Rdio chiude chiude i battenti e vende alcune sue parti a Pandora

Devo ammetterlo, un po’ me lo aspettavo, ma non pensavo che sarebbe avvenuto così rapidamente. La continua crescita di consensi che sta ottenendo Spotify e l’arrivo di un peso massimo come Apple nel settore dello streaming musicale, hanno iniziato a pesare seriamente sulla concorrenza. Non pensavo che uno di loro sarebbe stato addirittura costretto a chiudere baracca e burattini, eppure è successo proprio così. Come segnala The Verge, infatti, tramite un comunicato ufficiale pubblicato sul suo blog, Rdio ha avviato la procedura fallimentare negli Stati Uniti, annunciando la cessione di alcune sue parti alla web radio Pandora. Fondato nel 2010 da Niklas Zennström e Janus Friis (creatori anche di Skype e del software P2P Kazaa), Rdio è stato uno dei pionieri dello streaming musicale, ma non è riuscito ad ottenere un pubblico sufficiente a permettergli di resistere alla crescente concorrenza.

Rdio

La web radio americana ha pagato 75 milioni di dollari per rilevare alcune “key assets” di Rdio, ma ha anche dichiarato l’intenzione di assumere alcuni dipendenti della società in crisi. Pandora ha fatto sapere inoltre che l’acquisto della società di streaming è “un passaggio fondamentale” per il suo prossimo setup e che utilizzerà le tecnologie da poco acquisite per ampliare la sua presenza musicale online, offrendo magari dei contenuti on demand. Fino a oggi infatti Pandora si era limitata a offrire un’esperienza di ascolto radiofonico, permettendo agli utenti di scegliere delle radio personalizzate e non le singole canzoni come avviene invece su Spotify, Deezer o Apple Music. Inoltre, è attiva solo negli USA, in Australia e Nuova Zelanda e quindi l’acquisizione di Rdio, che invece funzionava in quasi cento paesi, lascia pensare a una possibile espansione del servizio.

Che sia attraverso una web radio, lo streaming on demand o i concerti live, stiamo costruendo la risorsa definitiva per gli appassionati di musica.

Rdio per il momento continuerà a funzionare, tuttavia vi suggeriamo di iniziare a valutare un altro servizio se siete suoi utenti. Maggiori sviluppi sulla vicenda arriveranno certamente nelle prossime settimane, per cui vi consigliamo di rimanere sintonizzati sul blog ufficiale per seguire il processo di transizione ed avere il prima possibile maggiori dettagli sulla vicenda.

Giovanni Scionti

Junior Editor

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