Recensione: Samsung Galaxy S7, il meglio di S5 ed S6 in un unico smartphone

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I primi smartphone di Samsung con Android era impossibile non vederli con antipatia usando un iPhone. Da lì è partita una lunghissima causa con Apple, tutt’ora in ballo con i vari ricorsi, proprio per via della copia spudorata di design ed interfaccia. Subito dopo c’è stata la fase del “io ho più cose di te”, che effettivamente sembra aver fatto – e continuare a fare – breccia in una grossa fetta di utenti. Sempre più spesso scegliamo e compriamo prodotti interamente online, cosa sicuramente comoda, ma che ha l’effetto collaterale di farci concentrare solo sulle specifiche tecniche e poco sull’esperienza d’uso. In un mercato del genere la politica di Samsung del mettere sempre tutto di più, che siano GHz, GB, pixel o pollici, ha portato ad ottimi frutti e le ha fatto guadagnare il podio tra i produttori mondiali di smartphone. Con il passare del tempo l’azienda ha affinato un proprio stile, che ha visto la maturità con prodotti come Note 4 ed S5. La linea Galaxy Alpha è servita a sperimentare una maggiore cura costruttiva e di design, la quale ha avuto un ottimo successo ed è stata poi estesa anche ai top di gamma.

Sono nati così S6 ed S6 Edge, e quest’ultimo è stato probabilmente lo smartphone più bello del 2015. Io l’ho acquistato il primo giorno a 899€ e l’ho (s)venduto dopo alcuni mesi a poco più di 400€. Non perché lo volessi regalare, ma proprio perché il suo valore era sceso tantissimo. Cose che succedono nel mondo Android, ragione per la quale sconsigliamo sempre di acquistare al lancio, specie quando si tratta di top di gamma. L’S6 Edge era impossibile da non apprezzare per un design originale e riuscito, uno schermo spettacolare, una fotocamera incredibile ed ottimo hardware, ma alla lunga non si è dimostrato un “compagno di vita” davvero valido. Certo le specifiche erano da 5 stelle, ma la batteria durava poco, aveva perso doti importanti rispetto S5 (impermeabilità ed espansione con microSD fra tutte) e l’interfaccia era ancora pesante e sgraziata. L’euforia per il cambio di marcia nella cura costruttiva ha sovrastato la visione razionale di questi limiti, che sono venuti fuori prepotentemente nelle settimane successive.

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Per questo motivo non volevo proprio comprare un Galaxy S7 (sì, avete capito, Samsung non ce li manda in prova), fintanto che un utente non mi ha ceduto il suo quasi a metà prezzo. Appena arrivato mi sono imposto di usarlo dimenticandomi della recensione. Già di solito li adopero per circa un mese prima di scrivere la prima parola, ma in questo caso sono andato oltre e l’ho trattato come “il mio smartphone” mentre ne provavo altri per il sito. Oggi ho quasi dimenticato di quando ho fatto i benchmark o i loro risultati, non so quasi più quali siano le specifiche tecniche e mi ricordo solo l’esperienza d’uso che ho ogni giorno, tutti giorni, ormai da oltre due mesi. Di questo vi parlerò.

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Pur essendo una “recensione light”, un minimo di accenno alle specifiche va fatta. Innanzitutto Samsung ha snellito la linea rispetto ad S6, perché ora il flat è disponibile solo con schermo da 5,1″ e l’Edge è da 5,5″. Quando c’è possibilità di scelta io vado sempre sui piccoli, che onestamente preferisco. Così non ho proprio considerato l’idea di prenderlo con schermo curvo e onestamente sono felice di non aver avuto questa scelta. Probabilmente avrei finito per preferire l’Edge se ci fosse stato da 5,1″ ma alla fine lo schermo piatto si è rivelato più comodo, anche se sicuramente meno “esclusivo”.

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Il Super AMOLED ha una densità che in inglese definirei insane, con la bellezza di 2560 x 1440 pixel e 577 ppi. La qualità è semplicemente ottima, con colori vividi ed una visibilità eccellente anche alla luce del sole. Inoltre l’AMOLED ha consentito l’implementazione della pratica funzione Alway-On, che mostra ora/data/batteria quando lo smartphone è bloccato. Ci anche altre impostazioni possibili (tipo calendario o immagine) ma l’ho trovata molto comoda proprio per quelle info basilari. Tuttavia sarebbe stata migliore se avesse supportato le notifiche di tutte le app. Allo stato attuale fa vedere solo il contatore per le nuove email, chiamate o sms da quelle di sistema, cosa che ne limita l’utilità.

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A livello di design è un dispositivo semplice ma che colpisce per eleganza e qualità. Troviamo Gorilla Glass 4 fronte/retro ed una cornice di alluminio in cui sono posizionati ottimamente pulsanti e porte di connessione. La curvatura c’è, ma è sul retro, rendendone l’ergonomia ottima. Sul fronte vi è un tasto fisico che include il sensore d’impronta digitale, il quale funziona finalmente in modo veloce e preciso. Ai lati di questo si trovano i pulsanti a sfioramento per multitasking ed indietro, i quali sfortunatamente non possono avere la retroilluminazione sempre attiva (non nativamente, ma c’è l’app Galaxy Button Lights).

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Personalmente non amo la disposizione inversa rispetto lo standard di Android, ovvero con indietro a destra, così come non gradisco l’accesso al drawer con l’ultima icona a destra sul dock e non quella centrale. Ma sono cose tipiche di Samsung a cui bisogna fare l’abitudine. Comunque nelle Impostazioni / Funzioni avanzate / Galaxy Labs, si può proprio disattivare il drawer, per avere tutte le app nella home.

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È davvero bellissimo il retro curvo, non solo dal punto di estetico ma anche per la comodità in mano, dove il Galaxy S7 calza a pennello e si apprezza per le finiture lisce, l’ottimo grip e la smussatura levigata dei vetri. È un po’ pesante con i suoi 152 grammi, ma sono tutti di sostanza ed è decisamente piacevole da maneggiare. In casa lo uso sempre “al naturale”, ma ammetto che portandolo sempre sul lavoro ho preso anche la bella Orzly Exec Armor per S7, che costa meno di 6€ ed è quasi invisibile nero su nero (ma c’è anche rossa se si desidera un bel tocco di colore).

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Lo spessore è leggermente aumentato rispetto ad S6, ma rimane piuttosto contenuto con i suoi 7,9mm. Il vantaggio è che la fotocamera sporge molto meno e soprattutto che è stato possibile aumentare la batteria fino a 3000mAh. Questo è un elemento molto importante per me, che va a migliorare uno dei punti deboli del precedente. L’autonomia è infatti molto buona e bisogna proprio impegnarsi (con gaming, thetering o social compulsivo) per scaricarlo prima della fine della giornata. Le volte in cui l’ho adoperato di meno, sono riuscito a raggiungere quasi due giorni interi (e disattivando la funzione Always-On ho notato che si recupera qualcosa a dispetto del display AMOLED). Ci sono poi diverse opzioni di risparmio energetico e la possibilità di mettere automaticamente in stand-by le app non usate da almeno 3gg, anche se in quel caso possono non inviare notifiche finché non le riattiviamo.

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Samsung ha deciso di riportare nell’S7 alcuni dei cavalli di battaglia del 5, ovvero impermeabilità ed espansione di memoria, colmando altre due grosse lacune di S6. Per quanto riguarda la prima, la certificazione è la IP68 (che garantisce possibilità di immersione fino a 1,5m per 30 minuti) mentre per l’espansione sono supportate microSD fino a 256GB. In Italia è venduto il modello con una sola SIM, ma quello che ho io è il Dual SIM, che si trova anche da noi di importazione. Ho letto anche di un “magheggio” che consente di usare sia la seconda SIM che una microSD nello stesso slot, ma bisogna danneggiarle tutte e due, per cui ho evitato.

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Lo storage base vanta un valido taglio da 32GB con 4GB di RAM, peraltro entrambe velocissime. La versione più diffusa nel mondo è quella con CPU Exynos 8890 e GPU Mali-T880 MP12, mentre in USA troviamo Snapdragon 820 e Adreno 530. A livello di prestazioni vi è un sostanziale pareggio, con piccolissime differenze qua e là. È però certificato che quelli con Exynos consumino meno, per cui sono contento di avere questo modello e che sia stato il prescelto in Europa.

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A prescindere dai benchmark, la risposta del sistema è davvero ottimale e non ha subito variazioni in due mesi. Sottolineo questo aspetto perché l’S6 era diventato ingestibile in un identico lasso di tempo, costringendomi ad un reset completo, mentre l’S7 è ancora scattante come il primo giorno e non lo riavvio quasi mai. Non mi sono messo a fare dei confronti nella velocità di caricamento e ricaricamento delle app a cascata, ma nell’uso reale si trova sempre molto reattivo ed è questo che conta. Samsung ha riservato molta attenzione al gaming, con le funzioni Game Launcher e Game Tools. Quest’ultimo si presenta come un piccolo pulsante flottante sullo schermo, dal quale è possibile attivare il blocco delle notifiche durante la partita (si riceveranno solo le telefonate), disattivare i tasti, ridurre ad icona il gioco, acquisire una schermata e persino registrare il gameplay su file video con eventuale nostro commento audio. Un paradiso per i videogiocatori incalliti.

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Attualmente ha la versione 6.0.1 di Android, su cui si trova la più recente TouchWiz. Se con il Galaxy S6 avevo evidenziato uno snellimento solo parziale e con diverse app di sistema dalla grafica terribile, le cose sono nettamente migliorate ora. Tutto è molto più elegante e rifinito, con colori meno invadenti e spesso limitati solo alle scritte o ai pulsanti. Ricordo ancora con terrore la vecchia app messaggi con due barre arancioni in cima, mentre ora è tutta bianca e solo le icone sono colorate. Questo è solo un esempio, ma tutto il sistema si presenta più leggero, con pochissime app preinstallate e graficamente appagante. Peccato che la tastiera di Samsung abbia un pessimo correttore ortografico (una cosa proprio terribile ve lo giuro) e mi abbia costretto a ripiegare su quella Google, altrimenti l’avrei preferita per la comodità dei numeri in prima funzione.

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A livello di connettività ci troviamo con un ottimo LTE da 450Mbps, Wi-Fi (ac) doppia banda, Bluetooth 4.2 con NFC, GPS ed una infinita quantità di sensori, tra cui il giroscopio, la bussola, il barometro, quello per l’impronta, il battito cardiaco e la saturazione dell’ossigeno. Mancano solo infrarossi e radio FM per fare l’en plain, ma già così direi che c’è tutto quel che serve e forse anche di più. Ottima la ricezione, perfetto in 3G/4G e buona la qualità audio delle telefonate. Il vivavoce non è fortissimo, così come in generale la riproduzione di musica dallo speaker integrato.

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Questo si trova alla base, per cui non viene offuscato quando lo poggiamo sulla scrivania, ma speravo in una resa più convincente. Non è al di sotto della media dei top di gamma, ma non è neanche al livello dei migliori. Via cavo, invece, direi che la resa è ottimale.

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Parliamo ora della fotocamera, uno dei componenti che più interessa i potenziali acquirenti. Qui va premesso che l’S6 era già un campione della categoria, per cui non era facile migliorare con l’S7. Samsung ha deciso di farlo riducendo la risoluzione a 12MP e aumentando la dimensione dei pixel, portando la luminosità dell’obiettivo (stabilizzato) a f/1,7 e introducendo un sensore Dual Pixel di Sony con rilevamento di fase su tutto il fotogramma.

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Vi dirò in sequenza casuale le cose che ho rilevato: l’app si attiva in un lampo (doppio tap sul pulsante fisico), la messa a fuoco è fulminea e precisa (bello l’effetto che mostra automaticamente i punti a fuoco nel modo Pro), l’esposizione è quasi sempre ideale (solo un po’ di clipping sulle alte luci nelle foto ad alto contrasto), la stabilizzazione ottica impressionante (specie in aggiunta a quella digitale nel video), il livello di dettaglio eccellente di giorno e molto buono di notte, la gamma dinamica ampia, il micro-contrasto un po’ troppo enfatizzato, la resa con poca luce tra le migliori per uno smartphone.

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Alcuni ritengono che in piena luca l’S6 possa essere ancora migliore, per via del maggior numero di pixel analizzato al 100%, ma in linea generale trovo che si facciano foto migliori con S7 e lo preferisco. Inoltre l’interfaccia è pulita e comprensibile, ci sono tante modalità aggiuntive da scaricare e nel modo Pro si possono salvare diversi profili personalizzati e memorizzare il RAW. Ci sono tantissime opzioni e funzionalità di ogni tipo e il giudizio fotografico conclusivo è davvero positivo.

Altrettanto valido il settore video, dove l’UHD/4K ha una nitidezza eccellente, ma gli preferisco il FullHD (meglio se a 60fps) dove si può avere una stabilizzazione digitale aggiunta a quella ottica, che da sola non è sufficiente ad ottenere un filmato davvero fluido e gradevole. Divertente la possibilità di intervenire sui parametri durante la registrazione video dal modo Pro, semplicemente spostando la messa a fuoco manuale con il selettore a schermo. L’ho trovato utile anche perché l’AF automatico nel video è fin troppo rapido e la resa può non essere gradevolissima.

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Solo 5 i MP per la fotocamera frontale, ma ancora una volta la scelta si è dimostrata vincente. Grazie a pixel smpi ed un’ottima luminosità di f/1,7, si ottengono risultati molto buoni e la sera si illumina lo schermo a mo di flash (dove l’avrò già vista questa cosa?). Si possono registrare selfie panoramici, c’è l’effetto bellezza, autoscatto, ecc. con video fino al QHD (2560×1440).

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Conclusione

Il Galaxy S7 è disponibile da marzo 2016, arrivando prima della smania da doppia fotocamera che è scoppiata nel secondo trimestre dell’anno con LG G5 (recensione) e Huawei P9 (recensione) e vedrà diversi nuovi modelli entro l’inverno. Dal punto di vista fotografico, però, non è secondo a nessuno ed è un aspetto sempre più rilevante negli smartphone. Arrivo a dire che la resa foto/video sia ormai una delle poche discriminanti dei veri top di gamma, perché a livello di CPU/GPU/RAM si trovano prodotti completi a basso costo. Qui ovviamente non manca nulla neanche da quel punto di vista, con ottima dotazione e componenti di alto livello, tra cui le memorie molto veloci. Semplice ma molto riuscito il design, con una costruzione eccellente ed un’ottima ergonomia. Il modello da 5,1″ è quello che preferisco, principalmente per il fattore forma, ma anche perché lo schermo curvo è bello ma quello piatto mi sembra sia più comodo. Il display è eccellente, la connettività completa e la batteria ottima, con tanto di ricarica rapida e ad induzione. Spiace però che la porta sia la vecchia Micro USB 2.0, perché in pochissimi mesi quasi tutto il mercato si è spostato sulla nuova e più efficiente USB-C. L’espansione con microSD è una gran comodità e la certificazione IP68 ci fa stare tranquilli anche in caso si dovesse bagnare, cose che si erano perse con S6. Trovare aspetti negativi in questo smartphone è difficile, ma volendo si potrebbe citare uno speaker non eccellente e l’assenza di Radio FM e sensore infrarossi, oltre he la già citata Micro USB. All’inizio il prezzo era tra i contro, ma oggi non più visto che si compra a circa 550€. Un plauso a Samsung per aver finalmente completato il lifting ringiovanente della TouchWiz, anche se c’è voluto quasi un secolo i risultati sono finalmente visibili in una interfaccia più snella ed elegante.

Grazie alla collaborazione con il noto sito Reset Digitale, vi proponiamo S7 ad un prezzo eccellente, che parte da 515€. Inoltre inserendo il codice SAGGIA02 otterrete la spedizione gratuita ed un piccolo sconto del 2%. Si acquista da questa pagina.

PRO
+ Design molto pulito ed equilibrato
+ Costruzione eccellente
+ Ottima ergonomia
+ Schermo eccellente
+ Funzione Always-On
+ Veloce e scattante in ogni circostanza
+ Buona dotazione di memoria anche nel modello base
+ Memorie di buona qualità
+ Espansione con microSD
+ Certificazione IP68
+ Sensore impronte veloce ed efficace
+ Fotocamera eccellente
+ Buona autonomia
+ Connettività molto completa ed efficiente
+ Molti sensori ambientali e per la salute
+ Tantissime funzionalità software, anche più di quelle che servono

CONTRO
- Connessione Micro USB 2.0
- Mancano alcune cose come Radio FM e sensore infrarossi

DA CONSIDERARE
| I tasti non si possono avere con retroilluminazione sempre attiva
| Indietro e task manager sono invertiti rispetto Android stock

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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