Forse si avvicina davvero la dismissione dell’ultimo Mac con SuperDrive

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La gamma Mac nel corso degli anni ha visto svariati modelli highlander. Alcuni motivi sono puramente generazionali, come i Mac mini non aggiornati per quasi due anni (e sta riaccadendo di nuovo, peraltro) e il Mac Pro nero che dal suo debutto nel 2013 non ha visto alcun refresh. Altri sono invece di tipo tecnologico, per offrire all’utenza modelli non più freschi ma buoni lo stesso e riposizionati come entry-level oppure dare un’opportunità a chi ha bisogno di un Mac più recente di quello in proprio possesso ma al contempo necessitano di un componente non più presente nelle nuove generazioni. È il caso dell’ultimo superstite dei MacBook Pro non-Retina: dopo ben 4 anni, è ancora lì in vendita, seppur sepolto in un angolino del sito Apple.

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Disponibile solo con schermo da 13″, a livello di CPU è rimasto pesantemente indietro, dato che appartiene ancora all’era Ivy Bridge (nel frattempo si sono succedute le microarchitetture Haswell, Broadwell e Skylake). Anche il chip grafico HD Graphics 4000 è stato superato in modo ampio. La ciliegina sulla torta è però l’hard disk meccanico da 500 GB, che ben poco può contro le veloci memorie flash degli ultimi Pro. Cos’è che può però vantare in più rispetto ai modelli attuali? Il SuperDrive. Ormai rimosso persino dai Mac Pro, è l’ultimo prodotto in cui il lettore/masterizzatore ottico persiste. Quale può essere la ratio che spinge all’acquisto? È vero che unità esterne si trovano in abbondanza, ma c’è chi ancora preferisce più eleganti soluzioni integrate. Da considerare inoltre che sui MacBook Pro non-Retina la memoria RAM non è saldata e la presenza di un disco rigido da 2,5″ rende più facile ed economica la sostituzione con un SSD, offrendo dunque un certo margine di svecchiamento. Questo nonostante un prezzo di 1.249 € che non lo rende affatto a buon mercato.

Ad ogni modo, questa situazione pare essere vicina al capolinea. Come riporta AppleInsider, sarebbero iniziati i preparativi per la dismissione, a partire dai negozi fisici. Gli Apple Store statunitensi, e presumibilmente anche nel resto del mondo, hanno tolto le già poche unità demo rimaste, mantenendolo in sostanza solo su esplicita richiesta nonché insistenza da parte del cliente. Il mandato ai dipendenti, infatti, è (già da parecchio, presumiamo) quello di spingere sui modelli Retina battendo il tasto sull’obsolescenza del prodotto inizialmente desiderato. Sugli Store online, per ora, nessun cambiamento: rimangono con disponibilità immediata. Insomma, il ritiro dal mercato non avverrà domani, ma, se non le settimane, quantomeno i mesi sembrano davvero contati. Non stupirebbe un commiato silenzioso nel contesto dei prossimi e tanto rumoreggiati Pro con schermo secondario OLED. Per i già possessori cambierà qualcosa? Nulla. Il supporto da parte di Apple è ancora attivo e potranno tranquillamente installare macOS Sierra in autunno. Con un sistema operativo aggiornato e un po’ del già citato svecchiamento, un MacBook Pro con qualche anno sulle spalle non è per nulla da buttare via.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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