Le politiche dell’App Store limitano l’arrivo di app professionali per iPad Pro

L’iPad Pro è disponibile da pochi giorni, ma sta già suscitando opinioni discordanti tra chi ne loda le potenzialità, chi invece è scettico e chi non riesce ancora a formulare un giudizio completo. Effettivamente ad oggi ogni valutazione sul nuovo tablet di Cupertino sembra prematura. iPad Pro è ancora privo di una base software adeguata al proprio obiettivo: raggiungere un avanzato livello di produttività nel settore dei tablet. Abbiamo visto nel confronto con gli ultimi device di Microsoft come proprio la mancanza di applicazioni professionali sia uno dei punti deboli del dispositivo rispetto all’accoppiata Surface-Windows 10.

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La domanda che ci si pone è se e quando le app pro in grado di fare la differenza arriveranno. Secondo quanto riportato da 9to5mac, alcuni sviluppatori starebbero lamentando dei limiti nelle politiche dell’App Store che potrebbero bloccare lo sviluppo e la disponibilità di app professionali per iPad Pro. Il primo problema è la mancata possibilità di fornire delle versioni di prova. Siccome i software professionali sono costosi, le trial sono il metodo ideale per offrire una anteprima al potenziale acquirente. Diversamente sarà difficile che quest’ultimo compri a scatola chiusa, senza poter conoscere le funzionalità e le possibilità offerte. In questo senso si è espresso il co-fondatore di Sketch, che per Mac costa 99€:

Per poter vendere sull’App Store in queste condizioni dovremmo abbassare drasticamente il prezzo ed essendo un’applicazione di nicchia non avremmo più le risorse per continuare con lo sviluppo.

Il secondo ostacolo riguarda l’impossibilità di fornire aggiornamenti a pagamento. Perplessità espressa dal CEO di FiftyThree, creatore di Paper, una delle app di disegno più apprezzate su iOS. Un problema che può essere anche una soluzione a quello precedente, risultando uno strumento idoneo ad abbassare il prezzo iniziale di un’applicazione. Lo sviluppo continuo e la manutenzione di un’app complessa richiede risorse importanti che necessiterebbero di una forma di remunerazione. Ci sarebbe il sistema degli abbonamenti mensili, ma solo le grandi software house riescono a farsi pagare una somma ricorrente. Per aggirare tale problematica molti sviluppatori rendono disponibili gli aggiornamenti importanti come versioni nuove delle stessa app, si pensi a Tweetbot o Reeder. Tuttavia questa non può essere una soluzione definitiva ed Apple dovrebbe cominciare a pensare ad un rinnovo delle politiche dell’App Store. Fornendo questi semplici strumenti commerciali, gli sviluppatori avranno maggiori possibilità e incentivi per poter portare sui dispositivi mobili delle vere app professionali.

Salvatore Tirino

Junior Editor - Praticante avvocato, appassionato di tecnologia a 360 gradi, in particolare di tutto ciò che riguarda il mondo Apple.

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