Apple Music ha solo 8 giorni di vita, eppure è già sulla bocca di tutti. A differenza di altri servizi analoghi nati tempo addietro, come Spotify, Pandora o Rdio, è arrivato in un momento storico in cui gli utenti hanno già espresso la loro preferenza per lo streaming musicale, trovandosi quindi un mercato potenziale vastissimo. In sostanza non propone nulla di nuovo, ma i tre mesi gratuiti e il nome “Apple” sono stati sufficienti a calamitare l’attenzione dei media e dei consumatori. Abbiamo scritto diversi articoli analizzandone le caratteristiche, mentre le differenze con Spotify stanno venendo a galla giorno dopo giorno. Personalmente trovo che Apple Music abbia dalla sua una qualità audio leggermente superiore, ma gli mancano tante comodità del principale concorrente. È più complicato gestire e visualizzare i brani offline su diversi dispositivi, non c’è una playlist generica con le canzoni preferite, lo streaming non parte altrettanto velocemente e mancano tutte le playlist della community che contribuiscono a rendere “vivo” Spotify.
La situazione diventa ancora meno rosea su desktop, dove su iTunes confluiscono ormai troppi servizi diversi, rendendo complicata l’esperienza d’uso. Anche se possiede alcune pecche di gioventù, i concorrenti sanno bene di non poter sottovalutare Apple Music. I prezzi base dei servizi sono sostanzialmente analoghi (circa 10€/mese), ma a Cupertino hanno due assi nella manica oltre all’integrazione nativa con milioni di smartphone e computer, ovvero i tre mesi gratuiti e l’account familiare da 14,99€ per 6 utenti. Spotify Premium per la famiglia consente di avere il 50% di sconto sugli abbonamenti aggiuntivi, ma in 6 si arriva a spendere circa 35€ mese, quindi più del doppio.
A parità di offerta è chiaro che il prezzo può diventare un elemento discriminante nella scelta e Spotify ha un problema su piattaforma iOS, ovvero che gli abbonamenti sottoscritti dall’app devono, per regola, passare tramite le casse di Cupertino, che si tiene il 30%. Per questo motivo se ci si abbona da iPhone o iPad si pagano $3 in più al mese, cifra relativamente bassa ma che Spotify non si può più permettere per diverse ragioni. La prima è che contribuisce a gonfiare le tasche dell’ormai concorrente Apple, la seconda è che gli utenti più sprovveduti potrebbero pensare che il servizio sia più caro rispetto ad Apple Music. Vista la situazione, la dirigenza di Spotify ha pensato di contattare via email tutti quelli che si sono abbonati tramite App Store, suggerendo di risparmiare cancellando la propria iscrizione e creandone una nuova direttamente sul sito dell’azienda. Scelta condivisibile visto che quei $3 pesano all’utente, rendono meno concorrenziale Spotify Premium e sono un vero e proprio regalo per Apple.
Inoltre, come risposta ai tre mesi gratuiti di Apple Music, Spotify sta proponendo tre mesi di servizio Premium a soli 0,99€. Insomma, la presenza della casa di Cupertino inizia già a pesare nell’ambiente, creando una maggiore concorrenza a tutto vantaggio degli utenti.