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Dopo mesi di rumor, Canon ha oggi presentato l’attesissima 5D Mark IV. Ultima nata nella lineup più apprezzata dai professionisti e fotoamatori evoluti, è stata creata per offrire un corposo miglioramento della qualità e delle performance. Iniziando dall’esterno, notiamo una struttura pressoché invariata, con poche differenze sostanziali ma diversi affinamenti. A parte delle linee più tese nell’area superiore, vi è un grip più ergonomico ed un joystick più comodo sul retro. La tropicalizzazione è stata migliorata con un numero maggiore di guarnizioni, ma le vere novità sono tutte dentro, ad iniziare dal sensore da 30MP realizzato sulla base di quelli di 1D X Mark II ed 80D. Si tratta di un nuovo corso per Canon, che sta dimostrando di riuscire ad ottenere risultati finalmente migliori in termini di gamma dinamica e mantenimento delle informazioni con alte sensibilità, il quale sicuramente segnerà un netto passo avanti anche nei test di DxOMark. La gamma ISO sale leggermente, con un tetto nativo di 32.000 ed uno esteso fino a 102.400. I numeri in sé non dicono molto, ma la resa promette meraviglie grazie a nuovi algoritmi di riduzione del rumore perfezionati, i quali si noteranno specialmente nel video.

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Il processore d’immagine è il DIGIG 6+ mentre la raffica sale da 6 a 7fps, con capacità di memorizzare fino a 21 RAW o illimitati JPG in un’unica sequenza. Nuovo anche il meccanismo dell’otturatore, che introduce il Mirror Vibration Control System per scongiurare l’insorgenza di micro-mosso. Per la memorizzazione si è mantenuta la coppia SD+Compact Flash, scelta apprezzabile per offrire continuità ai proprio utenti, anche perché le attuali specifiche sono più che sufficienti a supportare elevato bitrate in registrazione video. Tuttavia sarebbe stato auspicabile il supporto alle più recenti SD UHS-II e non solo le UHS-I (anche se questo sembra un trend piuttosto diffuso).

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Il nuovo motore AF da 61 punti è lo stesso della 1D X Mark II, offrendo una copertura maggiore in altezza e sensibilità fino a -3EV (sono -4EV in Live View). 41 di questi punti sono a croce e tutti offrono compatibilità con obiettivo fino ad f/8, ideale per l’uso con moltiplicatori di focale. Completa la dotazione di base il nuovo metering da 150.000-pixel RGB+IR, il quale aiuta nel riconoscimento delle scene e dei volti, oltre a rendere possibile la funzione anti-flicker già vista nella 80D (recensione).

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Il sensore include l’acclamata tecnologia Dual Pixel CMOS AF, in grado di offrire prestazioni ottime in Live View con eccellenti capacità di tracking dei soggetti. Inoltre questo riconosce immediatamente i volti, agganciandoli e seguendoli in tutto il fotogramma in modo perfetto, consentendo di passare da un volto all’altro con l’uso del joystick o delle dita.

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Il nuovo display da 3,2″ è infatti dotato di full touchscreen, utilizzabile per la selezione del punto di messa a fuoco così come nei menu, a differenza della più limitata 1D X Mark II. Lo schermo ha inoltre una risoluzione superiore, passando da 1 a 1,62 milioni di punti, offrendo maggiore precisione per la messa a fuoco manuale, specie per chi usa dei viewfinder con ingrandimento ottico da poggiare sul display.

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L’efficienza dell’autofocus Dual Pixel è dovuta alla divisione dei fotodiodi, che nella Mark IV è stata sfruttata per il nuovo set di funzionalità denominate Dual Pixel RAW. Grazie alla cattura di due immagini separate, la fotocamera è in grado di offrire tre nuove opzioni post-cattura. La prima è un perfezionamento del punto di messa a fuoco, non proprio un refocus completo, ma con dei micro-aggiustamenti che possono rendere perfetta una fotografia in cui vi sia un piccolo errore nella MAF. La seconda è il Bokeh Shift, che è piuttosto simile ma agisce sulla resa del fuori fuoco. L’ultima si chiama Ghosting Reduction e consente di sfruttare le informazioni della seconda parte dei fotodiodi per ridurre o annullare il flare. Il principio si basa sul fatto che questo è dovuto all’incidenza dei raggi luminosi attraverso l’obiettivo e, di conseguenza, può essere inferiore o maggiore a seconda della posizione del pixel.

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Continuano la lunga lista di miglioramenti, arrivano finalmente nuove opzioni per la cattura video, con il 4K DCI a 24/25/30 fps. Questo lavora su un crop di 1,62x per migliorare la qualità di registrazione dovuta alla lettura dei pixel e viene memorizzato in Motion JPG. La scelta di utilizzare una compressione basata sull’immagine e non sul video, ha lo svantaggio di occupare più spazio a parità di qualità percepita, ma consente di estrapolare una vera e propria fotografia da 8,8MP da ogni fotogramma. Sale anche il frame rate per gli altri formati, memorizzabili con i tradizionali codec All-I o IPB, con un Full HD fino a 50/60fps e HD fino a 100/120fps. Inoltre sono presenti il video time-lapse e la nuova funzionalità HDR video.

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In termini di connettività, ci troviamo di fronte ad una macchina davvero completa. Oltre alla connessione cablata in standard USB 3, la 5D Mark IV offre Wi-Fi integrato b/g/n con NFC, nonché anche il modulo GPS. Non mancano uscita ed ingresso audio, HDMI, flash sync e controllo remoto, con sportellini leggermente ridisegnati per risultare più comodi. La Canon 5D Mark IV arriverà nel mese di settembre, con un prezzo suggerito di 4170€ in Italia. In USA il listino è di 3499$, esattamente lo stesso che aveva la Mark III nel 2012, per cui ci aspettiamo, allo stesso modo, una riduzione dello street-price entro i primi 6 mesi, che la porti a circa 3000€ (o 3900€ in kit con il 24-105, che dovrebbe essere disponibile nel 2017).

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Oggi Canon ha anche presentato due nuovi obiettivi, uno dei quali è proprio la seconda edizione del 24-105 f/4L. Il principale miglioramento è nella stabilizzazione, ora capace di 4 stop, ma vi sono anche perfezionamenti nello schema ottico ed un trattamento delle lenti per ridurre ghosting e flare, nonché due lamelle aggiuntive nel diaframma, così da migliorare il bokeh. Nuova versione anche per il 16-35 f/2,8, che arriva a quota 3. Qui l’intervento dal punto di vista ottico sembra maggiore, con particolare attenzione alla riduzione delle distorsioni e delle aberrazioni cromatiche. Il 24-105 f/4L IS II USM sarà disponibile da dicembre ad un prezzo di 1290€, mentre il 16-35 f/2,8L III USM arriverà a novembre e costerà 2690€.

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Tornando sulla 5D Mark IV, ho già letto diverse critiche da utenti prima ancora che fosse presentata, solo sulla base dei rumor. Le caratteristiche tecniche sono state tutte confermate, ma è davvero una fotocamera “vecchia” come alcuni sostengono? SaggiaMente è stato uno dei primi siti italiani a concentrarsi sulle mirrorless e probabilmente rimane quello che ne testa di più e con maggiore entusiasmo, specie nel mondo Micro Quattro Terzi. Di contro io sono anche un professionista, come tanti di voi, oltre che un geek. Questo significa che mi entusiasmo per le specifiche tecniche, ma poi do priorità a cose come l’affidabilità, la comodità operativa, la semplicità di impostazione e lavorazione dei file, sia in abito foto che video. Sicuramente Canon poteva fare di più, tutti possono, ma qui ci troviamo di fronte ad una fotocamera professionale che ha ottenuto miglioramenti importanti sotto tutti i fronti. Stando a quel che leggiamo e ciò che possiamo presupporre sulla base delle ultime Canon, il sensore sarà un netto passo avanti, il processore è ben più veloce, l’otturatore migliorato, l’AF è da vera sportiva (è quello della 1D X Mark II), il display credo sia il più ampio e risoluto su piazza, per altro con full touchscreen, le funzionalità sono state svecchiate e il Dual Pixel RAW offre alcune chicche che si potrebbero rilevare davvero fondamentali, il Dual Pixel AF ha raggiunto prestazioni impressionanti e persino superiori ad alcune mirrorless in ambiti come l’inseguimento. In termini di connettività c’è di tutto e di più, per le memorie non ci costringe a comprare delle costose CFast o XQD, c’è il video in 4K, time-lapse e video HDR, oltre all’utile FHD da 50/60fps, ha uno dei corpi più comodi, robusti ed ergonomici mai realizzati, un doppio slot per lavorare in backup o eccedenza, autonomia da quasi 1000 scatti per carica e per il video la color science di Canon è (a mio avviso) ancora inarrivata dalla concorrenza. Tutto questo si traduce in una fotocamera robusta, pratica ed efficiente, uno strumento di lavoro professionale che garantisce ottime prestazioni e tranquillità operativa. Siamo ancora al momento dell’annuncio ma è già chiaro che non abbia alcune specifiche lato video che ritroviamo nella concorrenza di Panasonic e Sony, cosa che ovviamente dispiace. Tuttavia la stessa scheda tecnica ci dice che non esiste nessun altro prodotto capace di farle concorrenza a tutto tondo e, se le premesse verranno confermate, sarà facilmente un best-seller come le precedenti 5D. C’è tutto un pubblico giustamente attirato da nuovi brand ed io stesso adopero quotidianamente altro pur lavorando con una 5D Mark III, ma questa è per prima cosa un’evoluzione per chi preferisce le reflex e magari possiede vecchi modelli. Inoltre qui si hanno diversi vantaggi delle mirrorless, andando ad offrire il miglior mix tra i due mondi attualmente disponibile tra le DSLR. Personalmente non vedo l’ora di provarla e reputo le sue lacune meno gravi di tante altre concrete che ho avuto modo di testare con mano in modelli come la Sony A7S II, dove si deve combattere con menu ostici, difficoltà di impostare i profili colore per non incorrere in banding o clipping, surriscaldamento, autonomia ridicola e tanto altro che ho elencato nella mia recensione. Questo non vuol dire che io non l’abbia apprezzata, il voto sintetico la dice lunga, ma sul lavoro do la priorità a qualità più concrete che mi consentono di essere più veloce ed efficiente. È solo un punto di vista e capisco bene che può cambiare nettamente in relazione al tipo di lavoro, infatti io stesso preferirei una A7S II per girare uno spot invece che seguire un evento, per cui si tratta solo di maggiore attinenza al mio specifico campo di utilizzo. Immagino che molti di voi la penseranno diversamente, per cui sono ansioso di leggere le critiche che mi aspetto di trovare nei commenti.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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