Recensione: Nikon J5, la piccola di casa è finalmente migliorata

Una delle critiche che sento fare più spesso alle mirrorless è che, per migliorare l’ergonomia ed aumentare la dimensione del sensore, hanno perso la principale caratteristica che le rendeva appetibili: la compattezza. Ovviamente non si può generalizzare troppo, ma è vero che alcuni modelli hanno dimensioni confrontabili con quelle delle reflex e gli obiettivi sono praticamente identici. Ha davvero senso “risparmiare” solo quel paio di centimetri di profondità nel corpo eliminando lo specchio? In realtà le mirrorless hanno anche altri vantaggi intrinseci, come spiegato in questo articolo, ma chi sembra aver meglio catturato l’essenza delle senza specchio è Nikon, con la sue serie 1. A differenza degli altri produttori, la casa giallo nera ha stabilito una distinzione netta tra la propria linea di reflex e di mirrorless, proponendo su queste ultime un sensore più piccolo (CX da circa 1″) per contenere in modo evidente le dimensioni dei corpi e degli obiettivi. C’è da dire che gli orientali sembrano aver apprezzato questa scelta più degli occidentali, ma non si può negare che abbia consentito a Nikon di avere un’offerta più organica e senza sovrapposizioni. Nel 2012 ho testato la prima J1, della quale non sono stato particolarmente entusiasta, ma di recente ho avuto modo di provare l’ultima Nikon J5. Scopriamo come questo modello è migliorato dopo ben 4 generazioni.

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Caratteristiche principali

Il sensore CX da 1″ (13.2 x 8.8 mm) è nettamente cresciuto in termini di risoluzione, proponendo ora la cattura di immagini da 21 MP con sensibilità tra 160 a 12800 ISO. È migliorata anche la tecnologia, essendo retroilluminato, e vanta un velocissimo processore Expeed 5A (la Nikon D7200 ha l’Expeed 4). Molto interessante la registrazione video in formato 4K, seppure con alcuni limiti che discuteremo in seguito, e le funzionalità slow motion fino a 120fps a 720p. L’otturatore elettronico consente velocità di scatto fino ad 1/16000 e la raffica sfiora un impressionanente 60fps. Una particolarità degli ultimi modelli è che si è optato per le memorie in formato microSD, le quali sono ormai capienti e veloci a sufficienza, oltre che piuttosto economiche visto il larghissimo utilizzo che se ne fa come espansioni per gli smartphone. Infine si è guadagnato il modulo Wi-Fi integrato, caratteristica ormai onnipresente.

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Corpo ed ergonomia

Da una fotocamera così piccola (98 x 60 x 32 mm) non ci si può certo aspattare un’ergonomia eccezionale, ma fortunatamente nella J5 Nikon ha inserito una piccola sporgenza nella zona frontale che ne migliora l’impugnatura. Può sembrare una caratteristica banale, ma non era presente in tutte le precedenti fotocamere della serie J, compresa la J4. Complice una buona leggerezza (circa 350 grammi con obiettivo e batteria), si tiene abbastanza comodamente anche con una sola mano, ma è certamente più indicata per le donne o per chi possiede mani piccole. In tutti i casi l’impugnatura è quella tipica delle mirrorless, dove le dita stanno lateralmente e il mignolo rimane al di sotto del corpo. Onestamente l’ho trovata più comoda delle precedenti Nikon J e rimane molto bilanciata visto che gli obiettivi sono piccoli e leggeri, compreso il 10-30mm f/3,5-5,6 VR del kit (che corrisponde ad un 27–81mm).

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Display

Non c’è il mirino, come da tradizione, ma un display da 3“ con 1 milione di punti che si può inclinare verso il basso di 90° o di 180° verso l’alto, fino a ribaltarsi completamente per le auto inquadrature (qualcuno ha detto selfie?). C’è anche il touch screen, che si può usare sia per determinare rapidamente il punto di messa a fuoco che per navigare nei menu. L’unico aspetto negativo riscontrato è che con la funzione ”scatta con un tap“ attiva, si scattano foto involontariamente ogni volta che la fotocamera tocca sulla pancia (e succede spesso se si tiene al collo). Infatti alla fine sono stato costretto a disabilitare il touch. La visibilità dello schermo è buona e dalle ”Impostazioni/Display” possiamo portarla da -3 a +3 per compensare situazioni ambientali molto scure o molto luminose. Un sensore che intervenisse automaticamente sarebbe stato più pratico, tuttavia è una caratteristica che, stranamente, si trova in pochissime fotocamere.

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Controllo, impostazioni, menu

Dove sono stati fatti immensi passi in avanti dalla prima J1 è nel controllo. Inizialmente Nikon aveva pensato ad una fotocamera molto “basic”, che non aveva neanche una ghiera per i modi di scatto, mentre con il tempo si è capito che l’utenza preferisce un approccio più diretto e simile a quello delle tradizionali reflex. Abbiamo dunque la tanto agognata ghiera dei modi in cima, ben due rotelle per i parametri (una superiore ed una intorno al pad direzionale) ed una sufficiente quantità di tasti.

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Sul pad posteriore abbiamo anche le tradizionali quattro scorciatoie nelle diverse direzioni: F in alto (che sarebbe il classico quick menu), compensazione di esposizione a destra, flash in basso e metodo drive a sinistra. Oltre ai classici menu, riproduzione e cestino, c’è anche un pulsante aggiuntivo sul retro per un accesso rapido al Wi-Fi ed uno Fn frontale, vicino l’obiettivo, che io ho assegnato al controllo della sensibilità. In questo modo lavorando in manuale abbiamo l’apertura sulla rotella posteriore, il tempo su quella superiore e gli ISO sul pulsante Fn: ottimo lavoro Nikon!

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I menu sono rimasti piuttosto semplici se confrontati a quelli delle reflex di casa, ma è una scelta ponderata ed assolutamente sensata. Ci sono quattro sezioni di base (Riproduzione, Ripresa, Impostazioni, Wi-Fi), ma con alcuni modi di scatto (tipo quello “Creativo”), la sezione Ripresa cambia per fornire i settaggi specifici (nel caso del Creativo i vari effetti disponibili).

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A livello di personalizzazione possiamo intervenire poco, sostanzialmente solo sul pulsante Fn, ma tutto sommato non manca niente di importante in relazione alla tipologia di fotocamera ed all’utente tipo che la dovrà utilizzare. Una cosa che non mi è affatto piaciuta è che continua a mancare la possibilità di visualizzare in tempo reale l’anteprima di esposizione con i parametri correnti. In pratica il display cerca di simulare un mirino ottico, offrendo sempre una visualizzazione “corretta” a prescindere dalle impostazioni di scatto, per cui per sapere se la foto sarà bene esposta si deve guardare l’esposimetro. Nelle mirrorless questo approccio non lo capisco proprio, perché l’utilizzatore si aspetta che ciò che vede nello schermo corrisponderà alla foto finale una volta premuto il pulsante di scatto, invece il risultato potrebbe essere molto diverso se si lavora in manuale. C’è da dire, però, che nel modo automatico è stato previsto il “Controllo immagine Live” (accessibile dal pulsante Ok), un sistema rapido per determinare la luminosità dello scatto che ci dà effettivamente un’anteprima del risultato finale. Questa “disattenzione” per il controllo con modo M attivo viene quindi bilanciata da un approccio molto più pratico in automatico, cosa che conferma la natura “easy” del modello.

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AF – Messa a fuoco

La messa a fuoco è sempre stata un punto di forza della serie 1 di Nikon e ne abbiamo una conferma anche nella J5 con il suo ottimo sistema ibrido per ricerca di contrasto e di fase. Con buona luce l’AF è praticamente istantaneo ed anche quando questa scarseggia si riesce a mettere a fuoco senza troppi problemi, coadiuvati all’occorrenza dell’illuminatore integrato. Dal menu principale o da quello veloce (freccia in alto) si può cambiare il modo su AF-A (Automatico), AF-S (Singolo), AF-C (Continuo) o MF (Manuale), mentre per l’area si può scegliere quella automatica, singola o l’inseguimento. Non vi dirò che il tracking funziona efficacemente come su una reflex, ma si comporta meglio di altre mirrorless e consente di seguire le azioni ottenendo un buon 50% di foto correttamente a fuoco.

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Abbiamo anche il rilevamento dei volti che funziona discretamente bene (di tre quarti fatica un po‘, ma è normale) e la possibilità di impostare il punto AF con il tocco. Su quest’ultimo aspetto, però, vale quanto detto in precedenza circa la sensibilità eccessiva del touch, che si attiva anche quando la fotocamera al collo poggia sulla pancia, per cui è facile che si finirà per disattivarlo. Per quanto riguarda il fuoco manuale c’è da dire che è un po’ faticoso da controllare e, mi spingerei a dire, quasi inusabile. Infatti si deve ruotare la rotella posteriore tantissime volte per spostarsi da vicino a lontano e con quella superiore si determina il fattore di ingrandimento per controllare il fuoco. Decisamente macchinoso.

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Metering – Esposizione

Anche le impostazioni dell’esposimetro si trovano nel menu veloce e comprendono la Matrix, ponderata al centro e spot. Come sempre ho adoperato principalmente quella mulitpla per verificare l’adeguatezza dell’esposimetro, il quale si è dimostrato piuttosto affidabile nella maggior parte delle condizioni. Quelle poche volte in cui l’eccesso di contrasto e gamma dinamica porti alla bruciatura di luci od ombre, ci viene in aiuto l’incredibile capacità di recupero di questo sensore, di cui parleremo meglio più avanti.

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WB – Bilanciamento del bianco

Sono limitati ma funzionali i preset per l’impostazione del bilanciamento del bianco, anche questi facilmente reperibili nel menu veloce F (freccia in alto). Abbiamo l’auto, incandescenza, fluorescenza, sole diretto, flash, nuvoloso, ombra e premisurazione manuale. L’assenza più evidente è quella dei gradi Kelvin, che però non si sente particolarmente in una fotocamera di questo tipo. L’automatico è davvero buono, adeguato in ogni circostanza e non troppo correttivo con la luce ad incandescenza nelle scene notturne (che rimangono tendenzialmente gialle). L’unica nota negativa è che la premisurazione non si può eseguire al volo dal quick menu, ma bisogna accedere a quello principale. Non si tratta di una grave mancanza in realtà, però Nikon di solito è molto attenta a questo aspetto e mi è sembrato strano che manchi questa possibilità.

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Metodo Drive – Scatto continuo

Se vi siete chiesti perché questa piccola fotocamera abbia un processore così potente, la risposta è nella raffica. Dalla freccia a sinistra del pad direzionale possiamo scegliere il metodo drive: singolo, continuo o autoscatto (2 o 10 sec). Il continuo è la cosa impressionante, perché consente raffiche da 10, 20, 30 e 60 fps a massima risoluzione anche in RAW+JPG. Certo non va avanti per molto, ma è davvero incredibile la mole di dati che riesce a gestire. Io l’ho provata con una microSD SanDisk Extreme Pro da 64GB e stentavo a credere a quella velocità finché non ho visto effettivamente i file memorizzati sulla scheda. Inoltre è gradevole la possibilità di rivedere le raffiche come un gruppo in modalità di riproduzione, così da selezionare rapidamente l’immagine migliore (ma vengono comunque salvate tutte).

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Flash

Il piccolo flash a popup si attiva elettronicamente (quindi solo a fotocamera accesa) con il pulsante posto sul lato sinistro e sale da solo, quando necessario, nel modo automatico. La potenza è minima (5m alla sensibilità base), ma può servire per congelare l’azione, schiarire le ombre o illuminare un’area non troppo vasta. Le modalità sono solo tre, accessibili con la freccia in basso del pad direzionale: attivo, occhi rossi, seconda tendina. Insomma, semplice ma tutto sommato usabile.

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Qualità d’immagine e resa ad alti ISO

Per cercare una qualità d’immagine direttamente comparabile a quella offerta dalla Nikon J5, bisogna prendere in considerazione le varie Sony RX100, Panasonix LX100 e Canon G7/G3 X, che hanno anch’esse un sensore da 1″ di diagonale e risoluzioni di circa 20 MP. La cosa interessante è che, come queste ultime, la Nikon J5 equipara molti sensori Micro Quattro Terzi e perfino alcuni APS-C di qualche anno fa. DxOMark certifica, con il suo tradizionale test, una resa confrontabile ai modelli sopra citati ed uno score complessivo di 65 punti.

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Il livello di dettaglio è effettivamente buono, seppure io l’abbia provata esclusivamente con il 10-30 VR del kit che non è un mostro di incisività. È abbastanza buona anche la gamma dinamica del JPG (12 stop calcolati da DxOMark), ma la cosa che mi ha davvero colpito è la capacità di recupero del RAW, che in una foto volutamente sovraesposta mi ha consentito di recuperare un cielo completamente bruciato con una post-produzione di -2,5EV sull’esposizione (cliccando sull’immagine potete vederla ingrandita).

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Insomma, per essere un sensore da 1″ se la cava più che dignitosamente e non escludo soddisfazioni anche in condizioni critiche con i giusti obiettivi. La gamma Nikon 1 non è vastissima, ma ci sono comunque lenti interessanti come il 32 f/1,2 per i ritratti (equiv. a circa 85mm), il normale 18,5 f/1,8 (più o meno un 50mm) o il grandangolo 10 f/2,8 (27mm). La resa ad alte sensibilità è ovviamente il tallone d’Achille dei piccoli sensori, ma i risultati sono più che accettabili. A 1600 ISO i JPG sono pulitissimi ma un po’ troppo piatti per via della riduzione rumore, mentre lavorando sul RAW si ha ancora una buon livello di dettaglio. I 3200 ISO si possono ancora sfruttare per stampe di piccolo taglio, ma ancora una volta è meglio partire dal file grezzo e ripulire l’immagine con un po’ di post-produzione.

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Di seguito vi propongo il nostro classico test con luce controllata per analizzare i risultati alle varie sensibilità in JPG e RAW. Come da tradizione la riduzione del rumore è stata volutamente azzerata, sia sulla luminosità che sul colore. Il crop qui sopra vi confermerà che la fotocamera restituisce immagini facilmente ripulibili anche in RAW, ma l’obiettivo di questo test è quello di verificare il sensore nudo e crudo, così da confrontarlo a parità di condizioni con tutti quelli delle fotocamere recensite in passato. Da notare che oltre alle posizioni che vanno da 160 a 12800 ISO, la J5 ha anche due JPG aggiuntivi a 6400 e 12800 ISO con noise reduction.

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File Sensibilità
JPG 160 200 400 800 1600 3200 6400 6400 NR 12800 12800 NR
RAW 160 200 400 800 1600 3200 6400 12800

nikon-j5-testiso

Come si può notare dai crop qui sopra, riducendo al minimo la riduzione rumore sui RAW, questo si nota chiaramente già da 400 ISO. Da precisare che il differente posizionamento dei tagli rispetto ai JPG dipende dal fatto che in questi ultimi c’è già applicata la correzione delle distorsioni (che sono pronunciate). Il 10-30VR del kit è un obiettivo pratico e compatto, ma non brilla per qualità e lo si nota anche dalla perdita di definizione ai bordi che noterete nel crop in basso a destra, il quale è preso da un’area un po’ più esterna del fotogramma. Comunque, obiettivo a parte, vale quanto detto in precedenza, ovvero che 1600 ISO è la soglia che non supererei per una buona stampa e 3200 ISO e il punto massimo a cui si può salire, sempre considerando che i JPG sono un po’ troppo “lisci” ed è conveniente partire dal RAW ed applicare la riduzione rumore in post-produzione. A 6400 ISO si perde davvero tanto in termini di dettaglio, ma il JPG è ancora pulito e va benissimo per il web o stampe di formato piccolo. A 12800 ISO, in realtà, una condivisione web è ancora gestibile, ma non ne consiglio la stampa. In tutti i casi a queste sensibilità la fotocamera fa un buon lavoro di riduzione del rumore, seppure ovviamente prediliga la pulizia al dettaglio. Le due posizioni NR estremizzano ancora la levigatura delle foto sui 6400 e 12800 ISO, ma tenderei ad evitarle visto l’estremo appiattimento. Di seguito una piccola galleria con qualche immagine catturata con la Nikon J5 e l’obiettivo del kit, come sempre vi consiglio di cliccare sulle foto per vederle più grandi ed analizzare anche i dati di scatto (in particolare la sensibilità).

[TEST] Nikon J5

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Connessioni, memoria, batteria

Sul lato sinistro si trova un piccolo sportellino con le connessioni, che includono l’uscita microUSB e quella microHDMI. In basso, invece, si trovano memoria e batteria sotto lo stesso vano. Come si è già detto, Nikon ha preferito le microSD, le quali ormai hanno ottime capienze e prestazioni. Trovate una comparazione di alcuni modelli qui, ma le migliori sono le ultime SDXC di SanDisk. La batteria è una EN-EL24 da 850mAh/6,2Wh a 7,2V con un’autonomia di circa 250 scatti, decisamente in linea con la categoria. Lo so, non sono tanti, ma è ciò che al momento ci possiamo aspettare da una mirrorless, specie di questa dimensione. Anche i modelli top di gamma, come le Full Frame Sony A7, fanno poco meglio.

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Il Wi-Fi è una piacevole aggiunta, ma l’implementazione è piuttosto semplificata. C’è l’NFC, per una connessione rapidissima con gli smartphone che ne sono dotati, ma con l’app remota si può giusto rivedere le foto o catturare in modalità auto. Vediamo anche i parametri, ma non possiamo intervenire per cambiarli. L’unico intervento possibile è sulla luminosità, che si modifica con uno slider, un po’ come abbiamo detto che succede sulla fotocamera con la modalità automatica. Anche in questo ambito Nikon avrebbe potuto fare di più, ma stiamo sempre parlando di un modello nato per un pubblico amatoriale e, tutto sommato, può andar bene così.

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Video

Molti ammiratori del sistema Nikon 1 sottolineano le buone doti nella cattura dei filmati e nella J5 abbiamo addirittura il video in 4K. Per registrare saltuariamente dei momenti della propria vita o dei viaggi, la resa è molto buona e sicuramente superiore a quella di uno smartphone per definizione, impostazioni e messa a fuoco (che in automatico se la cava discretamente bene). Se invece si spera di poterci fare qualcosa di leggermente più avanzato, bisogna fare i conti con una lunga serie di vincoli. Ad esempio: c’è sì il 4K, ma limitato a soli 15fps, con cui otteniamo filmati decisamente poco fluidi. Inoltre, se attiviamo la registrazione da un qualsiasi metodo di scatto, anche Manuale, si passa direttamente in P, senza possibilità di intervenire sui parametri di registrazione. L’unico modo che consente di avere un controllo maggiore è quello nominato “Filmato avanzato”, dove sono presenti diverse opzioni ed anche la possibilità di lavorare completamente in manuale. Anche qui, però, ci sono alcuni limiti, come il tetto massimo di 10 minuti a clip e l’impossibilità (in quasi tutti i metodi a disposizione) di scendere sotto 1/100. Quest’ultimo paletto può essere molto fastidioso, in quanto riduce nettamente la luce che possiamo far arrivare al sensore (e quindi ci costringe ad aumentare l’apertura o salire con gli ISO) quando con 1/50 si potrebbero tranquillamente registrare filmati fluidi anche a 50fps. Ma andiamo a vedere le opzioni disponibili e selezionabili tramite il menu principale, una volta attivato il modo “Filmato avanzato” dalla ghiera principale:

  • filmato HD (modo M disponibile) min 1/100: 1080p/60 o 30fps – 720p/60 o 30fps
  • filmato 4K (modo M disponibile) min 1/100: 2160p/15fps
  • film accelerato (solo modo P) fino a 1″ f/16: sarebbe il time-lapse
  • rallentatore (modo M disponibile) min 1/400: 400fps
  • movimento veloce (modo M disponibile) min 1/100: 1080p/30fps
  • jump-cut (modo M disponibile) min 1/100: 1080p/30 fps (montaggio con tagli)
  • filmato di 4 secondi (modo M disponibile) min 1/100: 1080p/30fps

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Conclusione

Prima di scrivere le conclusioni ho fatto un salto nel passato per rileggere quelle della prima J1. Sono passati 3 anni e 4 modelli e Nikon non ha assolutamente sprecato questo tempo. I principi base della linea sono rimasti invariati, così come le debolezze legate alla dimensione del sensore, ma in un mondo in cui le mirrorless stanno diventano sempre più grandi e pesanti, questa J5 acquisisce il ruolo importante di outsider. È su di lei che bisogna guardare per ripescare i principi che inizialmente ci hanno fatto innamorare delle mirrorless, le quali oggi si stanno spostando sempre più nel settore prosumer con costi, dimensioni (e qualità) superiori. Oltre il 50% dei punti negativi che avevo identificato nella J1 sono stati superati, alcuni non sono più così determinanti considerando l’attuale condizione delle concorrenti e i pro sono aumentati. Ne consegue un giudizio migliore, che passa dalle 3 alle 3,5 stelle. Non un salto epocale, ma bisogna considerare che in 3 anni anche i rivali non sono stati fermi a guardare. Considerando l’utente tipo di questa fotocamera non ci sarebbero molti aspetti negativi, ma i sul prezzo, in realtà, avrei qualcosa da recriminare. I 530€ richiesti con garanzia Nital e microSD da 16GB inclusa, sono un po’ al di sopra di quella soglia che me l’avrebbe fatta consigliare ad occhi chiusi ai meno esperti. Con queste cifre, ormai, si comprano mirrorless con sensori più performanti ad alte sensibilità ed un maggior parco di obiettivi (come la Olympus E-M10), oppure la compatta RX100 II, con sensore analogo e dimensioni ancora minori. Sono segmenti differenti, ma a parità di prezzo il dubbio è legittimo. Se Nikon faccia bene o no a coltivare la serie 1 non sta a me dirlo, ma resto convinto che l’idea di un sistema mirrorless effettivamente più compatto abbia un senso. Ovvio che tutti noi preferiamo la qualità dei sensori più grandi, ma la resa è ben bilanciata per un fotografo amatoriale senza troppe esigenze e l’estrema velocità ed il valido comparto di messa a fuoco, aiutano a portare a casa più facilmente lo scatto che vorremmo. Insomma, tutto sommato, è un prodotto che si riferisce ad un target ben preciso rispondendo a specifiche esigenze in modo positivo. Di contro non offre quel qualcosa in più che potrebbe interessare un fotografo più evoluto, forse neanche come secondo corpo da viaggio. Bisogna però ammettere che il sensore è migliorato, il corpo è più comodo e il controllo più diretto, per cui Nikon sta comunque procedendo nella giusta direzione.

PRO
+ Compatta e leggera
+ Buona qualità d’immagine e ottima lavorabilità dei RAW
+ Corpo compatto, ma tutto sommato ergonomico
+ Esteticamente riuscita in tutte le varianti (bianco, nero, silver)
+ Molto rapida in ogni operazione, dall’accensione alla gestione dei menu
+ Sistema ibrido di messa a fuoco (per rilevamento di fase e contrasto) molto veloce
+ Fuoco continuo con tracciamento efficiente per una mirrorless
+ Buona valutazione dell’esposizione
+ Display ribaltabile e con buona visibilità
+ Utilizzo molto semplice
+ Tante opzioni creative e divertenti
+ Scatta raffiche a 60fps
+ Tante modalità di cattura video, da 4K allo slow motion
+ Con l’adattatore si possono usare obiettivi Nikkor AF-S
+ Include Wi-Fi con NFC per scatto remoto
+ Pratico obiettivo senza tappo che si apre all’accensione

CONTRO
- Manca anteprima dell’esposizione in tempo reale
- Il touchscreen si attiva involontariamente quando lo schermo poggia sulla pancia
- Poco controllo della PdC dovuto al piccolo sensore
- Durata della batteria solo sufficiente
- Il video in 4K è solo a 15fps
- Stringenti limitazioni del tempo di esposizione in modalità video (spesso 1/100)
- Da smartphone non è presente il controllo manuale dell’esposizione
- Posizionata in un segmento di costo in cui ci sono altre offerte allettanti

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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