Non conosco molte persone che hanno iniziato ad usare i computer negli anni 80 con i Mac ed hanno continuato con quelli fino ai giorni nostri. Io stesso ho fatto un lungo percorso attraverso marchi come Commodore e Amiga prima di approdare su un PC, e solo nel 1999 ho conosciuto i computer Apple con un iMac G3. La storia alle nostre spalle è nota a tutti, così come i motivi e le strategie che hanno portato Intel e Windows a dominare il mercato dei Personal Computer. Tuttavia niente è per sempre, specialmente in un mondo che viaggia veloce come quello tecnologico. Abbiamo assistito alla scomparsa di nomi importanti come Olivetti ed altri storici, tra cui IBM, hanno cambiato strategia per non soccombere in un settore divenuto poco redditizio. Sono lontani i tempi in cui avere un PC significava posizionare un grosso parallelepipedo sopra (o sotto) la scrivania e da lì far partire decine di cavi verso monitor, mouse, tastiera, stampante, casse ed altro. Lo smartphone ha conquistato il ruolo di unico dispositivo personale, unendo insieme cellulare, palmare, walkman, cartina, libro e macchina fotografica. In realtà può fare molto altro grazie alle app e, con uno schermo abbastanza ampio, si riescono persino a creare contenuti, da un documento di testo ad un montaggio video.
Il primo effetto di questa concentrazione di funzioni è stata la sostanziale scomparsa di alcuni mercati che erano molto redditizi verso la fine degli anni 90, e che includono navigatori satellitari, macchine fotografiche e riproduttori musicali. Lo stesso iPod, infatti, ha dovuto cedere il testimone all’iPhone. Il secondo effetto è stata la forte battuta d’arresto nelle vendite dei PC “tradizionali”, seguita poi da un lungo periodo di contrazione ancora in essere. Se i Mac sono ancora vivi e vegeti è solo perché sono rimasti in quella nicchia di mercato in cui un computer continua ad essere necessario (grafici, musicisti, animatori, ecc..), ma anche e soprattutto per la visibilità ottenuta grazie allo smisurato successo degli iDevice.
Windows continua a regnare nel mercato dei PC con percentuale schiacciante, ma è il trono di una terra che perde di importanza giorno dopo giorno. Basti pensare che la sola Apple vende più tablet di tutti i produttori di computer messi insieme. Microsoft lo sa ed è per questo che, superata l’epoca buia di Ballmer, Nadella ha preso il volante e ha dato una netta sterzata: sistema operativo gratuito e Office multipiattaforma, in abbonamento e anch’esso gratuito su mobile, tutte cose che non sembravano neanche ipotizzabili alcuni anni fa. Il problema è che i numeri veri ormai si fanno con smartphone e tablet, mentre i vecchi computer sono destinati a rimanere esclusiva di una ristretta nicchia di aziende, professionisti e geek.
nel primo trimestre del 2016 in US si sono venduti più Chromebook che Mac
Tuttavia il panorama potrebbe non essere così prevedibile, in quanto Google, quatta quatta, ha cambiato le carte in tavola con il suo Chrome OS. Potreste non crederci visto che da noi se ne vedono pochi e la maggior parte della popolazione non ne conosce neanche l’esistenza, ma IDC ha confermato che nel primo trimestre del 2016 in US si sono venduti più Chromebook che Mac. Questo significa che in 3 mesi la quantità di dispositivi con Chrome OS è cresciuta almeno di 1,8 milioni e con un trend in ascesa. La maggior parte di questi si trovano nelle scuole, dove servono dispositivi economici che non richiedono manutenzione, ma sbaglieremmo a non cogliere l’importanza di questo e di altri segnali. Intanto scuola significa formazione e formandosi con una piattaforma se ne rimane agganciati, cosa che Microsoft sa bene visto che parte del successo di Windows è stato dovuto all’ambiente scolastico ed alla pirateria, che hanno portato centinaia di milioni di utenti ad affezionarsi alla piattaforma. Ma soprattutto c’è da tenere d’occhio l’annunciata integrazione del Play Store in Chrome OS, di cui potete vedere di seguito una breve anteprima di The Verge.
Microsoft sta tentando di avvicinare il desktop al mobile e il mobile al desktop, ma la scarsa risposta degli sviluppatori e la stessa assenza di Google non la stanno aiutando. Gli sviluppatori Android, invece, potranno immediatamente arrivare su computer e, con un minimo investimento, migliorare il supporto per mouse e tastiera (il touch è obbligatorio, quindi tutto sarà già fruibile dal day one). L’esperienza smartphone è ormai quella polarizzante per i giovani e Android è il sistema più diffuso, il passo a Chrome OS sarà quindi piuttosto naturale. Già oggi ci si può installare Office o Photoshop Express, ma il potenziale è praticamente infinito perché l’ambiente non sarà emulato ma nativo, sfruttando al meglio le potenzialità hardware.
Con i Mac preferiti dai creativi e i Chromebook adatti a compiere le attività del quotidiano, quanto spazio rimarrà per i vecchi PC Windows? Microsoft dovrebbe preoccuparsi di questa mossa di Google, soprattutto se si decideranno a fare sul serio al di fuori degli Stati Uniti e magari a vendere i loro Pixel in tutto il mondo. Non dico che il futuro sia già scritto, non ipotizzo catastrofi per l’uno e magnificenze per l’altro, ma i segnali di un nuovo e solido impero ci sono tutti.