Ufficiali i nuovi MacBook Pro, più sottili e con la Touch Bar multifunzione

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Diciamoci la verità: chi ha seguito il SaggioMela l’avrà già notato, ma quello di oggi non è stato proprio il più brillante evento Apple di sempre. Piuttosto lento e poco ricco di veri momenti impressionanti, che invece si sono visti nel keynote di settembre. Al di là della qualità dello spettacolo, comunque, l’importante era che arrivasse il prodotto previsto. E non è mancato all’appello. Il MacBook Pro torna alla ribalta dopo una prolungata attesa dall’ultimo aggiornamento hardware, risalente a maggio 2015.

Il design è un sostanziale incrocio tra i nuovi MacBook e i precedenti Pro: probabilmente saranno scontenti coloro che si aspettavano ritocchi radicali, ma il risultato finale è gradevole e al tempo stesso non dà troppo distacco col passato, rassicurando il potenziale acquirente che magari proviene proprio da un vecchio modello. Spessore e peso sono diminuiti, soprattutto il primo dato che con -17% permette al MacBook Pro da 13″ di essere più sottile dell’Air di uguale polliciaggio. Il lavoro fatto sui bordi di schermo e tastiera permettono inoltre dimensioni più compatte rispetto alle passate generazioni di portatili Apple da 13″ e 15″.

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Il display rimane IPS, ma guadagna migliorie per luminosità (fino a 500 nit) e contrasto (+67%); anche la gamma colori ne ha beneficiato, ora al livello P3 utilizzato già su altri prodotti di Cupertino. Gli altoparlanti presentano maggiore volume, raddoppiata gamma dinamica e bassi più corposi, interventi molto graditi se si considera che spesso l’audio sui notebook è parecchio sacrificato. L’architettura interna è stata riprogettata al fine di garantire una migliore dissipazione del calore generato dai vari componenti, soprattutto durante elaborazioni intensive.

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Niente Kaby Lake, ma perlomeno è finalmente avvenuto il passaggio a Skylake, con migliori prestazioni soprattutto lato GPU integrata, ora dotata di 64 MB di memoria DRAM in aggiunta all’uso di parte di quella principale. Non è però sulle Intel Iris che ha spinto parecchio Apple sulla presentazione, bensì sulle dedicate AMD Radeon Pro presenti sui modelli da 15″, fino al 130% più veloci dei modelli precedenti. Anche gli SSD sono stati oggetto di graditi aggiornamenti, arrivando fino a 3,1 GB/s in lettura sequenziale. Nelle configurazioni opzionali è possibile inoltre arrivare fino a 2 TB. Prestazioni maggiori, ma senza sacrifici sull’autonomia dichiarata, che rimane attorno alle 10 ore.

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Non giriamo però troppo attorno a quella che è la novità principale dei MacBook Pro 2016: la Touch Bar. Come previsto dai rumor, la fila di tasti funzione fisici è stata rimpiazzata da una striscia OLED multitouch, con un nome per fortuna lontano da certe registrazioni di marchi fatte nei tempi scorsi come Magic Toolbar. La striscia è in grado di adattarsi al contesto d’uso, proponendo le opzioni più pertinenti in accordo con l’app in esecuzione. In questo modo potremo scorrere all’interno della nostra libreria fotografica, gestire la posta elettronica, gestire le schede di Safari aperte e altro ancora. Tutto è a portata d’occhio e di dito, senza dover ricorrere al trackpad.

Piuttosto interessante è anche l’integrazione delle predizioni QuickType, permettendo di completare o correggere al volo la parola in digitazione; non manca ovviamente il supporto alle emoji già visto in iOS 10, proponendole anche al posto di intere parole. Per ogni app è inoltre possibile personalizzare gli elementi che compaiono nella Touch Bar, come se fosse una classica barra degli strumenti software. Oltre ai programmi di casa Apple, anche altre aziende hanno annunciato il supporto alla nuova striscia multifunzione, in primis Adobe e Microsoft. Infine, per rassicurare chi non intende privarsi facilmente dei pulsanti funzione sarà possibile richiamarli a schermo tenendo premuto il tasto fisico Fn. Maggiore periodo di adattamento invece sarà richiesto ai fedeli del tasto Esc, non più sempre presente.

All’estremità destra della Touch Bar è presente un elemento già noto agli utenti degli iDevice: il Touch ID. L’area in cui è situato funge anche da pulsante di accensione, in linea al posizionamento del tasto fisico predecessore. Il sensore dispone di un proprio chip dedicato, denominato T1, al cui interno è presente la cosiddetta Secure Enclave, una sezione che racchiude e protegge le informazioni più sensibili, come le impronte digitali e i dati di pagamento. Sfruttando l’integrazione di Apple Pay con Safari su macOS Sierra, infatti, è possibile effettuare le transazioni in modo sicuro attraverso il riconoscimento dell’impronta, proprio come si farebbe su un iPhone. Il contesto multiutenza del Mac non è stato dimenticato, visto che ogni utente può memorizzare le sue impronte digitali tanto per l’accesso al computer quanto per il cambio rapido di account.

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Tastiera e trackpad non sono stati trascurati. Anche sui MacBook Pro arriva il meccanismo a farfalla per i tasti già visto sui modelli da 12″, in una versione riveduta e corretta, che negli auspici di Apple restituirà una sensazione più vicina alle tastiere tradizionali, nonché una maggiore stabilità. Il trackpad, dotato di Force Touch, è raddoppiato nelle dimensioni concedendo così più spazio per effettuare comodamente anche gesti multitouch complessi.

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Passando a parlare delle porte integrate, ci sono buone e cattive notizie. Iniziamo dalle prime: il jack cuffie è rimasto e sono stati adottati connettori ibridi Thunderbolt 3/USB 3.1 generazione 2/DisplayPort 1.2. Utilizzandoli con periferiche Thunderbolt di nuova generazione, si può arrivare fino a 40 GB al secondo nel trasferimento dati, mentre via USB si arriva a 10 GB/s (la gen 2 permette velocità doppie rispetto alla precedente USB 3.1 gen 1). Le cattive notizie sono la necessità di ricorrere almeno nel breve-medio termine agli adattatori, dato che il formato delle porte è USB-C, e l’addio allo slot SD. Si perde inoltre la connessione MagSafe, ma la presenza di porte da ambo i lati permette all’utente di collegare il cavo di alimentazione dove lo trova più comodo e, contrariamente al MacBook, consapevole che potrà contare su altre porte per connettere altri accessori in contemporanea. Degno di nota in ambito grafico è il supporto sino a due schermi con risoluzione 5K quando si utilizzano i connettori nella loro modalità DisplayPort.

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In conclusione, diamo un’occhiata a configurazioni e prezzi. Come prevedibile, i nuovi MacBook Pro non passeranno alla storia per l’economicità. C’è chi dirà purtroppo, ma la maggioranza degli utenti Apple ormai ha assimilato, o perlomeno si è rassegnata ad assimilare, la strategia commerciale praticata a One Infinite Loop. Ecco le configurazioni previste:

  • Modello 13″ base – 1.749 €: senza Touch Bar, CPU Intel Core i5 dual-core da 2 GHz (turbo 3,1 GHz), 8 GB di RAM 1866 MHz, SSD 256 GB, GPU Iris 540, due porte Thunderbolt 3
  • Modello 13″ intermedio – 2.099 €: con Touch Bar, CPU Intel Core i5 dual-core da 2,9 GHz (turbo 3,3 GHz), 8 GB di RAM 2133 MHz, SSD 256 GB, GPU Iris 550, 4 porte Thunderbolt 3
  • Modello 13″ top – 2.299 €: come l’intermedio ma con SSD da 512 GB
  • Modello 15″ base – 2.799 €: con Touch Bar, CPU Intel Core i7 quad-core da 2,6 GHz (turbo 3,5 GHz), 16 GB di RAM 2133 MHz, SSD 256 GB, GPU AMD Radeon Pro 450 con 2 GB di VRAM, 4 porte Thunderbolt 3
  • Modello 15″ top – 3.299 €: con Touch Bar, CPU Intel Core i7 quad-core da 2,7 GHz (turbo 3,6 GHz), 16 GB di RAM 2133 MHz, SSD 512 GB, GPU AMD Radeon Pro 455 con 2 GB di VRAM, 4 porte Thunderbolt 3

Come già anticipato più sopra, per i 15″ si può arrivare in fase di personalizzazione a SSD fino a 2 TB, nonché ottenere una GPU Radeon Pro 460 con 4 GB di RAM video e un Core i7 da 2,9 GHz (turbo fino a 3,8 GHz). Per i 13″, invece, il massimo a cui possono aspirare sono i7 dual-core da 3,3 GHz (turbo fino a 3,6 GHz), 16 GB di RAM e SSD da 1 TB. Due le tonalità a disposizione, la classica argentata e la più scura Grigio Siderale. Fatta eccezione per il 13″ base senza Touch Bar, disponibile subito, tutti presentano consegne tra le 3 e le 4 settimane. Per chi si accontentasse, sono rimasti due modelli, uno da 13″ e l’altro da 15″ della precedente generazione Pro, rispettivamente con prezzi di 1.499 € e 2.299 €. Addio invece all’anziano modello non-Retina che era sinora rimasto a listino. Inalterati invece i MacBook, mentre la gamma Air perde il modello da 11″. Lasciamo adesso la parola a voi lettori: cosa ne pensate di quanto presentato da Apple oggi? Come sempre, fatecelo sapere attraverso i commenti.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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