Microsoft presenta il Surface Studio, l’all-in-one per i creativi

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L’estate è già un ricordo, ma questa fine di ottobre si sta rivelando davvero molto calda. Siamo tutti in attesa per l’evento Apple di domani, che seguiremo con il nostro #SaggioMela, ma oggi Microsoft ha svelato le sue carte per il futuro di Windows e dei suoi Surface. L’elemento che ha più di tutti catturato l’attenzione è il nuovo Surface Studio, quello che voci prima dell’evento etichettavano come l’iMac di Microsoft. In effetti tutti gli all-in-one hanno da sempre vissuto all’ombra del prodotto icona di Apple e sembrava non andare diversamente neanche in questo caso. Appena ho visto la prima immagine ho esclamato: è un Mac mini con sopra un monitor!

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In realtà c’è molto di più di questo, ma l’idea è effettivamente quella di avere l’hardware nella base ed è per questo che lo schermo è incredibilmente sottile. Volendo tirare un parallelismo con gli iMac, è concettualmente più vicino al G4 che agli attuali. Tuttavia Microsoft ha realizzato un complesso sistema di cerniere per ottenere un effetto definito a “Gravità Zero”, che consente di muovere il display senza sforzo, praticamente con un dito, pur essendo questo un pesante blocco di alluminio e vetro.

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Dal mio punto di vista è una delle caratteristiche più interessanti del prodotto, specialmente se si considera che lo schermo è touch e supporta anche la Surface Pen. Ciò vuol dire che si può usare come un computer normale da scrivania, ma all’occorrenza può diventare un eccellente strumento per il disegno professionale, nonché un device molto pratico per interagire con i documenti.

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Parlando del pannello, si tratta di un 28″ PixelSense con risoluzione superiore al 4K (4500 x 3000 pixel) ed una densità di 192 ppi. In controtendenza la scelta di adottare un formato 3:2, il quale consente di avere una superficie più ampia a parità di diagonale rispetto i 16:9 o, peggio, i 21:9 che stanno andando “di moda” negli ultimi anni. Inoltre misura e risoluzione sono state calcolate al fine di raggiungere una scala reale (True Scale), in modo che se si guarda un documento A4 in Word al 100%, questo corrisponde effettivamente alla dimensione che avrà una volta stampato.

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Ovviamente non si sono risparmiati neanche dal punto di vista della resa cromatica, con un pannello TrueColor DCI-P3 compliant. L’attenzione per i creativi è dimostrata anche dalla calibrazione individuale di ogni pannello, nonché dalla possibilità di attivare la modalità sRGB con un tocco, direttamente dal centro notifiche, così da poter lavorare con una gamma dinamica più ampia (p3) ma controllare al tempo stesso la resa su display comuni, come potrebbero essere anche quelli di smartphone o tablet.

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Se ci fate caso ho parlato pochissimo di specifiche tecniche fino ad ora, ed è un aspetto molto positivo: vuol dire che nel Surface Studio c’è molto di più che una accozzaglia di componenti hardware. Nella presentazione abbiamo visto anche una tastiera wireless completa e retroilluminata, un mouse apparentemente poco interessante e poi lei: Surface Dial.

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È un piccolo cilindro con movimenti radiali, che può essere poggiato direttamente sul display per attivare menu aggiuntivi, scorrere, regolare il volume, la luminosità e tanto altro. Lo schermo è ottimizzato per riconoscere tocchi involontari generati sia con questo dispositivo che nell’uso della Surface Pen, sottolineando il chiaro indirizzamento verso i grafici o i disegnatori.

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All’interno troviamo un sistema di altoparlanti 2.1 con Dolby Audio Premium e ci sono due microfoni per interagire comodamente con Cortana, nonché una camera Full HD frontale compatibile con il riconoscimento di Windows Hello. Le connessioni sono sul retro della base, anche se basterà un singolo cavo per alimentarlo ed iniziare ad usarlo. Le restanti porte non sono particolarmente ricche, perché abbiamo uscita audio, slot SD, Mini DisplayPort, Gigabit Ethernet e quattro USB 3.0. Qui noto una delle carenze più evidenti, sia perché non si è optato per le più recenti USB 3.1 gen 2, sia perché non c’è l’ombra di una Thunderbolt.

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Altro aspetto discutibile è la presenza di soli dischi ibridi, SSD+HDD, con tagli da 1 o 2TB. Sono sicuramente pratici e bisognerà verificarne l’effettiva implementazione, ma avrei comunque preferito una opzione con il disco allo stato solido diviso da quello meccanico. Le CPU sono tutte Intel quad-core di sesta generazione, i5 o i7 a seconda del modello, mentre la RAM parte da 8 e raggiunge al massimo 32GB. Per la grafica la scelta è ricaduta su NVIDIA, con la GeForce GTX 965M da 2GB nel modello base e la GTX980M con 4GB in quello top di gamma. A completare il tutto Wi-Fi 802.11ac, Bluetooth 4.0 e Xbox Wireless.

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Al momento non ci sono indicazioni per il lancio italiano, ma negli Stati Uniti si può preordinare il modello base per $2999, che sarà disponibile da 15 dicembre. $3499 il prezzo del modello intermedio e $4199 il più costoso. Se si considera solo la parte hardware i costi sono elevatissimi, tuttavia nel Surface Studio si nota un progetto, una intenzione chiara e lineare, direi molto di più di quella presente nei tutto fare Surface Pro e  Surface Book. Nel mirino ci sono senza dubbio i creativi, quel segmento di acquirenti che un tempo era tutto in casa Apple. Ormai le cose non stanno più così, soprattutto se si considera che la suite Adobe domina la maggior parte del mercato (eccezion fatta per specifiche nicchie) e questa lavora infinitamente meglio con le GPU NVIDIA che troviamo nel Surface Book e non nei Mac.

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Di per sé non si tratta di un computer potentissimo e neanche uno particolarmente versatile se si considerano le limitate connessioni, tuttavia il progetto collima perfettamente anche con la direzione software di Microsoft, che ha definito il prossimo aggiornamento di Windows 10 come Creators Update, dotandolo di funzionalità destinate proprio alla creatività. Trovo che sia corretto nutrire un certo entusiasmo per il Surface Studio, soprattutto se ci si ritrova in quella fascia di utenti che potrebbero effettivamente giovare delle sue caratteristiche. Ricordo però anche che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, e mai questa perla di saggezza popolare fu più indovinata che per un prodotto hardware della casa di Redmond. Io ho avuto un Surface Pro 4 per quasi un anno ed è un dispositivo entusiasmante sotto mille punti di vista, ma i bug software che ho riscontrato sono stati davvero numerosi e ancora non del tutto risolti. Facendo un po’ di ricerche in rete noterete decine di articoli che elencano problemi nel boot, nell’alimentazione, nel riconoscimento, nel puntamento, ecc.. Da questo punto di vista Microsoft deve ancora fare tanta strada, anche se sul palco dell’odierna presentazione hanno detto che il Surface Book è il computer con il più elevato tasso di gradimento esistente, superiore persino ai MacBook. Avrei gradito una fonte per approfondire tale affermazione, ma sta di fatto che Microsoft sta proponendo idee che hanno saputo stuzzicare un mercato altrimenti piuttosto stagnante. Apple stessa pare che non aggiornerà gli iMac nell’evento di domani, che rimangono molto validi ed offrono tanta sostanza in un bel design, ma probabilmente risentono un po’ di un approccio statico al sistema operativo e alle periferiche di puntamento. Non fraintendetemi, sono prodotti eccezionali e ormai molto maturi, ma proprio per questo ritengo che sia ormai giunto il tempo di rinnovarli nell’essenza. Il Surface Studio non sarà sicuramente una rivoluzione, ma sulla carta assesta un colpo ben delinato, organico anche a livello software e dotato di quel quid che riesce a colpire un po’ tutti e ad ingolosire i creativi.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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