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Uno degli smartphone che ho più gradito nel 2014 è stato il Sony Z3 Compact (recensione). Piccolo, potente e non troppo costoso, mi ha conquistato per una buona esperienza d’uso e le sue ottime doti di portabilità. Quest’anno ho voluto provare il modello più grande, ovvero il Sony Xperia Z5, sperando di avere la stessa qualità ma una migliore fruibilità dei contenuti.

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Caratteristiche principali

Corpo in policarbonato e vetro con certificazione IP68 (resistente a polvere ed immersione in acqua fino a 1,5m per 30 minuti), schermo da 5,2″ Full HD, Snapdragon 810 con GPU Adreno 430, 3GB di RAM, 32GB di memoria con espandibilità microSD. Nuova fotocamera principale da 23MP con video 4K, autofocus per rilevamento di fase, flash LED e fotocamera frontale da 5,1MP. Wi-Fi 802.11ac dual-band con NFC, Bluetooth 4.1, radio FM e tutti i sensori che servono. Una novità per Sony è la presenza di un sensore di impronte, inserito nel tasto di accensione laterale.

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Design ed ergonomia

L’aria di famiglia è particolarmente evidente ed è una cosa che apprezzo. La linea Xperia Z ha mantenuto costanti i principi chiave del proprio design, creando uno stile riconoscibile ed anche piuttosto imitato. Per lo Z5 ci sono due belle colorazioni che si aggiungono ai tradizionali bianco e nero, ovvero oro e verde. Io ho scelto quest’ultimo, che trovo insolito ed al tempo stesso elegante. Il retro è in vetro opaco (resistente a graffi e ditate) con il logo Sony lucido leggermente in rilievo. Lo Z5 è bellissimo per quanto mi riguarda, ma ergonomicamente non funziona. La parte posteriore ha un ottimo feedback al tatto, ma scivola davvero troppo. A memoria non ne ricordo uno peggiore in questo senso. Inoltre la cornice laterale (che è di plastica) sporge di un mezzo millimetro sia sul fronte che sul retro – forse a protezione dei vetri – ma quel bordino è proprio fastidioso in mano.

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Sul lato sinistro troviamo lo sportellino che dà accesso ad un vano estraibile (anche questo di plastica) con Nano SIM e microSD, mentre la porta audio da 3,5mm si trova in cima e quella microUSB in basso, vicino ad un aggancio per il laccetto da polso (che in Giappone pare essere molto usato). Sul latro destro si trovano tutti i pulsanti, con quello di accensione più o meno al centro e poi sotto il bilanciere del volume e quello dedicato alla fotocamera.

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Anche qui ho qualche rimpianto, perché la posizione e la dimensione del tasto volume lo rendono scomodo da azionare: non solo si trova troppo in basso ma è anche eccessivamente corto. Il sensore biometrico nel pulsante di accensione laterale non è affatto una cattiva idea e funziona discretamente bene. Non proprio il migliore provato negli ultimi tempi, ma 7 volte su 10 va al primo colpo. Personalmente è una caratteristica che apprezzo molto anche per il semplice fatto di poter avere un codice di blocco dispositivo senza la scocciatura di doverlo inserire tutte le volte. Purtroppo ancora non è ben supportato a livello di sistema come su iOS, quindi difficilmente si potrà adoperare per l’autenticazione anche nelle app di terze parti (vedremo come andrà con Android 6). Una cosa “strana” è che nella fase di inizializzazione dello Z5 non viene automaticamente proposta l’impostazione dell’impronta, quindi se non si sa già che esiste questa possibilità è facile che si finisca per non usarla. E il fatto che il tasto di accensione appaia normalissimo (con tanto di icona power) non suggerisce la presenza del sensore. Altro problema l’ho riscontrato nella funzione SmartLock, che anche configurata come “in sicurezza” a casa, continua a richiedere il codice di sblocco.

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Nel complesso devo dire che è un dispositivo ben fatto, con una eccellente qualità costruttiva e di materiali, ma maneggiarlo nel quotidiano non è una cosa comoda. In parte per la scivolosità del retro, che si avverte moltissimo nell’uso ad una mano (reso difficile dall’assenza di funzionalità di riduzione dello schermo), in parte per quel bordino in rilievo, che anche dopo diversi giorni continuo ad avvertire come un fastidio. Forse mettendo una pellicola in vetro temperato un po’ spessa si riesce a colmare il dislivello, ma senza lo trovo davvero scomodo.

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Display

Pochi giorni fa ho pubblicato la recensione del Huawei P8 che ha uno schermo molto simile: 5,2″ con risoluzione Full HD. Ho già espresso il mio apprezzamento per la diagonale, che trovo molto godibile senza essere troppo estesa, nonché per la più che sufficiente densità di 424ppi. Anche questo pannello è un IPS con una buona resa cromatica e diverse impostazioni di calibrazione colore.

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La resa del nero non è eccezionale, come da tradizione per gli IPS, ma la luminosità è buona, così come anche la visibilità laterale. Non mi è però piaciuto il comportamento del sensore di luminosità. Questo sembra non tener conto delle condizioni in cui si trovava nel precedente uso, anche se risale a pochi istanti prima, e parte sempre al massimo impostato. Dopo circa 5 secondi si adatta, ma il primo impatto è fastidioso, specie al buio. Avrebbe decisamente più senso iniziare dall’ultima luminosità calcolata dal sensore per poi correggerla successivamente, piuttosto che iniziare dal massimo e scendere.

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Multimedia

Come da tradizione, Sony dedica molte attenzioni al comparto multimediale, sia audio che video. Nel primo caso abbiamo speaker stereo, posizionati sotto due sottili fessure nella zona frontale del dispositivo, una in cima e l’altra in fondo. La riproduzione ad alta risoluzione è piuttosto appagante in termini di qualità, mentre il volume potrebbe essere più elevato. È più o meno simile a quello di HTC One M9 (recensione) ma inferiore rispetto ad altri smartphone che ho usato in questo periodo, tra cui anche Huawei P8 ed LG G4. Più che buono l’audio in capsula e il vivavoce si può usare se siamo in ambienti non troppo rumorosi. Purtroppo non ci sono auricolari in dotazione, per cui non possiamo neanche usare “nativamente” la Radio FM inclusa nello Z5. Da segnalare il supporto ad apt-X, che offre una maggiore qualità del segnale audio via Bluetooth con cuffie compatibili.

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Tutto nuovo il modulo fotografico principale di questo smartphone, con un sensore da 23MP, un’ampia focale grandangolare di 24mm e apertura f/2. Il mio personale punto di riferimento per le foto nel mondo Android era il Galaxy S6 Edge (recensione) e lo è rimasto anche dopo aver provato lo Z5. Inizio col dire che apprezzo molto il pulsante di scatto dedicato a doppia corsa, che si usa proprio come quello delle macchine fotografiche: pressione delicata per mettere a fuoco e completa per scattare. Tenendolo premuto questo funge anche da scorciatoia per avviare rapidamente la fotocamera (ma qualche volta non funziona).

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L’interfaccia iniziale dell’app fotocamera era un disastro, piena di incongruenze in ogni singola schermata, mentre la nuova versione 2.0 rilasciata da poco è decisamente meglio. Questa propone quattro sezioni principali alternabili con uno swipe orizzontale: Manuale, Automatico, Video, App Fotocamera. Si tratta di un passo nella giusta direzione in termini di UI, ma purtroppo nessun difetto funzionale è stato risolto. Per prima cosa l’impostazione di base delle foto non è alla massima risoluzione, quindi si rischia che un acquirente inesperto non sfrutti mai i 23MP. Qui si dovrebbe aprire un dibattito molto più profondo in merito la necessità di avere tutta questa risoluzione su uno smartphone per mandare le foto su Instagram in formato tessera, ma ciò non toglie che l’implementazione sia sbagliata. Personalmente condivido l’idea che 8MP siano sufficienti per l’uso tipico delle foto in mobilità, però se la pensi così (tu, Sony) o non fai un sensore da 23MP oppure avvisi l’utente al primo avvio che l’impostazione di base è volutamente ridotta “per il suo bene”.

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Iniziamo a parlare dell’Automatico, nel quale manca un accesso visibile e diretto per intervenire sull’esposizione. Nella vecchia app questo era possibile, mentre ora l’icona relativa è presente solo nella modalità manuale. Per schiarire o scurire la foto dall’automatico si deve quindi accedere in impostazioni e tappare su “Colore e luminosità”.

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Passando alla modalità Manuale, si tratta purtroppo di uno specchietto per le allodole, perché consente di intervenire solo su bilanciamento del bianco e luminosità, praticamente le stesse cose già viste nell’automatico. L’unica differenza è che qui c’è una icona per accesso diretto ed una grafica leggermente. Non possiamo quindi intervenire sul tempo di scatto mentre l’ISO (nascosto nelle impostazioni) o le scene (dall’icona SCN) li fa modificare solo se manteniamo la risoluzione da 8MP, ma non con quelle superiori.

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Nel modo Video le stranezze continuano, perché non possiamo selezionare il formato 4K dalle impostazioni. Per qualche ragione qui ci si ferma al FullHD da 30 o 60fps, mentre bisogna andare nella sezione App Fotocamera sulla destra e cliccare sull’icona 4K per poter registrare con questa qualità (per altro al momento l’app 4K non è stata aggiornata e mostra la vecchia UI).

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Nell’elenco delle App Fotocamera troviamo anche il Time-Lapse e gli effetti creativi, mentre in fondo c’è un pulsante “+” per scaricarne di nuove. Qui si trovano i panorami a 360°, alcune interazioni con servizi terzi (YouTube, Evernote, ecc..) più altre cose potenzialmente interessanti. L’idea di poter aggiungere funzionalità a moduli è bella, ma non ha davvero nessun senso separare il video 4K, così come anche gli effetti, che andrebbero integrati nella UI principale. Devo dire che nel comparto foto/video la lista di incongruenze è davvero sterminata e va ben oltre le cose fin qui citate. Ad esempio, rimanendo nell’app video, non si può scegliere cosa mettere a fuoco senza entrare nelle impostazioni ed attivare la “tracciabilità oggetto”, che viene comunque disattivata se per caso ci si azzarda a selezionare una scena o a metterla in modo automatico.

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Se avete ancora un pizzico di pazienza continuo con la sfilza di aspetti negativi, così ce li mettiamo da parte e ci concentriamo sul resto. La messa a fuoco per rilevamento di fase è abbastanza buona in termini di velocità, ma ha due difetti: il primo e più importante è che dopo aver messo a fuoco nel punto giusto (indicato da noi con il dito) esegue saltuariamente una seconda messa a fuoco quando confermiamo lo scatto, perdendo tempo e modificando imprevedibilmente il risultato; il secondo è che il fuoco continuo nei video è disastro (lo vedremo poco più avanti). Tra le cose impressionanti in senso positivo, c’è la capacità di riconoscere le scene in modalità automatica. Capisce subito se stiamo inquadrando cibo, una persona, un panorama, un documento o altro, ed anche se il soggetto è statico o in rapido movimento, adattando di conseguenza la velocità di scatto (vedremo delle piccole iconcine apparire nella zona bassa dello schermo).

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Nel campo foto si avverte la mancanza di stabilizzazione ottica, infatti i risultati dipendono molto dalla nostra mano. Se siamo particolarmente fermi potremmo ottenere scatti nitidi anche ad 1/25, aiutati dalla focale grandangolare di 24mm (che riduce il problema) ma per essere sicuri converrebbe non scendere mai sotto 1/50 o 1/60. Il problema è che, come ho detto prima, anche in manuale è impossibile scegliere il tempo, quindi alla fine ci si deve comunque affidare alle “decisioni” dello Z5, limitando le possibilità creative di chi potrebbe tecnicamente spremere al massimo le qualità di questo sensore. E giusto per continuare a fare sempre gli stessi errori, quando lanciamo la fotocamera dal tasto dedicato, questa partirà sempre dall’automatico, quindi se preferiamo lavorare in manuale dobbiamo selezionare l’apposito modo ogni singola volta, finché non ci stancheremo e scatteremo in automatico per sfinimento.

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L’esposizione è mediamente ben calcolata in condizioni standard, ma tende a bruciare le luci in situazioni ad alto contrasto. Per risolvere il problema si deve modificare la luminosità, cosa che purtroppo nell’automatico è stata nascosta nelle impostazioni. Se lavoriamo in manuale, invece, c’è la possibilità di scegliere il metodo di misurazione dell’esposizione tra: volto, multipla, centro e locale. Anche questo però richiede di disattivare le scene. Il bilanciamento del bianco è piuttosto stupefacente, mantiene il caldo della luce ad incandescenza di notte, ma la resa è incredibilmente naturale e neutra in tutte le circostanze. Buona anche la gamma dinamica ed ottima la profondità colore a bassi ISO. Insomma, non è che non si riescano ad ottenere buone foto, ma ho dovuto quasi sempre compensare la luminosità manualmente. I panorami non si riescono ad usare quasi mai, perché gestisce male la luminosità, non aiuta a rimanere in piano e si ottengono sempre delle strisciate nere sopra e sotto. Le macro non si possono fare troppo ravvicinate, ma con l’apertura f/2 un minimo di sfocato si ottiene. Di notte senza stabilizzazione è molto difficile avere foto non mosse, le ho dovute cestinare quasi tutte. Vi propongo una rapida galleria prima di proseguire.

[TEST] Sony Xperia Z5

Le fotografie dello Z5 sono vivide e sullo smartphone rendono bene. Se le guardiamo più grandi al computer, invece, notiamo uno strano misto tra eccessiva nitidezza e compressione. C’è comunque una buona dose di dettaglio grazie a 23MP, ma devo dire che la lente perde molta qualità verso i bordi. Tuttavia siamo nel regno di cose che probabilmente l’utente medio non noterà mai e che sottolineo solo perché abbiamo di fronte un top di gamma che vuole eccellere nel comparto fotografico e sfidare (direi persino superare) i pezzi da 90.

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Dove lo Z5 si comporta bene senza se e senza ma è nella resa ad alti ISO. La cosa mi ha davvero stupito vista l’elevata risoluzione, ma è una spanna sopra a molti altri smartphone. Certo, c’è un massiccio intervento di riduzione del rumore in fase di sviluppo del JPG, ma nel complesso non impatta troppo negativamente perché l’algoritmo sembra spingere più sulla crominanza che sulla luminanza. In sostanza non abbiamo un effetto totalmente impastato quando saliamo con la sensibilità e anche ad 800 ISO i file sono usabili. Sia chiaro che “usabili” è riferito all’impiego tipico da smartphone, quindi le classiche condivisioni web, mentre per la stampa i risultati migliori si fermano a 400 ISO. È tra i migliori che io abbia provato in questo ambito.

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Più in generale il comparto foto dello Z5 è un misto di eccellenze e negatività, con queste ultime localizzate quasi esclusivamente nel software. L’hardware è in grado di fare buone cose e si potrebbe sostenere che l’essenziale sia quello, ma io credo che non si affatto così. È meglio avere qualcosa in meno in termini di specifiche ma sfruttarle bene, mentre qui tutto viene penalizzato da automatismi imperfetti, illogicità dell’interfaccia ed un algoritmo di sviluppo da rivedere. In pratica un utente senza conoscenze fotografiche rischia di non sfruttarne bene le potenzialità, mentre uno avanzato non può proprio farlo completamente data la limitazione di intervento manuale. Rispetto altri top di gamma attuali mancherebbe anche lo scatto in RAW, ma non ancora convinto che sia una caratteristica davvero utile in uno smartphone (cosa che cercherò di valutare meglio nella recnsione di LG G4).

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DxOMark ha posizionato lo Z5 in cima alle propria classifica di fotocamere ed io non sono nessuno per dire che si sbagliano (ma potete vedere qui la sfilza di persone che lo hanno fatto). Non ho la loro autorevolezza e nessuno degli strumenti che utilizzano per valutare scientificamente la qualità delle fotocamere, ma penso davvero che i loro metri di valutazione abbiano raggiunto la soglia dell’inutilità. Ridimensionamento delle immagini, valutazione in condizioni da studio ed eccessivo peso a dati astratti senza la contestualizzazione relativa all’uso pratico, non servono quasi a niente quando parliamo di smartphone e di foto punta e scatta. Do per scontato che leggerete queste mie riflessioni con il dovuto distacco, considerandole delle semplici opinioni di chi ha provato ad usare il prodotto mettendosi nei panni dell’acquirente, ma devo dire che anche il lato video lo Z5 mi ha davvero deluso. La prima cosa con cui mi sono scontrato riguarda l’AF, che crea un fastidiosissimo effetto ottico che si vede nei primi secondi di ogni clip che registriamo. Inoltre ogni tanto va da solo in ricerca di fuoco e in alcune circostanze lo fa di continuo, all’infinito.

[youtube https://youtu.be/fYaxlXmtB9o]

Purtroppo non si può tappare sullo schermo per decidere cosa mettere a fuoco. Per avere questa possibilità si deve entrare nelle Impostazioni / Altro e selezionare la modalità di messa a fuoco “Tracciabilità oggetto”, ma questo solo dopo aver disattivato l’uso delle scene. Non si poteva abilitare un semplice tocco sullo schermo come fanno tutti? Dopo che si capiscono bene tutti i limiti del software e si impara a prevedere i risultati al computer (perché sul piccolo schermo sembra tutto bello) possiamo riuscire a fare clip decenti, ma che fatica! La stabilizzazione SteadyShot impostata in automatico se la cava discretamente se riprendiamo in Full HD, ma se registriamo in 4K i risultati sono disastrosi. Ci sono delle distorsioni semplicemente terrificanti che derivano da un algoritmo evidentemente fallato. Un semplice confronto con iPhone 6s fa impallidire lo Z5.

[youtube https://youtu.be/OxdQQBVn4gw]

Se prendessi i migliori secondi delle migliori clip che ho girato a cavalletto con lo Z5, vedreste una qualità che potrebbe anche sembrare buona. Il problema è che non è così che si usa uno smartphone e non sarebbe giusto valutarlo in questo modo. La verità è che il comparto video è ricco di problemi, persino più di quello foto. Inoltre qui diventano ancora più evidenti i difetti di tendenza alla sovraesposizione e la troppa nitidezza aggiunta. Ce n’è anche un terzo ad essere sinceri, perché sembrerebbe che i filmati abbiano una compressione eccessiva a giudicare degli artefatti che si vedono su uno schermo più grande. La cosa strana è che gli stessi video registrati in parallelo su iPhone 6s occupano di meno ma si vedono meglio.

La fotocamera frontale ha 5MP in 4:3 (sono 3,7MP in 16:9) e registra video in Full HD. Nel suo piccolo se la cava bene e, rapportata al suo scopo, quasi quasi è più efficace di quella principale. Intendiamoci, non è nulla di ché, è sicuramente inferiore tecnologicamente, però fa quel che ci si aspetta e l’esposizione automatica sui volti e le poche impostazioni sono più che sufficienti per ottenere foto ben illuminate e godibili. Certo che anche qui gli effetti li potevano mettere…

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Prestazioni

Per i maniaci dei benchmark pubblico alcuni screenshot qui sopra, ma sapete che preferisco parlare di esperienza d’uso. Lo Snapdragon 810 non ha una buona fama, infatti molti produttori ne hanno ridotto il clock ed alcuni gli hanno preferito il meno potente 808 anche nei top di gamma (vedi LG). È veloce, ma consuma e scalda parecchio, anche con operazioni non troppo impegnative. Se lo mettiamo sotto stress, la zona posteriore dello Z5 raggiunge anche i 43° (misurati nell’area centrale superiore, in corrispondenza del logo NFC), dandoci l’impressione che sia in seria difficoltà. Insomma, il sistema di raffreddamento heat pipe previsto da Sony non sembra aver dato i risultati sperati. Basta usare un po’ la fotocamera o un gioco per sentiremo scottare seriamente, anche se quanto questo possa essere motivo di disappunto dipende da persona a persona. La reattività del sistema, ad ogni modo, si mantiene sempre abbastanza buona e l’unico caso in cui il surriscaldamento ha avuto conseguenze negative dirette è nella registrazione video 4K, che si può interrompere dopo alcuni minuti (a seconda delle condizioni ambientali) proprio per via dell’elevata temperatura (ma si viene anche avvisati che potrebbe succedere quando impostiamo tale modalità).

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A proposito di performance grafiche devo dire che sono molto buone e, più in generale, lo Z5 si è sempre dimostrato fluido e scattante. Io ho notifiche attive un po’ ovunque ed uso tante app con altrettanti processi in background, passando spesso dall’una all’altra con il multitasking. Insomma, stresso per bene i miei smartphone, e questo ha retto tranquillamente. È un po’ un mix tra Huawei P8 e Samsung S6, con la fluidità del primo ma una potenza più vicina al secondo. Se il discorso temperatura non vi dà troppo fastidio, vi garantisco che a livello di prestazioni non avrete rimpianti. Wi-Fi, Bluetooth e GPS si sono rivelati ottimi ed è abbastanza buona anche la ricezione, tuttavia è un po’ lento nell’agganciare la rete dati. Inizialmente non me ne ero accorto, però mi è capitato di pranzare in un ristorante dove la rete 3 arriva a macchia di leopardo ed un vecchio iPhone 5 si è dimostrato molto più veloce a prendere segnale (ovviamente nello stesso punto e con il medesimo operatore). Per chi viaggia molto in zone con scarsa copertura potrebbe rivelarsi un problema, seppure di natura non troppo invalidante.

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Software

Il sistema operativo attualmente è Android 5.1.1, ma è stato annunciato il prossimo upgrade a 6.0 Marshmallow. Di bug evidenti non ne ho notati (ovvero blocchi, ricaricamenti e cose del genere) e il launcher di Sony è semplice ma abbastanza pratico. Non ha molte funzioni o personalizzazioni, ma le cose essenziali ci sono tutte, mantenendo un’esperienza piuttosto simile a quella nativa di Google. I temi non sono un granché, onestamente, si salvano giusto quelli di default basati su una ridotta palette di colori (ma ho usato solo quello nero perché quello verde era troppo acceso e non si abbinava bene alla sobrietà della scocca). Una cosa di cui ho avvertito la mancanza è un sistema di ausilio per l’uso ad una mano, mentre la tastiera non è affatto male come estetica (la preferisco con skin nera), funziona bene ed ha un bel feedback di vibrazione (gli effetti sonori li ho disattivati ovunque perché li reputo fastidiosi).

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Le app incluse non sono tante – per fortuna – e quelle di galleria, musica e video hanno un look professionale e gradevole (mentre le icone sono pessime). L’editor fotografico è anche piuttosto ricco di effetti e funzioni e ci offre la possibilità di backup cloud fino a 5GB con account PlayMemories gratuito (ma chi lo vuole un altro sistema cloud?). Per il browser si usa Chrome, che magari non è il più veloce ma che io preferisco per sincronizzare preferiti, cronologia e password con il desktop. Buono il calendario, completa ma con qualche limite l’app di posta, che ha un wizard di configurazione con diverse opzioni (tra cui l’integrazione con Linkedin) ma non imposta lo zoom in modo corretto con i messaggi HTML larghi, per cui dobbiamo intervenire manualmente per vederli completamente. Come dicevo non ci sono molte funzioni e personalizzazioni possibili a livello di sistema, ma abbiamo alcune opzioni utili per la sicurezza, il doppio tap per attivare lo schermo, diverse integrazioni con l’ecosistema Sony (TV, console, ecc..) e lo SmartLock che consente di non chiedere il codice di sblocco in base ad alcune valutazioni legate alla connessione di un particolare dispositivo BT o alla nostra geolocalizzazione. Sarebbe molto utile, ma a me non ha funzionato molto bene, perché ho aggiunto come luogo sicuro la casa eppure spesso mi chiede anche qui il codice per sbloccare.

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Batteria

Così così la batteria, che passa dal buono al deludente in base a condizioni per me imprevedibili. I 2900mAh mi hanno mediamente portato a sera, ma almeno tre volte l’ho trovato scarico a metà mattina senza alcuna ragione apparente. Quando poi ho fatto una sessione dedicata a foto e video, ho visto scendere la batteria dall’80 al 20% in poco più di 1h. Sicuramente io faccio parte di quell’utenza un po’ più esigente della media in termini di uso e consumo, ma lo Z5 è un terminale “strano” perché non totalmente prevedibile e coerente. In linea di massima si è dimostrato un buon compagno, ma date quelle sporadiche esperienze di calo vertiginoso dell’autonomia, non è uno di quelli su cui ho sentito di poter fare troppo affidamento.

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Ci sono comunque le classiche modalità Stamina di Sony per il risparmio energetico, che sono più variegate e complesse di quelle che troviamo di solito in altri smartphone. Questo è un aspetto positivo, perché possiamo decidere cosa disabilitare in modo granulare, ma sono anche un po’ ostiche per i meno esperti. Risultano comunque d’aiuto, anche nella configurazione base, per ottenere maggiore autonomia in caso di necessità. Da notare che esiste una seconda opzione che attiva da solo un risparmio energetico in base alla percentuale di carica residua, anche se è nascosto nelle info di utilizzo batteria e molti utenti potrebbero non scoprirne mai l’esistenza. Nelle situazioni critiche possiamo invece fare affidamento al Quick Charge 2 di Qualcomm, che ci porta dal a10 al 60% in soli 30 minuti col caricatore in dotazione (o uno compatibile).

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Prima di concludere vi propongo anche un video, perché ho visto che quello su Huawei P8 vi è piaciuto. Non è proprio una recensione, ma se il format è di vostro gradimento vedrò di crearlo anche per i futuri smartphone.

[youtube https://youtu.be/C5ogkN9c5C0]

Conclusione

Più passa il tempo e più mi convinco che Sony stia perdendo la capacità di mettere a frutto le sue incredibili risorse. È uno dei brand più famosi al mondo, sforna idee rivoluzionarie senza sosta in tutti i settori in cui opera, dimostra una incredibile attenzione per la qualità ed il design, primeggia in diverse aree tecnologiche e, quando tutte queste cose collimano, realizza prodotti eccezionali. Sulla carta il Sony Xperia Z5 ha tutto quello che uno smartphone top di gamma potrebbe avere in questa fine 2015, ma all’atto pratico mi ha deluso sotto diversi aspetti. Il voto finale non può non tenerne conto, ma devo anche bilanciarlo con un giudizio più distaccato facendone la media. Personalmente, sarò sincero, non vedo l’ora di restituirlo e di passare al prossimo smartphone, esattamente la sensazione opposta che avevo avuto con il più modesto Huawei P8. E non perché lo Z5 abbia delle mancanze hardware, ma semplicemente perché è una bellissima idea mal realizzata. Parto dal design: semplice, elegante e raffinato, con colori interessanti (amo questo verde) e un’ottima qualità unita alla certificazione IP68. Cosa chiedere di più? Semplice, che sia comodo da usare. Scivola troppo, le sporgenze ai bordi sono fastidiose, i tasti posizionati in modo poco naturale e manca un metodo di assistenza per l’uso ad una mano. Passiamo all’hardware, potente ed equilibrato senza nessuna carenza evidente. Qui, in effetti, non ho molto da recriminare, sono freddoloso ed uno smartphone che viaggia tra i 35 e i 40° con uso normale quasi quasi mi fa piacere, ma scherzi a parte si surriscalda troppo e troppo facilmente, posso capire se qualcuno lo eviterà anche solo per questa ragione. L’audio è buono, davvero. Ottima spazialità (è stereo) e definizione, però ho avvertito spesso la carenza di volume. Con il P8 riuscivo a sentire i podcast mentre facevo la doccia, con lo Z5 sento un brusio lontano mischiato al getto d’acqua. La fotocamera è l’emblema di questo prodotto, numeri stupefacenti e potenzialità incredibili sciupate da una UI confusa e una quantità sterminata di limiti software. Magari si possono ottenere risultati eccellenti (la resa ad alti ISO è molto buona) ma solo quando tutto va come vuole lui. La batteria è buona ma incoerente. Nell’80% dei casi va bene, ma ci sono quelle volte che si scarica in un batter d’occhio e tu stai lì a chiederti “perché?”. Il software non mi dispiace affatto e mi era già piaciuto sullo Z3 Compact, ma noto l’incapacità di colmare le lacune presenti da diverso tempo. Posso capire chi è affascinato dal Sony Z5, anche io lo sono, e alla fine il suo dovere lo fa e l’hardware è commisurato alla spesa, però ha troppi aspetti lasciati al caso e per quasi 600€ mi aspetto che uno smartphone prima di tutto funzioni bene e con resa costante, non ho voglia di seguire i suoi sbalzi d’umore o di impegnarmi per capire le sfaccettature del suo caratteraccio. Supera la sufficienza solo perché l’hardware e le funzioni ci sono tutte, ma se avessi dovuto votare di cuore gli avrei tolto un altro mezzo punto. Tuttavia so di essere molto influenzato da come un prodotto si usa e decisamente meno dalle specifiche tecniche, e non è detto che tutti la debbano pensare come me.

PRO
+ Ottimi materiali e costruzione
+ Certificazione IP68
+ Buona dotazione hardware/memoria
+ Espandibilità via microSD
+ Buona qualità audio
+ Ottimo sensore fotografico
+ Video 4K
+ Launcher snello e veloce con esperienza “alla Google”
+ Batteria mediamente sufficiente

CONTRO
- Pessima ergonomia (troppo scivoloso e con bordino in rilievo)
- Bilanciere volume troppo piccolo e troppo in basso
- Si surriscalda troppo e facilmente
- Volume audio non troppo elevato
- Gli auricolari non sono in dotazione
- UI fotocamera (ver 2.0) confusa e con troppe limitazioni
- Pessimo sviluppo del JPG e codifica video
- Autofocus video disastroso
- Stabilizzazione video 4K da evitare
- Se lo sfruttiamo un po’ di più si scarica troppo rapidamente
- Un po’ lento nel cambio celle

DA CONSIDERARE
| Sony può e deve fare di più e meglio

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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