La garanzia sugli acquisti in Italia, comunitari ed extracomunitari (con focus su Apple)

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L’uscita di un nuovo iPhone (così come quella di un qualsiasi altro dispositivo Apple) ha da sempre generato un forte hype in chi vuole ottenere un esemplare al lancio. Molto spesso gli appassionati pensano di poter acquistare il prodotto all’estero, sia per ottenerlo in anticipo che per risparmiare qualcosa. Quello che molti non sanno è che le modalità con cui la garanzia sul prodotto è erogata possono cambiare in base al Paese di acquisto, alla sottoscrizione di estensioni di garanzia fornite dal produttore piuttosto che dal venditore o dall’acquisto effettuato con o senza partita iva. Nel presente articolo saranno analizzati i diversi casi, tentando di spiegare al meglio gli scenari anche per chi non mastica diritto. Ovviamente, nonostante in questo caso io stia scrivendo da avvocato e non da blogger, il contenuto del post non dovrà essere preso come “legge”: fra il bianco e il nero ci possono esse milioni di sfumature di grigio e, pertanto, qualora vi vedeste negata la garanzia per un qualsiasi motivo, è opportuno che sentiate prima un collega esperto in diritto dei consumatori e che abbia anche ottime conoscenze in ambito tecnologico ed informatico.

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Cos’è la garanzia?

Innanzitutto è bene specificare che nel nostro ordinamento giuridico esistono due tipi di garanzia: una convenzionale ed una legale. La prima ha origine contrattuale, ossia può essere pattuita dalle parti all’atto della stipula di un contratto (quale può essere anche quello, semplice, di compravendita), la seconda, invece, è stabilita per legge, indipendentemente dalla sua previsione pattizia. Come vedremo in seguito, non può, infatti, essere derogata dalle parti. Il nostro codice civile riconosce diverse forme di garanzia, ma quella che ci interessa analizzare è la cosiddetta garanzia di conformità, ovverosia quella che ci tutela nel caso in cui i prodotti che acquistiamo quotidianamente, sia nei negozi fisici che online, presentino dei difetti di conformità. Con questa dicitura si intendono tutti quei difetti che possono presentarsi in un determinato arco temporale e che dipendono da un problema di produzione o di progettazione del bene. Se, invece, l’oggetto si rompe a causa nostra, non potrà essere invocato alcun difetto di conformità e si dovrà ricorrere ai più o meno costosi servizi di riparazione. È opportuno evidenziare che vi sono alcune casistiche specifiche da analizzare, relativamente agli acquisti effettuati come consumatori o come professionisti, ditte individuali, società o altri enti titolari di partita iva, visto che la tutela legale varia in base a più requisiti.

La garanzia (legale) di conformità e la garanzia commerciale: l’acquisto da parte del consumatore

Nel nostro ordinamento, la garanzia di conformità è disciplinata dal Codice del Consumo (art. 130 e ss.), introdotto in Italia per l’adattamento alla copiosa normativa europea che, a partire dalla direttiva 99/44/CE, ha iniziato a disciplinare i rapporti fra consumatori (cioè coloro che acquistano un bene senza partita iva, semplicemente da privati) e professionisti (ovvero società di persone o di capitali, ditte individuali e, ovviamente, liberi professionisti). Per qualsiasi bene acquistato, il consumatore ha diritto a due anni di garanzia da parte del venditore. Che cosa significa? Per qualsiasi difetto che non dipenda da un utilizzo scorretto del bene, il consumatore potrà chiedere a chi glielo ha venduto il ripristino dello stesso o, nel caso non possa essere riparato, la sostituzione con uno nuovo. La garanzia di conformità ha una validità di due anni che decorrono dalla consegna del bene al consumatore. È, infatti, importante specificare che il termine si computa da quando il consumatore ha effettivamente la disponibilità del bene, poiché l’operazione di acquisto può perfezionarsi anche in un momento antecedente alla consegna dello stesso: basti pensare agli acquisti online. Accanto alla garanzia di conformità, spesso i produttori (cioè coloro che  producono il bene e che non necessariamente ne sono anche i venditori) prevedono una garanzia commerciale, di natura contrattuale, solitamente della durata di un anno. Quest’ultimo tipo di garanzia si affianca ma non si sostituisce a quella di conformità: spetterà quindi al consumatore decidere quale delle due strade percorrere.

La garanzia (legale) di conformità: ambito di applicazione e limiti territoriali

Come si è già esaminato, la garanzia di conformità può essere attivata dal consumatore nei due anni successivi alla consegna di un bene, per tutti gli acquisti effettuati sia fisicamente che online nell’intera Unione Europea. Questo significa che il venditore dovrà rispondere di eventuali difetti di conformità anche se l’acquirente/consumatore è di un altro Paese comunitario. La portata di tale previsione legislativa non è per nulla da sottovalutare: se, ad esempio, per il consumatore italiano può essere difficile richiedere al piccolo negoziante scozzese la sostituzione di un forno a microonde comprato durante un viaggio, per gli acquisti di beni direttamente dalle multinazionali la situazione si fa più semplice. Facciamo un esempio concreto che possa riguardare i SaggiUtenti, ovvero l’acquisto di un iPhone da un Apple Store europeo utilizzando un servizio di mail forwarding. L’acquisto viene effettuato tramite il sito nazionale di Apple, ma a livello comunitario il venditore risulta sempre Apple Sales International, con sede a Cork in Irlanda, indipendentemente dal Paese da cui viene comprato. Dunque, Apple Sales International è il venditore, ossia il soggetto che deve fornire l’assistenza in caso di malfunzionamento del dispositivo. Per sua organizzazione interna, Apple tende ad erogare la garanzia attraverso un unico centro europeo con sede in Olanda (o attraverso gli Apple Store fisici). Dunque, in questo caso, il consumatore può direttamente chiedere al call center di Apple la riparazione o la sostituzione del terminale difettoso, senza che vi siano complicazioni di sorta. Io stesso ebbi un problema con il tasto home del mio iPhone 4 acquistato in UK che si manifestò dopo un anno e mezzo dall’acquisto: il servizio clienti mi sostituì il telefono nel giro di qualche giorno (senza contare che, usufruendo della garanzia express, di natura contrattuale, è possibile farsi mandare un nuovo iPhone con soli 39€ prima ancora di spedire il vecchio). Quanto appena descritto può applicarsi anche agli acquisti effettuati all’interno di Apple Store fisici, ma solo per una sorta di organizzazione interna di Apple: tecnicamente, infatti, ogni negozio è un soggetto giuridico diverso a parte e quindi, almeno sulla carta, venditore e produttore non coincidono.

Acquisti con partita iva e la garanzia legale

Le disposizioni del Codice del Consumo si applicano solo agli acquisti effettuati come privati/consumatori e, pertanto, non si applicano se il bene è acquistato per essere utilizzato in ambito professionale, ad esempio, come bene strumentale aziendale. In questo caso, vale la garanzia legale prevista dal nostro codice civile che è applicabile solo agli acquisti effettuati in Italia ed ha una durata di un anno. Rimanendo in ambito Apple, si può sempre usufruire della garanzia convenzionale di un anno fornita dalla società (che si aggiunge a quella legale, non sostituendola, come specificato dalla stessa azienda nell’introduzione alle condizioni contrattuali). Proprio per questo, quando ho acquistato i Mac per lo studio, ho sottoscritto la AppleCare+ per coprire eventuali problematiche per i tre anni successivi alla consegna degli stessi.

Acquisti extracomunitari: quale garanzia sui difetti di conformità?

Come è facilmente intuibile, la normativa a favore del consumatore appena analizzata vale solo all’interno dell’Unione Europea. Questo significa che per gli acquisti effettuati all’estero vale la normativa sulla garanzia vigente in quel determinato Paese. Ci sono, anche in questo caso, dovute eccezioni, ma di natura privatistica. Per rimanere nel nostro esempio, Apple fornisce un anno di garanzia worldwide sui suoi prodotti se acquistati direttamente da un Apple Store o un Apple Store online fuori dai paesi dell’Unione. Acquistandoli da un rivenditore terzo, Apple potrebbe rifiutarsi di erogare la garanzia e, a quel punto, l’acquirente rimarrebbe con un bel fermacarte da svariate centinaia di euro, a meno che non paghi l’intervento di riparazione o la sostituzione del dispositivo.

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Sull’estensione di garanzia convenzionale

Alla luce di quanto esposto, conviene quindi sottoscrivere un’estensione di garanzia convenzionale? Innanzitutto, l’estensione di garanzia può derivare tanto da una pattuizione col il produttore (come AppleCare+) o con il venditore (come le estensioni di garanzia vendute dalle grandi catene come Euronics, Trony, MediaWorld…). Ovviamente, la garanzia convenzionale non si sovrappone o si sostituisce a quella legale, ma la affianca. Per non divagare molto sull’argomento e per rimanere sul binario dell’acquisto di un iPhone, la sottoscrizione di una AppleCare+ può convenire in alcuni casi:

  1. Se si compra un iPhone da Apple o in un negozio qualsiasi e lo si vuol tenere fino al suo naturale “decesso” o se si sottoscrive un abbonamento con un operatore telefonico, in quanto l’AppleCare+ copre l’iPhone acquistato per i 24 mesi dalla sottoscrizione da tutti i difetti di conformità, nonché da danni accidentali al netto di franchigia (che significa che una piccola parte della riparazione verrà corrisposta dal cliente);
  2. Se si acquista un iPhone al di fuori della Comunità Europea;
  3. Se si acquista un iPhone in una delle grandi catene di elettronica e, quindi, si usufruirebbe di un solo anno di garanzia da parte di Apple;
  4. Se si acquista un iPhone come professionisti e, quindi, si ha diritto a un solo anno di garanzia.

Conclusioni

Innanzitutto, sono volutamente rimasto sul binario Apple, sia per facilitare la comprensione della normativa sia per rispettare i canoni di SaggiaMente. Le disposizioni analizzate possono essere applicate anche agli acquisti di dispositivi di altri produttori, visto che è sempre il venditore ad essere vincolato alla riparazione o alla sostituzione del dispositivo. Occorre puntualizzare che il venditore deve provvedervi in tempi ragionevoli, ma non per questo è tenuto a riconsegnare il bene nel giro di qualche giorno, atteso che la legge non impone delle tempistiche ben precise. Inoltre, alcuni negozi tendono a comprimere il diritto dei consumatori a ricevere l’assistenza sui dispositivi venduti con il “vecchio” metodo della differenziazione fra “garanzia Italia” e “garanzia Europa”: questa pratica è da ritenersi contraria alle disposizioni del codice del consumo, poiché ai fini dell’erogazione della garanzia rileva solo il rapporto fra consumatore e non quello fra quest’ultimo e il distributore o importatore internazionale. In altre parole, il venditore è obbligato ad assumersi l’onere della riparazione (o della sostituzione) in tempi ragionevoli indipendentemente dalla provenienza del bene.

È inutile specificare che per poter godere della garanzia da parte del venditore è opportuno conservare lo scontrino o la ricevuta di acquisto. Apple sa quando un iPhone è stato acquistato ed attivato, ma gli altri produttori non godono di sistemi così avanzati e, pertanto, senza titolo di acquisto, l’erogazione della garanzia potrebbe essere negata. Infine, qualora abbiate acquistato un iPhone da Apple e chiamando il call center di Apple Care l’operatore vi negasse la garanzia per la decorrenza del primo anno dalla consegna del bene, insistete facendovi passare un responsabile di secondo livello, citando le condizioni contrattuali diffuse dalla società sul proprio sito internet e che ho linkato in precedenza. Come ho puntualizzato nell’introduzione, la disamina appena effettuata non vuole essere una guida da seguire passo passo né, in alcuni punti, esaustiva. Le sfaccettature della materia sono infatti molteplici. Se avete dubbi o volete chiedere qualche chiarimento, lo potete fare attraverso i commenti al post o, in forma privata, dal form della pagina dei contatti di SaggiaMente.

Elio Franco

Editor - Sono un avvocato esperto in diritto delle nuove tecnologie, codice dell'amministrazione digitale, privacy e sicurezza informatica. Mi piace esplorare i nuovi rami del diritto che nascono in seguito all'evoluzione tecnologica. Patito di videogiochi, ne ho una pila ancora da finire per mancanza di tempo.

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