Apple assume un ex-Amazon per migliorare la sicurezza dei dati contro le intrusioni governative

La battaglia tra Apple e l’FBI prosegue, con la prima che si oppone strenuamente alle ripetute richieste federali di forzare l’accesso all’iPhone oggetto delle indagini sulla strage di San Bernardino. Negli ultimi giorni era già emerso come l’azienda stesse studiando modi per aumentare ulteriormente l’inattaccabilità dei dati personali, backup inclusi, e adesso sembrerebbe aver trovato la persona giusta per farlo, come riporta Fortune.

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Dalla scorsa settimana a Cupertino si è infatti insediato George Stathakopoulos, che per circa 6 anni ha lavorato in Amazon come vicepresidente per la information security e prima ancora era general manager in Microsoft per la sicurezza dei prodotti. La InfoSec, così come viene anche denominata in breve, riguarda l’implementazione di tutti i metodi che possano prevenire la gestione non autorizzata di dati in azienda, sia ad uso esclusivo interno sia quelli relativi agli utenti che fruiscono dei servizi offerti. Visto l’ambito coperto, si può anche dire che costituisca una buona fetta della sicurezza informatica in generale.

Ciò che George fa in Apple è una mansione pressoché identica a quella in Amazon, dato che è stato nominato vicepresidente per la corporate information security. A chiarire meglio che si tratta di implementare misure di protezione soprattutto interne vi è il fatto che non riporta a figure più strettamente tecniche come Craig Federighi o Eddy Cue, bensì a Luca Maestri, il Chief Financial Officer. Nel settore, Stathakopoulos è considerato una delle figure migliori, che ha contribuito con successo a migliorare tanto dal punto di vista tecnico quanto da quello mediatico la posizione di Microsoft sulla sicurezza, dopo la celebre ondata di malware che tra il 2003 e il 2004 colpì Windows costringendo a profondi cambiamenti nei rilasci seguenti.

Se è ben chiaro il tempismo dell’assunzione, meno sarà per un po’ quello relativo agli effetti che produrrà: questo tipo di sicurezza richiede più studio per metterla a regime, rispetto a “semplici” aggiornamenti correttivi come accadono sui software più strettamente consumer. Possiamo solo dare per certo che ritorneremo ancora sulla vicenda, seguendone sia gli sviluppi più tecnici che quelli legali.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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