Hasselblad X1D, il nostro Touch and Feel

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Venerdì 1 luglio Perry Oosting, CEO di Hasselblad, ha presentato a Milano la nuova x1D, dove i presenti hanno potuto toccarla con mano. Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche vi consiglio di leggere l’articolo di presentazione, dove vengono esposte con chiarezza, io mi vorrei concentrare di più sul “touch and feel” di questa nuova fotocamera.

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Perry Oosting mostra la semplicità dell’interfaccia grafica

Durante il suo discorso, Oosting ha subito smentito le dicerie di eventuali partnership con Fujifilm o Sony. Hasselblad ha chiuso con le fotocamere “rebrandizzate”, la X1D è stata progettata e fabbricata in Svezia. Anche le nuove lenti (un 45mm f/3,5, un 90mm f/4,5 e un grandangolo 30mm che dovrà essere presentato al Photokina di settembre) sono state sviluppate da Hasselblad e assemblate da Nittoh. L’unico elemento che viene dall’esterno è il sensore da 50MP di casa Sony.

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Le tre camere che Hasselblad ha portato alla presentazione erano tutte modelli di pre-produzione per cui alcune mie impressioni potrebbero variare con il modello finale. Per questo motivo sono incerti alcuni dettagli, come l’autonomia della batteria o le specifiche del mirino elettronico (quello in prova non è all’altezza della macchina, poco definito ma soprattutto con una bassa frequenza di aggiornamento). Appena presa in mano si avverte subito la cura posta nell’impugnatura. L’ho trovata semplicemente giusta, la mano si avvolge naturalmente attorno al corpo, tanto da poterla reggere tranquillamente tranquillamente con una sola. Questa caratteristica, unita al peso di soli 725 grammi (solo corpo con batteria), la rendono estremamente portatile se si considera che è una medio formato.

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La messa a fuoco automatica è buona, nulla di eccezionale. Trattandosi di una rilevazione per contrasto è abbastanza veloce ma è molto evidente il comportamento che ha questo tipo di fuoco: la fotocamera tende a fare uno step in più oltre a messa a fuoco corretta per poi tornare indietro. Nei pochi scatti che ho potuto effettuare ho notato come questo non sia sempre preciso e, in alcune situazioni complicate, impiega qualche frazione di secondo in più. La casa afferma che in futuro migliorerà grazie anche ad aggiornamenti firmware.

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La X1D è molto semplice da usare, qualsiasi persona che conosce le basi della fotografia capisce esattamente dove mettere le mani. È stata la prima volta che ho provato una Hasselblad ma, a differenza di altre macchine, mi ci sono trovato subito a casa. I tasti e le ghiere sono molto intuitivi e si integrano molto bene con l’interfaccia grafica dello schermo. Questa è molto fluida e chiara, ma in soli 10 minuti sono riuscito a farla andare in crash ben due volte: ricordo che si tratta di esemplari di pre-produzione, l’instabilità è normale. Se una persona sa usare uno smartphone si troverà a suo agio ad interagire con il touch screen e le sue gesture. La ghiera dei modi è incassata all’interno del corpo e fuoriesce solo dopo averla premuta, una “chicca” che ho apprezzato e che rende il profilo della fotocamera più pulito evitando al contempo attivazioni involontarie.

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Purtroppo non ho potuto portare a casa gli scatti, per cui i commenti sull’eventuale qualità delle foto sono limitate da ciò che ho potuto vedere dallo schermo. Ingrandendo le immagini ho notato come, in condizioni ottime, i particolari sono molto nitidi e ben definiti. Negli scatti in interno, o in condizione di poca luce, è facile inciampare nel micromosso. Le ottiche, così come il sensore, non sono infatti stabilizzati. Hasselblad ha voluto rendere la sua fotocamera portatile e, per questa ragione, trovo la stabilizzazione molto importante: fuori dallo studio le condizioni sono meno controllabili ed avere un aiuto farebbe comodo, specie se le ottiche non sono molto luminose.

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La casa svedese si aspetta che i futuri compratori di questa macchina siano composti da una gran parte da appassionati e in maniera minore da professionisti. Per quanto mi riguarda credo che sia la macchina perfetta per chi possiede già una Hasselblad, che in mobilità non vuole rinunciare alla qualità di una medio formato e che, grazie ad un adattatore, può usare le ottiche in suo possesso. Trovo difficile che un appassionato di fotografia intraprenda un investimento simile (ricordiamo che il solo corpo costa 7900€+IVA) senza considerare altre mirrorless di Leica o Sony.

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Ho potuto provare la X1D per una quindicina di minuti e in questo poco tempo mi ha restituito un’incredibile sensazione di solidità e maneggevolezza. Ho apprezzato la facilità d’utilizzo, l’intuitività dei controlli e dell’interfaccia grafica. Purtroppo erano presenti alcuni difetti di pre-produzione ma, tutto sommato, la prova è stata piacevole. Nel caso Fowa ci fornisse in prova questa nuovissima mirrorless medio formato, saremo lieti di offrirvi una recensione molto più dettagliata.

Matteo Arone

Special Editor - Sono uno studente di economia con la passione per la fotografia e la videografia. Mi piacerebbe essere un'artista ma per ora cerco di essere creativo.

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