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In principio fu l’iPad. Ma quando si comincia è facile: basta scegliere un nome. I problemi nascono con le generazioni successive, perché si deve decidere come differenziarle. Di solito le aziende tentano di seguire una logica ben precisa, ma non possono prevedere il successo di un prodotto e le sue future evoluzioni. Così come non sono prevedibili le varianti che il mercato chiederà, che si realizzeranno sulla base di nuove idee o semplicemente per ampliare la gamma. Guardiamo ad esempio all’iPhone SE (recensione), per il quale si è deciso di cestinare il numero progressivo e definire una sigla inedita. Per gli iPad lo storico è ancora più confuso: il secondo aveva il numero 2 dopo il nome, il terzo fu denominato “nuovo iPad” ma classificato come di terza generazione, poi è arrivata la quarta generazione e, infine, il cambio di design con l’Air. Per il successivo è stata ripresa la numerazione, quindi iPad Air 2, e con l’ultimo si è ripartiti nuovamente da zero sfruttando la sigla iPad Pro. Ma essendocene già un altro, ovvero quello da 12,9“, è stato necessario specificare la dimensione dello schermo. Ed ecco quindi l’iPad Pro 9,7”, che io preferisco chiamare più semplicemente iPad Pro piccolo.

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Caratteristiche principali

Si sa che i tablet invecchiano meno rapidamente degli smartphone, non solo per una questione di specifiche tecniche ma anche per il tipo di utilizzo che se ne fa. Difatti l’iPad Air 2 è ancora attualissimo, veloce ed efficiente. Il nuovo è la sua naturale evoluzione, ma ha ereditato alcune caratteristiche del Pro da 12,9“ e con esse anche la medesima sigla. L’uso del nuovo SoC A9X era scontato anche se si fosse chiamato Air 3, mentre a renderlo un Pro ci sono lo Smart Connector (con Smart Keyboard dedicata), il supporto per Apple Pencil e gli speaker quad-stereo. Rispetto al fratello più grande ha un minore quantitativo di RAM (2GB vs 4) ma sfoggia fotocamere nettamente migliori, le stesse dell’iPhone 6s. Quella principale ha quindi 12MP con flash LED dual tone e registrazione video fino al 4K, quella frontale 5MP con Retina Flash. È il primissimo iPad che pareggia i conti con l’iPhone dal punto di vista fotografico ed è stata una scelta interessante da parte di Apple, perché almeno in un settore è migliore del più costoso iPad Pro 12,9” (senza contare portabilità ed ergonomia). È anche il primo dispositivo della casa di Cupertino a sfoggiare la Apple SIM integrata in Italia, che non è fisicamente visibile all’utente (il vano rimane libero per mettere la propria SIM), ma consente di avere rapido accesso ad una serie di offerte e piani dati in quasi tutti i paesi del mondo.

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Design ed ergonomia

Superficie, spessore e struttura dell’iPad Pro piccolo sono praticamente identiche a quelle dell’Air 2. Tra le poche differenze troviamo l’aggiunta della colorazione oro rosa, la fotocamera sporgente (dovuta alla migliore qualità del modulo sensore/obiettivo) e gli speaker anche nella parte alta (che si notano per via dei fori). Nel modello Wi-Fi + Cellular c’è un cambiamento più evidente nella zona posteriore, perché le antenne hanno un aspetto più simile a quello dei recenti iPhone, con struttura in metallo attraversata da una sottile riga di plastica.

Una precisazione importante da fare è che Apple ha modificato la posizione dei magneti, per cui la Smart Cover dell’iPad Air 2 non funziona sul Pro piccolo. La nuova a lui dedicata è esteticamente identica, ma sarà necessario acquistarla se arrivate da un modello precedente. Personalmente avrei voluto la Smart Keyboard, in quanto copre davanti e dietro, funziona da stand ed include la tastiera, ma continua ad essere disponibile solo con layout USA. Scelta assolutamente inconcepibile perché si presuppone che l’acquisto di un accessorio del genere, e dello stesso iPad Pro, sia legato ad un uso completo del dispositivo, per cui trovarsi tutti i simboli e le accentate in posizione diversa è inaccettabile. Per il Pro grande ho preferito quindi la Logitech Create, ma non è ancora disponibile qualcosa di simile per il piccolo, quindi ho pensato ad una Smart Case (quella integrale) con tastiera separata. Purtroppo Apple ha deciso di non realizzarla per gli iPad Pro e quella dell’Air 2 è strutturalmente compatibile ma i magneti sulla copertina non spengono ed accendono lo schermo. Un po’ stanco di tutte queste limitazioni, ho optato per una custodia da 15€ presa su Amazon, che ha la struttura simile alla Smart Case (quindi copertura dietro e davanti più funzione stand) ed un bel disegno stile cartina geografica su tutta la superficie. Per ottenere le stesse funzionalità con i prodotti originali avrei dovuto spendere 59€ di Smart Cover + 79€ di Custodia in silicone per il retro: totale 138€, contro i 15€ spesi da me. Considerando che acquisterò una cover con tastiera italiana appena sarà disponibile (da Apple, Logitech o altri), per il momento mi è sembrata la soluzione più intelligente.

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Come tastiera temporanea ho comprato la Logitech Keys-To-Go verde acqua, che si collega con il tradizionale Bluetooth invece che con lo Smart Connector. Appena ne troverò una specifica per l’iPad Pro piccolo sposterò questa sulla Apple TV 4G. La Keys-To-Go ha la stessa larghezza dell’iPad, è incredibilmente sottile ed è costruita come la Smart Keyboard, ovvero con una superficie continua che la rende resistente agli schizzi. In pratica i tasti sono sopraelevati ma non separati dalla scocca. Il layout è quello italiano e la digitazione è abbastanza fluida, anche se ci si deve abituare alle dimensioni più piccole. Lo stesso discorso vale però anche per la Smart Keyboard Apple, in quanto hanno una superficie pressoché identica. Pur non avendo la comodità dello Smart Connector, va detto che la batteria di questa Logitech sembra eterna, infatti l’azienda prevede una durata di ben 3 mesi con 2h di utilizzo al giorno. Anche se mi durasse 1 mese sarei più che soddisfatto.

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Tornando all’iPad Pro da 9,7“, che è poi l’oggetto di questa recensione, le sue dimensioni lo rendeno un perfetto connubio tra portabilità e fruizione. Pesa solo 444g e si tiene comodamente come i precedenti Air, per cui si riesce a leggere, navigare e scrivere sulla tastiera virtuale anche sul divano. Per questo specifico utilizzo continuo a preferire il mini, che ha anche il vantaggio di entrare nei tasconi di molte giacche, ma lo schermo da 9,7” rivela tutta la sua praticità grazie alle funzionalità introdotte con iOS 9. Quando ci si trova su una scrivania, infatti, il piccolo Pro si dimostra duttile quasi quanto quello da 12.9“. In realtà l’esperienza d’uso non è altrettanto appagante visto che allo schermo mancano ben 12cm di diagonale e due app affiancate saranno spesso più piccole di quanto si vorrebbe, ma il punto è che le potenzialità ci sono. Quindi: se si preferisce un tablet compatto e con estrema portabilità, il mini è ancora da preferire; se si desidera uno strumento con massima produttività, l’iPad Pro 12,9” è lo stato dell’arte; se si vogliono avere tutte le possibilità e le funzioni dell’iPad più grande in una dimensione ancora comoda da gestire, la risposta è il nuovo iPad Pro 9,7″. Una delle cose che personalmente amo di questo formato è che si può tenere in mano in verticale e scrivere con i due pollici sulla tastiera separata, cosa che sto facendo in questo preciso momento.

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Tuttavia l’Air 2 è ancora molto valido, l’ho gia detto, quindi ha senso soffermarsi su cosa rende questo modello un Pro. Tra le funzioni aggiuntive va certamente considerato il supporto alla Apple Pencil, che con ogni probabilità è lo strumento di input digitale più fedele a quello analogico che sia mai stato creato. Usarla su questo schermo da 9,7“ è perfino più comodo di quanto non sia su quello da 12,9”: c’è sicuramente meno spazio, ma l’iPad si tiene più comodamente con una sola mano mentre con l’altra si scrive, si disegna o si interagisce con le app. Io ho una sola Apple Pencil per tutti e due gli iPad Pro ed ho scoperto che è comodissimo passare dall’uno all’altro, in quanto basta collegarla alla porta Lightning per qualche istante e lei si abbina al dispositivo in uso.

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Continua ad essere scomoda da conservare e spostare visto che non è stato previsto un supporto, ma qualche mese fa ho comprato l’Apple Pencil Magnet, una specie di cover per la matita che contiene un magnete piuttosto forte, grazie al quale si aggancia in modo stabile sulla cornice del tablet. In merito le funzionalità offerte dalla Apple Pencil valgono le stese considerazioni fatte nella video recensione dell’iPad Pro grande.

Display

Lo schermo Retina da 9,7″ mantiene la stessa risoluzione del precedente, con 2048 x 1536 pixel e 264 ppi. La nitidezza è eccellente e i caratteri sono perfetti dalla normale distanza di visione, anche i più piccoli. Inoltre Apple ha migliorato il pannello, che ora offre una luminosità maggiore e aderisce al più ampio spazio colore DCI-P3 (come i recenti iMac Retina). Messo a confronto con il display dell’Air 2 notiamo essenzialmente colori più intensi e sfumature più ricche, mentre la maggiore luminosità si apprezza bene all’aperto, dove migliora la leggibilità. Questa non è ancora eccellente, bisogna ammetterlo, ma ripensando ai primi tablet il progresso è stato davvero notevole, specie perché nell’iPad Pro piccolo sono stati ulteriormente mitigati i riflessi. Non aspettatevi un vero e proprio miracolo se lo confrontate con il modello subito precedente, ma il miglioramento è comunque apprezzabile. In particolare, il nuovo trattamento antiriflesso riduce moltissimo l’effetto specchio. Non è che non ci siano proprio i riflessi, ma si vedono più scuri e disturbano molto meno.

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Sempre nell’ottica di aumentare il comfort visivo, è stato introdotto un sensore che rileva la temperatura colore dell’ambiente e adatta di conseguenza quella del display. La funzionalità è stata battezzata True Tone, termine che ha indotto molte persone a fraintenderne lo scopo. Non si tratta infatti di una calibrazione del pannello e non è destinata ad ottimizzare la resa nel fotoritocco o nel design con Apple Pencil. Inoltre non interviene sull’intero spettro cromatico, come una calibrazione farebbe, ma solo sulla temperatura colore. Questo significa che, anche se vi trovate in una stanza con luci viola, lo schermo non prenderà mai questa tinta ma diventerà solo un po’ più giallo. E con luce blu o bianca non sarà mai più freddo di quanto non lo sia con True Tone disattivato. Per andare ancora più sul semplice, pensate a questa funzione come ad un banale automatismo di Night Shift: in pratica l’iPad non fa altro che decidere da solo quando e quanto ingiallire lo schermo a seconda della quantità di luce e della temperatura colore rilevata nell’ambiente.

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Chiariti gli aspetti tecnici e le finalità reali, non rimane che parlare della resa. Io ho fatto decine di prove con luci RGB e tutte le tinte possibili, l’ho anche confrontato col mio monitor calibrato in base la luce presente nello studio. Le foto viste sull’iPad con True Tone attivo apparivano sempre leggermente diverse, a conferma che non si tratta di uno strumento di calibrazione per i professionisti dell’immagine. Tuttavia io ho mantenuto la funzione su on perché offre una resa eccellente per le finalità cui un tablet è destinato. Dopo alcune ore con l’iPad Pro piccolo anche la home screen dell’iPad Air 2 mi sembrava fastidiosamente accecante a parità di luminosità, mentre la nuova funzione automatica mostra sempre immagini confortevoli per gli occhi e che non perdono incisività e vividezza.

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Per me è una delle funzioni più utili introdotte su iPad da qualche tempo a questa parte, l’unica cosa sbagliata è il nome. Si potrebbe chiamare True Tone se modificasse effettivamente la calibrazione del pannello oppure se mantenesse il punto di bianco neutro anche sotto luci verdi o fucsia, come fosse un foglio di carta, ma non fa questo. L’unica cosa che cambia è la temperatura colore.

Viola | Rosso | Giallo | Verde | Blu

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Multimedia

In ambito audio/video/foto questo è il miglior tablet che io abbia provato. È vero che la sporgenza della fotocamera può dare fastidio, ma qui abbiamo tutta la qualità di un iPhone 6s, con tanto di video in 4K. Non vi propongo la classica galleria di immagini perché ammetto di sentirmi poco propenso ad andare in giro con uno schermo di quasi 10″ in mano per fare foto, ma siccome vedo tanti che sembrano persino preferirli agli smartphone, è bene sottolineare le ottime potenzialità dell’iPad Pro piccolo.

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Tra l’altro l’app fotocamera di iOS sembra persino più comoda su tablet e ci sono sempre tantissime alternative di terze parti. Dal mio punto di vista il grande vantaggio è per i documenti, perché da diversi anni ormai faccio quasi tutte le “scansioni” con Scanbot per iPhone, ma è molto più appagante usarlo su tablet, dove per altro sono migliori anche le app per OCR rispetto ad iPhone. Diciamo che oltre al discorso multimediale in sé per sé, questa rinnovata attenzione alle fotocamere mi sembra molto utile lato produttivo.

Stessa cosa dicasi per la fotocamera frontale, passata da 1,2 a 5MP e, ancora una volta, alla pari con il 6s. Ci sarà chi si farà un maxi-selfie, magari con l’ausilio del Retina Flash (che, ragazzi miei, illumina a giorno da brevi distanze), ma io l’ho trovata molto utile professionalmente. Sono solito fare dei lunghissimi hangouts notturni con il mio team di svapo ed è molto più comodo usare il tablet rispetto allo smartphone, lasciando anche il computer libero e potendo spostarsi più comodamente.

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Non è da meno il reparto audio, che eredita la tecnologia quad-stereo dall’iPad Pro più grande. Avere due speaker sopra e due sotto, oppure sinistra e destra tenendolo in orizzontale, ci offre una maggiore potenza nonché un ottimo senso di spazialità ed immersione. Inoltre possiamo finalmente impugnare il tablet in ogni punto e in ogni verso senza preoccuparsi di offuscare l’audio, cosa che risulta utile per i video ma soprattutto in eventuali sessioni di gioco (non si può vivere di solo lavoro in fondo).

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Prestazioni

Qui sopra vedete il risultato su Geekbench 3, che in multicore è vicinissimo a quello del mio iMac 21,5“ del 2011, ma quello che trovo più importante è l’esperienza d’uso. Con questo iPad Pro piccolo l’A9X sembra ancora più performante, al punto che quasi si dimentica che sotto c’è un SoC che elabora in risposta alle nostre azioni. Restituisce più o meno la sensazione che si ha viaggiando a 50km/h su una macchina che raggiunge i 250. Come se operasse in totale scioltezza e ci fosse tanta altra potenza a disposizione sotto il pedale. È un peccato che Apple non l’abbia equipaggiato con gli stessi 4GB di RAM del modello più grande, ma bisogna pur dire che con 2 non è che si noti qualche problema nell’uso. L’unico vero svantaggio è in prospettiva, perché se iOS 10 dovesse apportare sostanziali migliorie nelle funzioni multitasking, allora si potrebbe avvertire un qualche vantaggio con la maggiore RAM presente sul 12,9”. Ad essere maliziosi si potrebbe anche configurare la situazione in cui le aggiunte vengano limitate sul Pro da 9,7″ per la minore memoria, ma non credo che ciò possa avvenire o quanto meno non prima di una versione 11.

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Pur non essendo un giocatore sono rimasto positivamente impressionato dalla resa di questo iPad in ambito ludico. In particolare anche i giochi pesanti si caricano ad una velocità incredibile, sintomo che oltre ad una grande potenza di calcolo vi sono anche memorie di altissima velocità. Ho la sensazione che il mini possa comunque risultare un tablet migliore per il gaming in virtù della sua maneggevolezza, ma ribadisco di non essere un esperto in materia.

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Lato connettività ci troviamo di fronte ad un classico prodotto Apple, con il meglio di Wi-Fi e Bluetooth (802.11ac dual band MIMO il primo e 4.2 il secondo), ma la solita limitazione dell’unica porta Lightning. A ben guardare, però, il problema non è nella connessione ma nel sistema operativo. Spendendo qualche – o per meglio dire “tanti” – euro, possiamo infatti trovare adattatori per SD o USB, ma poi non è che ci si possa fare molto. Non lo si scopre oggi ovviamente, ma più Apple alza l’asticella della qualità lato tablet e più questi diventano potenziali sostituti di un computer, e se la maggior parte degli scambi avvengono ormai via internet, ci sono ancora diverse situazioni, sia in ambito lavorativo che privato, in cui non poter leggere una pendrive è un fastidio, quando non un vero problema. In basso nella zona centrale si trova lo Smart Connector, quello che permette l’uso di tastiere con connessione diretta e senza batteria integrata. Attualmente c’è solo la Smart Keyboard di cui ho già parlato e che non ho preso per via del layout non italiano.

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Io ho scelto la versione Cellular con connessione LTE Advanced, in grado di sfruttare più frequenze contemporaneamente per raggiungere la velocità teorica di 300Mbps. Non ho una SIM con tale opzione attiva, ma siamo in quella fase in cui la media dei piani dati hanno ancora soglie così basse da non poterne godere pienamente. È tutto un altro discorso che non ha senso approfondire qui, ma l’importante è che le antenne funzionino bene e che il dispositivo sia già pronto per questa tecnologia (e va detto che lo sono già alcuni smartphone Android del 2013). Per quanto riguarda la Apple SIM i prezzi attuali di AlwaysOnline e GigSky sono eccessivi per l’Italia, ma poter attivare in un attimo un pacchetto dati quando siamo all’estero si potrebbe rivelare una grandissima comodità per i professionisti, così come per chiunque viaggi frequentemente. Supponendo di andare negli Stati Uniti, con $50 si possono acquistare 3 GB per 30 giorni, senza avere la scocciatura di comprare e configurare una nuova SIM.

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Software

Per quanto riguarda iOS, mi trovo a pensare e a dire le stesse cose che sono venute fuori nella recensione dell’iPad Pro più grande. La versione 9 ha portato una grossa ventata di novità nel mondo tablet di Apple, ma ci sono ancora diverse cose da affinare e per le quali rivolgiamo le speranze ad iOS 10 ed alla sua prima dimostrazione prevista per la WWDC di giugno 2016. Quel design delle app in slide over è completamente da rivedere, perché è assurdo scorrere all’impazzata alla ricerca di un’icona quando basterebbe avere un campo di ricerca per risolvere o, meglio ancora, una griglia più fitta di app come nella home.

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Questo giusto per fare un esempio, per far capire che alcune migliorie apportate sono ancora allo stato embrionale e necessitano di maturare. Continua anche a mancarmi il drag&drop tra due app affiancate, anche se temo che questo possa non arrivare mai. E poi perché non si può avere una tastiera più ricca e meno alta in vista orizzontale? Quella attuale occupa mezzo schermo sull’iPad da 9,7″.

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Di cose da rivedere ce ne sono diverse, ma Il vantaggio dell’iPad Pro piccolo è che offre tutte le funzioni multitasking del fratello grande in uno spazio minore. Cosa che risulta sicuramente comoda, ma che può essere anche un potenziale punto debole. Ad esempio con due app da ufficio affiancate, magari le stesse Mail e Numbers, lo spazio sembra effettivamente un po’ risicato. Se si intende lavorare spesso in questo modo e preferibilmente su una scrivania, allora i 12.9“ sono un plus non trascurabile. Di contro il 9,7” ha il vantaggio di poterlo comunque fare in caso di necessità e di rimanere incredibilmente più portatile.

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Batteria

La capacità della batteria è praticamente identica a quella dell’iPar Air 2, ci sono solo 0,2 wattora in più. L’autonomia dichiarata è sempre la stessa, ovvero 10h di navigazione in Wi-Fi, ma una leggera riduzione sul campo l’ho avvertita. Nei test comparativi sembrano effettivamente identici o quasi, perché facendo le stesse cose ho constatato uno scaricamento quasi simultaneo, ma questo iPad ti sprona ad usarlo di più dal punto di vista produttivo e ciò incide sulla sua autonomia. Va detto che ho sempre la Apple Pencil connessa, non presente sull’Air 2, e che il nuovo display potrebbe effettivamente consumare di più (DisplayMate asserisce che siano uguali), ma con un uso intenso in multitasking sono sceso al 20% dopo circa 6h. Forse ci saranno 20 minuti in meno di autonomia rispetto al precedente iPad a fronte di un miglioramento di ogni caratteristica, per cui bisogna ammettere che Apple ha ottenuto un buon bilanciamento complessivo di tutte le risorse di sistema.

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Conclusione

A prescindere dal suo nome e dal significato delle sigle, l’iPad Pro da 9,7“ è il tablet più smart mai realizzato. Non è tanto una questione di prodotto vecchio contro nuovo, dove quest’ultimo vince facile, quanto di una congiuntura dovuta allo stato del sistema operativo e delle tecnologie annesse. Se con le vecchie versioni di iOS si poteva dire che il mini era l’iPad per eccellenza, quello su cui facevi le stesse cose spendendo meno e più comodamente, oggi il modello da 9,7” ritorna ad essere il più indovinato per le stesse ragioni. È quello che effettivamente offre il meglio della piattaforma iOS per tablet, ossia: potenza, funzioni e mobilità. Le eccezioni ad oggi sono rappresentate dal Pro 12,9“ e dal mini: il primo è quasi un computer portatile ”limitato” con una spiccata vocazione per il disegno, il secondo è un grande iPhone da divano. È una semplificazione barbara, ma il punto è che l’offerta è molto ben calibrata, con prodotti diversi per esigenze diverse. L’asino, per così dire, casca sempre sulla questione prezzo, in quanto c’è stato un discreto incremento rispetto l’Air 2.

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Per acquistare un iPad Pro piccolo si spendono ben 689€ per la base, che ha solo Wi-Fi e 32GB di memoria. Inoltre il modulo Cellular richiede ben 200€ in più a parità di capacità. Quest’ultima sale poi a 128GB per 869€ e ben 1049€ per il 256GB, che nella variante Wi-Fi + Cellular raggiunge l’impressionante cifra di 1199€. Se si considera che uno dei suoi vantaggi più interessanti rispetto il precedente modello è la Apple Pencil, bisogna spendere altri 109€ per questa e 169€ per completare il tutto con la Smart Keyboard. Facendo il totale si può arrivare a spendere 1477€ per un iPad Pro da 9,7″ tutto completo, che sono 22€ in meno del MacBook base. Ovviamente, lo ripeto, ovviamente, non sono prodotti sostituibili o comparabili in termini di funzionalità e destinazione d’uso, tuttavia è un confronto che fa riflettere sul costo di questi dispostivi. E pensate che ho preso come esempio uno dei Mac meno convenienti, perché volendo a 1529€ c’è l’iMac 21,5″. Con questo discorso intendo dire che un tablet del genere ha senso se si possiede già uno o più computer o se veramente le nostre necessità informatiche sono completamente assolvibili con un iPad. L’arma vincente potrebbe essere effettivamente la Apple Pencil, uno strumento che può davvero fare la differenza per illustratori o architetti, ma se volete usarlo per prendere appunti, magari in università, sappiate che la spesa minima è di 689+109, ovvero 798€. Non certo uno strumento popolare, insomma, ma non vuole neanche esserlo. Apple punta all’eccellenza e se i prezzi sono difficili da digerire, l’esperienza d’uso di questo iPad Pro 9,7″ è un medicinale perfetto.

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PRO
+ Solita eccellente qualità costruttiva Apple
+ Ottimo display (comoda funzionalità True Tone)
+ Hardware potente e completo
+ Audio quad-stereo eccellente
+ Buona durata della batteria (circa 10h)
+ Esperienza d’uso in modalità tablet inarrivata dai rivali
+ Supporto alla Apple Pencil (la cui qualità è ottima)
+ Ottime fotocamere, sia fronte che retro
 Wi-Fi 802.11ac MIMO
 Supporto di tutte le bande LTE italiane
 Smart Connector per tastiere dedicate

CONTRO
- Costoso

DA CONSIDERARE
| Manca il 3D Touch (per il momento prerogativa dei piccoli schermi)
| Il Touch ID è di prima generazione
| Potevano pensare ad una soluzione per tenere vicina la Apple Pencil

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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