Finalmente trova una conclusione la vicenda che ha visto nell’ultimo mese Apple contrapporsi all’FBI. La società, infatti, si era rifiutata di aiutare gli inquirenti ad accedere all’iPhone 5c dell’attentatore di San Bernardino, opponendosi alla richiesta di sviluppo di una versione di iOS opportunamente modificata con una backdoor da consegnare all’agenzia, in nome della tutela della privacy dei propri utenti. L’FBI aveva chiesto alla Corte una ordinanza coercitiva nei confronti di Apple, ma la società si era opposta e questo ha dato vita non solo al grande dibattito sul bilanciamento fra sicurezza e privacy.
Esattamente una settimana fa si sarebbe dovuta tenere la prima udienza del procedimento di reclamo, ma l’FBI aveva chiesto un rinvio, sostenendo di aver trovato un modo per accedere ai dati memorizzati sull’iPhone senza coinvolgere Apple. Alcune fonti avevano citato la società israeliana specializzata in sicurezza informatica Cellbrite come possibile partner del Bureau, ma non sono arrivate mai conferme in merito. Peraltro, la stessa azienda ha diffuso pubblicamente un white paper circa la scarsa utilizzabilità in giudizio dei dati ricavati dall’analisi forense di un dispositivo bloccato e sottoposto a crittografia.
Oggi l’FBI ha annunciato di aver avuto accesso all’iPhone dell’attentatore con successo, ma senza specificare quale sia stato il metodo utilizzato né se si sia avvalsa di collaboratori terzi. Inoltre, ha dichiarato che il procedimento adoperato può funzionare solo su iPhone 5c con iOS 8. Di conseguenza, l’ente inquirente abbandonerà il giudizio contro Apple. Se da un lato il Dipartimento di Giustizia americano ha dichiarato che la propria priorità rimarrà quella di ottenere l’accesso ai dati dei dispositivi, anche attraverso il coinvolgimento dei produttori ein nome della sicurezza nazionale, Apple ha dichiarato che continuerà a combattere a favore della tutela della riservatezza, della privacy e della sicurezza. Infatti, secondo la società, sacrificare uno dei tre valori in nome dell’altro esporrebbe le persone a rischi elevatissimi.