La fotocamera di iPhone 7 e 7 Plus: come funziona e quali sono i suoi limiti

Leggi questo articolo grazie alle donazioni di Andrea Castiglione, Stefano Giraldo, Enrico Valzano, Ditta Comar Massimo, Roberto Corvaglia, Nicolò Dondi, Filippo Gatti.
♥ Partecipa anche tu alle donazioni: sostieni SaggiaMente, sostieni le tue passioni!

Nota: Le informazioni tecniche presenti in questo articolo si basano sui dettagli disponibili su iPhone 7 fino al 12 settembre 2016, ovvero prima che questo fosse effettivamente disponibile. Alcune di queste possono quindi rivelarsi scorrette, in tutto in parte. Le valutazioni a corredo, invece, sono basate su principi fotografici che rimangono validi a prescindere.

Nel nuovo iPhone 7 Plus Apple ha inserito una doppia fotocamera, seguendo un trend avviato quest’anno da LG G5 (recensione) e Huawei P9 (recensione). A differenza del secondo, e più similmente alla soluzione di LG, nella seconda camera cambia anche la lunghezza focale dell’obiettivo. Apple ha usato parole come “zoom” e “teleobiettivo”, utili a livello di marketing per fare arrivare un messaggio chiaro e semplice, ma nessuna delle due è strettamente corretta.

iphone7-plus

Iniziamo col dire che il sensore principale è da 1/3″, dimensione invariata rispetto i precedenti modelli. E non è cambiata neanche la risoluzione, pari a 12MP. Non ci si aspetta dunque una sostanziale variazione della resa, se non per qualche marginale miglioramento dovuto ad una più efficiente elaborazione dell’immagine da parte del nuovo ISP (image signal processor). Chiariamo anche che si tratta di uno dei sensori più piccoli tra i top di gamma, infatti il Galaxy S7 (recensione) ne ha uno da 1/2,6″ ed è addirittura di 1/2,3″ nell’HTC 10. Chi è avvezzo al mondo fotografico sa che, in generale, un sensore più grande corrisponde ad una migliore qualità d’immagine, ma ci sono anche altre cose importanti. Bisogna infatti vedere la tecnologia con la quale è costruito, la risoluzione, la resa dell’ottica e l’efficienza nell’elaborazione dei dati. Apple offre una quantità di megapixel mediamente contenuta con lo scopo di non ridurre troppo la dimensione dei fotositi e bilanciare le prestazioni. In genere gli iPhone fanno buone foto e il nuovo modello non dovrebbe deludere, anche perché gli obiettivi sono più luminosi.

iphone7camera

Siamo passati da un’apertura di f/2,2 dell’iPhone 6s ad una di f/1,8 sui nuovi 7, con un guadagno di 2/3 di stop (ovvero il 60%). Per fare qualche esempio concreto, la medesima scena si può scattare ora con una sensibilità inferiore (100 ISO invece di 160), oppure con una velocità maggiore (1/100 invece di 1/60). In soldoni vuol dire che, quando la luce scenderà, si potranno catturare fotografie con un po’ di rumore in meno o riducendo il rischio di mosso. Ricordo che i nuovi iPhone 7 hanno obiettivo stabilizzato, ma ciò può scongiurare i movimenti del fotografo non quelli dei soggetti. Per questi ultimi servono tempi più veloci quanto più rapidi sono i movimenti, e risulta difficile ottenerli quando c’è poca luce se non alzando gli ISO (apportando maggior rumore) o aumentando l’apertura, ed è proprio quest’ultima cosa che è stata fatta da Apple passando da un obiettivo f/2,2 ad uno f/1,8. Non c’è da aspettarsi una vera rivoluzione in tal senso, già LG G5 ha una fotocamera da f/1,8, ma rispetto ai precedenti iPhone, i 7 offriranno la possibilità di portare a casa scatti migliori unendo la stabilizzazione ottica, la maggiore luminosità e il più efficiente processore d’immagine.

iphone7plus-exif

Gli EXIF tratti dalle foto con iPhone 7 Plus realizzate da Sports Illustrated

La lunghezza focale reale dell’obiettivo è di 3,99mm, che si traducono in 28mm nel formato equivalente pellicola. I calcoli non sembrano tornare alla perfezione, per cui è plausibile che venga utilizzata solo una parte del sensore, sfruttando i margini per effetti quali stabilizzazione elettronica. Apple ha scelto una focale grandangolare come principale, non discostandosi dai precedenti 6s e da tutti gli altri smartphone in commercio. Questa è la scelta più logica in quanto si offre la possibilità di inquadrare un buon angolo di campo (circa 76°) pur mantenendo relativamente contenuta la distorsione. Ciò significa che si riesce a fare un po’ tutto, dal paesaggio al ritratto ambientato. Un primo piano è invece da evitare, perché la prospettiva non sarà quella adatta. A questo punto entra in gioco il secondo obiettivo, che ha una focale reale di 6,6mm ed una equivalente di 57mm (informazioni tratte dalle immagini di Sports Illustraded tramite gli EXIF che vedete qui sopra).

iphone7-tele

Si noterà immediatamente che la lunghezza focale equivalente è quasi perfettamente doppia (anche se risulta essere 57 e non 56mm), tuttavia quella reale è di 6,6mm invece di 7,98mm (che sarebbe il doppio dei 3,99 del primo obiettivo). Questo lascerebbe presupporre che il secondo sensore sia più piccolo, dai miei calcoli sembrerebbe essere di 1/3,6″. Anche LG ha dovuto ripiegare su una soluzione del genere, perché salendo verso il tele o scendendo verso i super-grandangolari, è solitamente richiesta uno spessore maggiore, che evidentemente non sarebbe rientrato nemmeno nell’attuale sporgenza degli iPhone 7 Plus. Inoltre notiamo che la seconda fotocamera ha un’apertura di f/2,8 e non f/1,8, per cui non è altrettanto luminosa. Apple l’ha chiamato “teleobiettivo”, ma in realtà si tratta ancora di un normale perché solo da 85mm in su entriamo nel regno dei tele. Questa è comunque una bugia bianca, perché lo scopo ultimo è quello di rendere chiara la finalità, ovvero avvicinare i soggetti. Allo stesso tempo, non è propriamente corretto parlare di zoom 2x, in quando non vi è nessun meccanismo ottico o digitale che ne richiama il significato, ma è pur vero che è esattamente l’effetto che si otterrà passando da 28mm a 57mm, ovvero da una fotocamera all’altra dell’iPhone 7 Plus.

iphone7p-zoom

Non essendo effettivamente uno zoom, il passaggio tra i due obiettivi avviene con uno scatto netto, mostrando l’icona 2x sul display. Apple avrebbe potuto anche inserire uno zoom digitale basato sulla camera da 28mm fino al raggiungimento della soglia di quella da 56mm, ma questo avrebbe comportato due problemi. Il primo è che ingrandendo l’immagine grandangolare non si arriva esattamente alla stesso risultato dell’altra, in quanto la prospettiva rimane diversa e i due obiettivi sono anche disallineati. Il secondo era di tipo comunicativo e, di conseguenza, più importante. Sarebbe stato quasi impossibile far capire all’utente medio che l’immagine a 1,5x era di qualità inferiore rispetto a quella 2x, in quando nella prima vi era uno zoom digitale effettuato con un crop. Trovo quindi che la scelta di Apple di inserire un primo passaggio netto nella UI dall’app fotocamera sia più sensata, anche se si può successivamente ottenere uno zoom digitale da 1x a 10x (appare una sorta di ghiera virtuale progressiva e non a scatti).

iphone7p-zoom-digitale

Un 57mm non è proprio l’ottica perfetta per i ritratti, la maggior parte dei fotografi preferiscono focali superiori ad 85mm, ma per uno smartphone è già una grande conquista. LG ha scelto di usare un super grandangolare come seconda camera, che onestamente è piuttosto gradevole, ma è probabilmente meno indicato di un “tele” nella fotografia tipica da smartphone. Ricorda più da vicino l’effetto di una action cam, mentre con l’iPhone 7 Plus potremo avere dei ricordi più intimi delle persone a noi care, catturando espressioni e stati d’animo. In questo senso trovo ottima la scelta di Apple e ritengo che potrebbe presto essere presa d’esempio da altri produttori. Noi avevamo intuito che sarebbero andati in questa direzione guardando l’invito stampa dell’evento di presentazione, dove era presente un bell’effetto bokeh tipico delle fotocamere.

apple-event-7

Tuttavia, anche in questo caso siamo di fronte ad una bugia del marketing. Per ottenere un risultato del genere, con cerchi più o meno precisi ma dai contorni ben definiti, servirebbe un sensore più grande o un obiettivo ancora più luminoso. La dimensione dell’area sensibile incide in modo indirettamente proporzionale sulla PdC, al punto che l’effetto di un obiettivo f/1,8 su una “vera fotocamera”, anche una con un sensore relativamente piccolo da 1″, è comunque incredibilmente distante da quello che potremo ottenere su iPhone 7 Plus. Per portare a casa un migliore stacco dei piani, Apple sta lavorando via software, ed ha promesso l’arrivo di un “Effetto profondità di campo” con un prossimo aggiornamento.

iphone7-effetto-pdc

Si tratta però di una simulazione e non di una risposta fisica dovuta a sensore, obiettivo, luminosità e distanza di messa a fuoco, come invece avviene sulle fotocamere. È un qualcosa di molto più simile agli effetti tilt-shift, lineare o radiale, che applichiamo su Instagram & co, ma con una sostanziale differenza. In quel caso viene sfocata l’immagine in un dato punto, senza curarsi del suo contenuto. Ciò significa che potremmo avere una parte a fuoco ed una sfocata pur essendo sullo stesso piano, oppure primo piano e sfondo entrambi a fuoco. L’effetto che sta creando Apple, invece, tenta di riconoscere volti e persone, in modo da sfocare solo il background. In tutti i casi, però, la sfocatura non consentirà mai di ottenere quel bel bokeh tipico delle fotocamere, semplicemente perché non è otticamente possibile. Ciò non significa che sia una brutta idea, perché se funzionasse bene potrebbe riuscire a dare un certo effetto tridimensionale che manca nelle fotografie degli smartphone, ma è bene chiarire che è solo un effetto digitale, perché con un sensore da 1/3″ e un obiettivo da 6,6mm f/2,8 la PdC è “quasi infinita” e per avere un po’ di sfocato naturale bisognerà avvicinarsi tantissimo ai soggetti. Ma è sempre un bel passo avanti rispetto ad un grandangolo e credo che saranno in molti ad apprezzarlo. Per maggiori dettagli vi rimandiamo alla recensione di iPhone 7 Plus che sarà pubblicata nei prossimi giorni.

L’articolo è stato successivamente aggiornato con alcune informazioni rivelatrici tratte dagli EXIF delle fotografie scattate con iPhone 7 Plus da Sports Illustrated. Grazie a Marco e Callea per la segnalazione.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

Commenti controllati Oltre a richiedere rispetto ed educazione, vi ricordiamo che tutti i commenti con un link entrano in coda di moderazione e possono passare diverse ore prima che un admin li attivi. Anche i punti senza uno spazio dopo possono essere considerati link causando lo stesso problema.