I am apple

È nata da una coppia di geni, così simili nel nome eppure profondamente diversi. All’inizio c’era anche un terzo incomodo, ma si è fatto da parte, evitando che il triangolo potesse danneggiare l’equilibrio tra i due Steve. Apple è stata una figlia fortunata, che ha preso solo il meglio dai genitori: fin da neonata mostrava la determinazione del padre e lo spirito geek della madre. I due ruoli erano chiari, perché i conti in casa tornavano grazie alle creazioni di Woz, ma il timone era stato fin da subito nelle mani di Jobs, impostosi come pater familias grazie ad un carattere autoritario ed alla sua spiccata indole di comandante. I primi passi di Apple furono un successo inaspettato da tutti tranne che da Jobs, che non nutriva il minimo dubbio sulle sue potenzialità. È cresciuta molto rapidamente e con lei il nucleo familiare. Il suo cuore era puro e non temeva di contrapporsi a quelli più grandi di lei. Si creò velocemente un folto pubblico di ammiratori, che non fece che crescere anno dopo anno. Giovane e incosciente, si sentiva già arrivata prima della maturità e finì per allontanarsi dalla madre e rinnegare il padre. Questo ne rimase profondamente scosso, ma si rifece una seconda famiglia con la Pixar. Senza Jobs in casa, Apple andò lentamente allo sbaraglio. Per fortuna aveva già avuto modo di fortificarsi e riuscì a reggere i duri colpi che la attendevano, ma la mancanza di una guida fu determinante per i tanti errori che commise di lì in poi. Non possiamo sapere come sarebbe andata se Jobs fosse rimasto, ma sappiamo per certo che il suo amore per Apple non cessò mai e che seguì ogni sua mossa pur mantenendosi a debita distanza. La lontananza mise a dura prova anche lui, che ebbe tempo e modo di capire e riflettere sui propri errori. Con il senno di poi potrebbe persino essere vista come un bene, perché ha concesso al giovane padre di maturare tanto quanto la stessa figlia. I due si ritrovarono, per fortuna, e fu come se mai si fossero persi. Jobs la aiutò a fare ordine e a concentrarsi sulle poche cose importanti, accantonando immediatamente tutti i progetti senza un futuro. Non aveva perso la dote di riconoscere una buona idea ed è stata una delle sue qualità migliori fino alla fine. Dalla riunione con Jobs è emersa una Apple migliore di quanto non fosse mai stata, che riuscì a raggiungere traguardi incredibili e a realizzare alcuni dei prodotti più famosi al mondo. Proprio quando era sulla cresta dell’onda si trovò ad affrontare nuovamente l’allontanamento dal padre, questa volta non volontario ma forzato dalla malattia. Jobs se ne andò ancora giovane, ma gli ultimi anni con Apple sono stati magici ed è grazie alla strada che le fece imboccare allora che essa continua ad eccellere ancora oggi in cui compie i suoi 40 anni. Auguri Apple, grazie Woz, grazie Jobs.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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