Apple Pay prossimo all’arrivo in altri paesi, ma l’Italia potrebbe essere esclusa

Il fatto che nomi importanti del settore tecnologico puntino in una direzione, non è una certezza matematica che il mercato, ovvero noi utenti, la seguiremo. Per quanto riguarda i pagamenti elettronici, però, non c’è bisogno di interrogare una sfera di cristallo per capire che siano comodi. La smaterializzazione del denaro sembra una naturale conseguenza dell’evoluzione della società e difficilmente si tornerà indietro a meno di un tracollo finanziario mondiale di misura catastrofica. Escludendo ipotesi post-apocalittiche e il ritorno al baratto, l’attuale progresso ci sta portando verso i pagamenti elettronici anche per le piccole cose, i cosiddetti micro-pagamenti. La stesse carte di plastica si stanno smaterializzando, inizialmente grazie a servizi come PayPal e in un prossimo futuro con il loro trasferimento nello smartphone. In realtà questo futuro è già piuttosto presente se si considera che in alcune delle più vaste aree del mondo è già una realtà, ma l’Italia è ormai relegata a fanalino di coda dell’innovazione.

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Il servizio creato da Cupertino, e che consente di effettuare un pagamento con Apple Watch o iPhone, è già operativo negli Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Australia e Cina, ma Jennifer Bailey ha rilasciato una interessante dichiarazione sul futuro di Apple Pay a TechCrunch. Oltre a confermare gli ottimi risultati fin qui ottenuti, ha confermato che Apple sta lavorando alacremente per estendere il servizio in Asia ed Europa. Non si è sbilanciata nell’anticipare i paesi che lo riceveranno per primi, ma ha chiarito che la priorità sarà stabilita in base alla dimensione del mercato per i prodotti Apple ed alla diffusione delle carte di credito, specie quelle contactless. L’Italia non è messa male in quest’ultimo ambito, ma le recenti indiscrezioni prevedevano l’arrivo di Apple Pay solo in Francia, Hong Kong e Brasile. A quanto pare, dunque, potremmo essere costretti ad attendere ancora a lungo.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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