Da tanto tempo si parla dell’unione tra Android e Chrome OS, i due sistemi operativi di Google. Personalmente caldeggio il sistema unico sin dal 2012, trovandola la carta migliore a disposizione dell’azienda di Mountain View per contrastare la posizione dominante di Windows in ambito desktop dopo aver sostanzialmente mandato Microsoft fuori gioco nel mobile (parlando di sistemi operativi; a livello di app e servizi la situazione è ben diversa, con maggior equilibrio). Anche Maurizio qualche mese fa ha espresso un parere molto favorevole alla convergenza. L’avvicinamento dei mondi è stato tiepido, iniziando nel 2014 con alcune applicazioni Android e procedendo quest’anno con l’arrivo del Play Store. Il debutto sul ramo stabile di Chrome OS è peraltro avvenuto proprio nei giorni scorsi, almeno per alcuni modelli di Chromebook tra quelli supportati. Ma il meglio sembra non essere ancora arrivato. Il passo finale sarà Andromeda.
La redazione di Android Police ha sparato la bomba sabato scorso, complice un tweet criptico ma non troppo di Hiroshi Lockheimer, Senior Vice President della divisione Android:
We announced the 1st version of Android 8 years ago today. I have a feeling 8 years from now we'll be talking about Oct 4, 2016.
— Hiroshi Lockheimer (@lockheimer) 24 settembre 2016
Salvo sorprese, ciò che vedremo il 4 ottobre sarà proprio Andromeda. Si tratta del nome in codice interno che Google utilizza per identificare la fusione dei due sistemi. In realtà, non si tratterà di un’unione paritetica: Android già oggi contiene gran parte del bagaglio tecnico necessario all’operazione. La parte relativa a Chrome OS è limitata al conferimento della sua interfaccia desktop e di alcune porzioni per le fondamenta. Suona familiare? Effettivamente ha molte similitudini col rumor del Wall Street Journal di quasi un anno fa. A distanza di tempo hanno avuto la loro rivincita sul comunicato ufficiale di Google in cui veniva precisato che nessun piano del genere era previsto.
Al momento i dettagli ancora non abbondano e l’unica cosa di cui possiamo essere certi è che non si tratterà di una normale versione di Android sottoposta a mero maquillage cosmetico per avere un ambiente a finestre. Più in generale, non è affatto detto che il 4 ottobre sapremo ogni aspetto di Andromeda nella sua forma finale. Un’anteprima pratica potrebbe arrivare tramite un nuovo tablet, sviluppato in collaborazione con Huawei. Entrerà nella gamma Pixel? No, sarà un Nexus. Il motivo di questa scelta è per differenziare il target delle due famiglie di dispositivi. Se Pixel sarà l’anima consumer, i Nexus sposteranno la loro attenzione sugli sviluppatori. Si parla di uno schermo da 7″, il che non lo renderebbe proprio l’ideale per un’interfaccia desktop; a tal proposito Android Police ipotizza la presenza di un’uscita video che permetta di collegare un monitor di adeguate dimensioni. L’obiettivo è arrivare verso fine 2017 con un sistema pronto per la vera fase commerciale, da preinstallare su un portatile (o 2-in-1) attualmente denominato Pixel 3. Queste sono le probabili caratteristiche principali:
- Spessore inferiore al centimetro
- Schermo da 12,3″ touch con supporto ai pennini
- Tastiera retroilluminata
- Trackpad in vetro con rilevamento della pressione esercitata
- Processori Intel Core m3 o i5
- 8 o 16 GB di RAM
- 32 o 128 GB di spazio d’archiviazione
- Lettore d’impronte digitali
- Due porte USB-C e il jack cuffie da 3,5 mm
- Altoparlanti stereo e 4 microfoni
- Svariati sensori
- A partire da $799
Un pacchetto che, se troverà conferme il prossimo anno, potrà permettere a Google di dare filo da torcere a Windows, presumendo una successiva estensione dai notebook a formati fissi come l’all-in-one. Ciò significa potenziali grane anche per Apple, coi Mac che si ritroverebbero concorrenti dotati di simile carisma grazie alla forza di Google e basati sullo stesso principio di connubio hardware/software. Big G non escluderebbe comunque di coinvolgere produttori terzi, mossa fondamentale se si vuole non solo puntare a contrastare tecnicamente Microsoft ma anche a rubare la sua percentuale di mercato. Per ora, tuttavia, si rimane nel campo dei rumor. Vedremo se la prossima settimana avremo un quadro molto più chiaro della situazione.