Proprio qualche giorno fa discutevo privatamente con Maurizio circa un annoso problema che, sicuramente, sarà capitato a tutti coloro i quali (come me) sono dotati di un computer con spazio di archiviazione di soli 128 GB e usano Dropbox per sincronizzare tutti i loro dati più importanti. Personalmente, da che ho iniziato a seguire alcuni fotografi per pratiche di violazione di copyright, ho visto decrescere sempre più lo spazio disponibile sul mio SSD, tanto da aver seriamente pensato di ricorrere ad un suo upgrade. Le soluzioni sul mercato, però, sono decisamente poche e costose (gli SSD di OWC da 480 GB per MacBook Air partono da $340,00) e, come si suol dire, il gioco non vale la candela. Attualmente sono ricorso ai ripari spostando la cartella delle pratiche archiviate e dei giudizi pendenti (che, essendo soggetti ai tempi della giustizia italiana, richiedono l’accesso ai file poche volte all’anno) e quella degli eventi da me organizzati su Google Drive, deselezionando qualsiasi tipo di sincronizzazione, ma avendo la sicurezza di potervi accedere via browser in qualsiasi momento e, soprattutto, di averli sempre in locale sui computer con hard disk più capienti. Mi si potrebbe obiettare la possibilità di ricorrere alla sincronizzazione selettiva delle cartelle, ma la scelta e di cosa sincronizzare e cosa no mi avrebbe portato via decisamente troppo tempo. Peraltro, mi sono sempre chiesto come mai Dropbox non abbia mai previsto un sistema di alias o di symlink che possano richiamare i dati salvati in cloud solo quando ce n’è effettivamente bisogno.
A quanto pare, gli ingegneri di Dropbox devono avermi letto nel pensiero e proprio oggi è stato annunciato Project Infinite, una nuova feature del servizio che permette di creare solo dei segnaposto per file e cartelle. Di fatto, dal Finder o da Explorer vedremo solo le icone dei file e che saranno scaricati in locale solo se decideremo di aprirli. Una volta salvate le modifiche, il file tornerà disponibile solo in cloud. Ovviamente, sarò possibile scegliere quali dati rendere disponibili permanentemente in locale e quali no. La soluzione adottata dalla società, dunque, permette di sottoscrivere piani con storage cloud più ampio rispetto a quello in locale, senza avere il timore che il proprio hard disk possa essere presto riempito. Soluzioni simili sono state adottate anche da Nextbit per il suo Robin, il primo smartphone con archiviazione dei dati nella nuvola e da Microsoft per OneDrive (da cui però è stata eliminata in Windows 10). Project Infinite sarà disponibile a breve per PC e Mac, per la gioia del mio SSD (e delle mie tasche).