Google Chrome prosciuga la batteria del Mac, meglio usare Safari

Il browser è probabilmente il programma che utilizziamo di più sul nostro computer. Lo usiamo per i social network, per la posta, per i video, per la musica, per le foto, per trovare e leggere informazioni e sempre più spesso anche per creare documenti. Per sceglierne uno piuttosto che un altro ci affidiamo alle nostre sensazioni di utilizzo più che ai benchmark e, personalmente, ne ho installati quattro: Safari, Chrome, Firefox e Opera. Prima dell’uscita del browser di Google utilizzavo sempre Safari come predefinito, ma successivamente gli ho preferito Chrome per alcuni anni. Di recente sono ritornato a Safari come principale, in quanto mi sembra più snello e reattivo. L’altro giorno, mentre registravo l’ultima puntata del SaggioPodcast, ad un certo punto le ventole del MacBook Pro sono impazzite. Guardando in Monitoraggio Attività ho scoperto che Chrome, su cui avevo aperto 5 tab, utilizzava il 100% della CPU. Cose del genere non succedono mai con Safari, per questo motivo, anche se li uso entrambi, la navigazione principale l’affido al browser di Apple. Un recente test di BatteryBox ha messo a confronto l’autonomia di un MacBook Pro Retina 13″, ripristinato alle impostazioni di fabbrica, utilizzando i tre principali browser.

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Ne è stato fatto un utilizzo misto sui siti più noti, guardando filmati in streaming, ascoltando musica, componendo email, navigando sui social network, effettuando ricerche e così via, ottenendo una durata media di 6 ore e 31 minuti con Safari, 5 ore e 29 minuti con Firefox e solo 5 ore e 8 minuti con Chrome. In pratica con il browser di Apple si ottiene 1 ora e 20 minuti di autonomia in più rispetto a quello di Google a parità di siti visitati. Una differenza non da poco che mi fa propendere decisamente su Safari.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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