Nonostante l’accordo transattivo raggiunto qualche mese fa sulla delicata questione della violazione dei brevetti di Apple da parte di Samsung (che avrebbe dovuto versare alla rivale ben $548 milioni a titolo di risarcimento danni), le due società non hanno intenzione di seppellire l’ascia di guerra. Infatti, all’atto della stipula dell’atto di transazione, l’azienda coreana si è riservata il diritto di ricorrere alla Suprema Corte per chiedere la revisione delle motivazioni alla base della sentenza di condanna (peraltro confermata in appello), ritenendo che le Corti inferiori abbiano applicato i principi regolatori della normativa sui brevetti in maniera non corretta. Apple, dal canto suo, ha replicato sostenendo che la vicenda può considerarsi chiusa e che, quindi, la Corte Suprema degli Stati Uniti può anche non pronunciarsi sulla riforma della sentenza. Infatti, secondo gli avvocati di Cupertino, le deduzioni di Samsung non sarebbero così importanti da poter giustificare l’avvio del procedimento di terzo grado. Samsung, ovviamente, ha replicato sostenendo che qualora l’interpretazione della normativa data dai due precedenti Tribunali dovesse essere confermata, le ripercussioni sul piano dell’innovazione tecnologica potrebbero essere devastanti, tanto da frenare il mercato americano. In attesa di una pronuncia della Corte Suprema (quanto meno sull’ammissibilità del ricorso proposto da Samsung), giova ricordare che proprio ieri per la stessa normativa sulla tutela della proprietà intellettuale Apple è stata condannata a risarcire il danno per la violazione dei brevetti di VirnetX. La legge, insomma, è uguale per tutti.
Elio Franco
Editor - Sono un avvocato esperto in diritto delle nuove tecnologie, codice dell'amministrazione digitale, privacy e sicurezza informatica. Mi piace esplorare i nuovi rami del diritto che nascono in seguito all'evoluzione tecnologica. Patito di videogiochi, ne ho una pila ancora da finire per mancanza di tempo.