Recensione: Kingston DataTraveler Micro, la pendrive USB 3.1 per il mazzo di chiavi

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Non so se ci avete fatto caso, ma negli ultimi anni il ruolo delle pendrive è cambiato drasticamente. All’inizio avevano facevano più o meno le veci vecchi floppy disk, consentendo di memorizzare e trasportare tutti quei contenuti abbastanza piccoli da non richiedere un CD, oggi la maggior parte di questi vengono stoccati nel cloud, scambiati via email o con i vari servizi di sharing. Ma le pendrive non si sono estinte, anzi, sono cresciute in capienza e velocità, il tutto con costi e dimensioni sempre più contenute. Io utilizzo frequentemente la mia Lexar Jumpdrive S23 da 128GB, che viaggia abbastanza bene e costa solo 50€. Come avevo previsto nella recensione il meccanismo in plastica per l’estrazione del connettore si è rivelato poco robusto (infatti devo tenerlo fermo mentre la inserisco nelle porte USB), ma il funzionamento è perfetto e mi consente di portare grossi lavori da casa a studio e viceversa con un ingombro minimo. A fianco alle pendrive capienti e veloci, ce n’è un altro tipo che trovo utile, ovvero quelle piccolissime. Sono anni ormai che ne ho sempre una attaccata al portachiavi. La prima è stata di LaCie, ed era simpatica perché aveva proprio la forma di una chiave. La seconda era di Kingston, ovvero la DataTraveler SE9 da 8GB, sempre USB 2.0. L’ultima che ho acquistato è della stessa marca, ma è USB 3.1, ancora più piccola e con 32GB di storage.

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Il nome completo è Kingston DataTraveler Micro, aggettivo che mai fu più indicato. Ce ne sono anche di più piccole in verità, ma preferisco avere qualche mm in più di lunghezza per ospitare il foro che consente di inserirla nel portachiavi. Le pendrive così piccole non hanno mai prestazioni particolarmente elevate, è una cosa normale a cui siamo abituati. È il rovescio della medaglia, per così dire, per chi ricerca massima compattezza. Sapevo bene di non dover dare molto credito alla dicitura USB 3.1 quando l’ho acquistata, ma il suo ruolo non sarà quello di scambio continuo di dati, quanto piuttosto di storage di emergenza.

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Non mi capita spesso ad essere sincero, perché ormai tutti hanno connessioni abbastanza veloci ed una casella di posta attiva, tuttavia mi capita ancora oggi di ricorrervi in numerose occasioni. Magari sei a casa dell’amico che ha dei file da darti oppure devi trasportarne alcuni da A a B, ed ecco che la pendrive può diventare perfino più pratica e veloce di Internet. A patto di averla a portata di mano ovviamente. Ecco il senso di questo mio pallino di avere sempre una pendrive di emergenza ed ecco perché non la scelgo mi troppo capiente. Questa volta ho optato per 32GB, dimensione che ho trovato adatta per l’uso predisposto. Le precedente Kingston SE9 USB 2 che utilizzavo faceva 5MB/s in scrittura e circa 20MB/s in lettura, per cui era diventata un po’ troppo vetusta oggi come oggi. La DataTraveler Micro USB 3.1, invece, tacca picchi di 24MB/s in scrittura e ben 130MB/s in lettura… insomma, tutta un’altra cosa.

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Conclusione

Sono il primo a pensare che oggetti del genere non siano più particolarmente utili, tuttavia quelle poche volte al mese in cui la utilizzo sono contento di averla acquistata. Inoltre il costo è inferiore a 15€ su Amazon per il taglio da 32GB, per cui è una spesa che si può fare a cuor sereno. Per molti sarà un dispositivo in più non necessario, ma sono convinto di non essere il solo a trovare un certo senso di sicurezza ad avere una piccola pendrive sempre con me e senza la necessità di dovermi ricordare di portarla. Sta lì, insieme alle chiavi di casa, non si rovina essendo in metallo e con connettori protetti, ma è pronta ad entrare in azione. Un bel prodotto che onestamente consiglio.

PRO
+ Piccolissima e molto robusta
+ Connettori protetti
+ Pratico aggancio per il portachiavi
+ Abbastanza veloce in relazione alle dimensioni

CONTRO
- Non è veloce come le pendrive più grandi

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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