Apple Music approda su Android, con qualche limite ma il vantaggio di un’app dedicata

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Da qualche minuto nel Play Store è disponibile Apple Music per Android, la seconda app di Apple sviluppata appositamente per il sistema operativo di Google. Era stata prevista fin dalla presentazione del servizio, che si è deciso di mantenere multipiattaforma sia perché nato dalle ceneri di Beats Music (che lo era già), sia per avere un bacino d’utenza potenziale molto più vasto e tentare l’attacco a Spotify. A giudicare dalla risposta media degli utenti sulla prima app Move to iOS, è lecito attendersi una pioggia di giudizi negativi infondati, anche se, ad onor del vero, il nuovo servizio di Apple è parso piuttosto confuso anche a me su iOS. Per assurdo rischia di avere una efficacia decisamente migliore su Android, dove ha un’app dedicata invece di essere buttato in quel calderone che è l’app Musica, dove convivono anche i servizi di iTunes Match e quelli dell’acquisto tradizionale. L’interfaccia, come avevamo avuto modo di vedere tramite un leak del mese scorso, mantiene alcuni principi stilistici di Apple, ma per gli elementi di navigazione e i vari dettagli si è preferito adottare quelli della piattaforma ospite, così da integrarsi meglio all’interno di Android e fornire un’esperienza più coerente agli utenti.

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Nella maschera di apertura al momento si può scegliere solo l’abbonamento individuale da 9,99€/mese, il piano familiare arriverà più avanti. Però può già essere usato su Android a patto di essere membro di una famiglia iCloud già in essere con un piano avviato su iOS. Infatti si può scegliere di loggarsi con un Apple ID esistente, oppure di crearne uno nuovo. In questo secondo caso, però, non ci verrà “regalata” una casella @me/icloud.com, bonus riservato solo agli acquirenti di dispositivi Apple, quindi si dovrà indicare una nostra email preesistente. Alla fine del procedimento, che include l’indicazione di un metodo di pagamento valido sui nuovi abbonamenti, verrà richiesto di selezionare generi musicali e gruppi preferiti, così da poter essere “profilati” ed ottenere una selezione di brani più attinente ai nostri gusti.

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Come su iOS si parte con 3 mesi gratuiti di servizio, al termine dei quali ci sarà il rinnovo automatico a pagamento. Per disabilitare subito questa impostazione (giusto per avere la tranquillità di potersene dimenticare), basta attivare il menu laterale e cliccare sulla freccia accanto al nostro nome. Verso gli ultimi giorni Apple ci ricorderà comunque della scadenza, quindi potremo sempre decidere se attivare il rinnovo o meno. Interessante notare la dicitura beta, nonché il fatto che in fondo al menu si trovi un link per poter lasciare dei feedback, anche se porta ad un modulo non ottimizzato per la visualizzazione su smartphone (una disattenzione che non mi sarei aspettato). In termini di funzionamento è in tutto e per tutto simile alla rivale su iOS, con le radio, i consigli, la possibilità di seguire gli artisti, creare playlist, ecc.. Tuttavia i pochi minuti in cui ci ho avuto a che fare sono stati sufficienti a capire che avevo ragione dicendo che uno dei principali difetti di Apple Music fosse quello di non avere un’app separata. Il tutto è infatti molto più comprensibile e fruibile su Android. Speriamo che se ne rendano conto.

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Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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