altri servizi, potrebbe confermare i timori dell’FTC. Chissà se un giorno troveremo in iOS un ballot screen che ci chiederà di scegliere quale servizio usare, analogamente a quanto accade per Internet Explorer in ambito Windows.