I dischi più affidabili per equipaggiare un NAS: una ricerca mostra dati interessanti

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Negli scorsi giorni abbiamo pubblicato un articolo elencando alcune delle migliori possibilità di archiviazione veloce in ambito Mac, mostrando una carrellata di soluzioni che fanno uso di collegamenti Thunderbolt e USB-C. Vi avevamo promesso che saremmo tornati sull’argomento, soffermandoci però sullo storage di rete, e così faremo. Questo articolo, basato sui dati raccolti da una nota società di cloud storage, vuole essere un preambolo con informazioni utili per scegliere i dischi più affidabili da mettere all’interno dei nostri NAS. Backblaze vanta un data center composto da migliaia di hard drive meccanici, che hanno superato complessivamente il miliardo di ore di lavoro. I dati che qui di seguito mostriamo sono stati raccolti da aprile 2013 a marzo 2016 e riguardano principalmente quattro grandi produttori: HGST (ex Hitachi, ora di WD), Seagate, Western Digital e Toshiba. Si noterà, però, che le unità non sono distribuite equamente in quantità e Backblaze ne ha spiegato il motivo. Non dipende da una questione di preferenza per un brand o per le specifiche tecniche di un disco rispetto ad altri, quanto dal fatto che i loro ordini contano numerosi pezzi e i fornitori da loro contattati hanno sempre avuto difficoltà a soddisfare tali esigenze con unità di Toshiba o Western Digital.

drive-stats

Nella tabella sottostante trovate catalogati 12 diversi modelli di hard disk meccanici, con capacità comprese tra 1.5 e 8TB. Non sono gli unici presenti nel data center, ma sono stati esclusi tutti quelli presenti in numero inferiore alle 45 unità perché non ritenuti statisticamente rilevanti. Per ognuno di essi Backblaze ha cercato di stabilire un grado di affidabilità memorizzando il numero di failure, intesi non solo come rotture fisiche ma anche corruzione logica. In pratica quando il disco viene sostituito perché non più riconosciuto dal set RAID, perché il suo stato SMART non è in salute o perché, semplicemente, smette di funzionare. Visto che ci sono vistose disparità nei numeri di esemplari per modello e che la ricerca è stata condotta su un sistema attivo e in crescita, in cui dischi vanno e vengono in continuazione, i dati sono stati normalizzati per fornire una più chiara percentuale di fallimenti su base annua.

backblaze-rotture

Nella ricerca di Backblaze non era presente alcuna indicazione sulla velocità di rotazione dei dischi, ma indagando più a a fondo abbiamo rilevato che in molti casi questa è inferiore ai classici 7200rpm che si usano in ambito desktop. Bisogna infatti considerare che le unità adatte per i NAS hanno caratteristiche diverse da quelle destinate ai desktop e più che il picco di velocità massima in queste situazioni contano altri fattori, come la silenziosità, il calore generato, il contenimento delle vibrazioni e, appunto, l’affidabilità. Ci sono poi altre eccezioni da considerare, perché in ambiti enterprise particolarmente esigenti si fa spesso utilizzo di SAS con dischi da 10k o addirittura 15k rpm, ma si tratta comunque di soluzioni particolari, poco diffuse ed estremamente costose, che non sono state prese in considerazione in questo studio. Inoltre alcuni di questi dischi sono ormai vecchiotti ed altri di difficile reperimento in Italia, vuoi per una questione di distribuzione che di accordi con gli OEM. Non ci ha comunque stupito vedere HGST in vetta alla classifica dei migliori – perché a seguito dell’acquisizione da parte di Western Digital sembra più specializzata in ambito professionale – con ben quattro modelli a 5700rpm al di sotto, o molto vicino, ad un tasso di fallimento annuo dell’1%. Nel leggere tali dati ci si potrebbe allarmare, ma bisogna tenere bene a mente che i dischi di Backblaze sono in funzione h24 per 365 giorni all’anno, per cui sono soggetti ad uno stress non paragonabile con quello che avrebbero nei nostri NAS d’ufficio o casalinghi. Consideratelo più o meno come un “crash test” automobilistico e non fate l’errore di tradurre un 1% di “fallimento” (che ricordo include anche le corruzioni logiche) in un qualcosa del tipo: ogni 100 di questi dischi 1 si rompe nel primo anno di utilizzo. Aumentando la velocità di rotazione notiamo che, in generale, le unità perdono anche in affidabilità, comprese quelle di HGST, che vedono incrementare un po’ la percentuale di danneggiamenti. Tra i suoi modelli ce n’è uno speciale impiegato in poche unità, l’Ultrastar He8, i cui piatti ruotano in atmosfera di elio, caratteristica che tuttavia non sembra affatto donargli un miglior grado di affidabilità. Tra i dischi che ci hanno stupito in positivo va menzionato quello da 6TB di Seagate, che nei tagli inferiori e negli anni passati non aveva brillato, portando Backblaze a dismettere completamente 4 modelli dai suoi sistemi. Però bisogna anche aggiungere che questi non erano stati scelti accuratamente, per così dire, tant’è che vi erano persino unità da 2,5″. Questo HDD più recente, invece, pur non essendo anch’esso specifico per NAS ed avendo velocità da 7200rpm e capienza elevata, per ora ha mantenuto un ottimo grado di affidabilità ed un buon numero di ore lavoro (in rete però non se ne parla un granché bene in relazione ad altri aspetti, tra cui la rumorosità).

Modello RPM % di Fallimento su Quantità Link
HGST HMS5C4040BLE640 (4TB) 5700 0,38% 3.091 Apri
HGST HMS5C4040ALE640 (4TB) 5700 0,79% 7.065 Apri
HGST HDS5C3030ALA630 (3TB) 5700 0,81% 4.552 Apri
HGST HDS5C4040ALE630 (4TB) 5700 1,03% 2.706 Apri
Seagate ST6000DX000 (6TB) 7200 1,42% 1.882
HGST HDS722020ALA330 (2TB) 7200 1,57% 4.264 Apri
HGST HDS723030ALA640 (3TB) 7200 1,71% 998 Apri
Toshiba MD04ABA500V (5TB) low spin* 2,05% 45 Apri
WDC(Red) WD40EFRX (4TB) 5400 2,14% 46 Apri
Toshiba MD04ABA400V (4TB) low spin* 2,21% 146 Apri
Seagate ST4000DM000 (4TB) 5900 2,90% 34.729 Apri
Seagate ST4000DX000 (4TB) 7200 2,95% 207
HGST HUH728080ALE600 (8TB) 7200 3,84% 45 Apri
Toshiba DT01ACA300 (3TB) 7200 4,22% 47 Apri
WDC(Red) WD60EFRX (6TB) 5400 5,71% 458 Apri
WDC(Red) WD30EFRX (3TB) 5400 6,74% 1054 Apri
Seagate ST31500541A5 (1.5TB) 5900 10,12% 45
WDC(Red) WD20EFRX (2TB) 5400 10,56% 133 Apri
*Toshiba non chiarisce precisamente la velocità dei dischi low spin

Oltre ai dettagli per singolo modello, è interessante guardare il grafico realizzato in base al produttore e che annovera i risultati dei fallimenti ottenuti dal 2013 al 2016. HGST si conferma in assoluto il più meritevole, con un livello elevato di sicurezza costante nel tempo. Ma anche qui la scelta in fase d’acquisto di Backblaze è stata determinante, perché se notate l’unità da 8TB e 7200rpm ha un tasso di rottura nettamente superiore (3,84%) ma che non inficia troppo sul risultato complessivo del brand in quanto presente in numero esiguo (45 unità).

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Seagate aveva iniziato terribilmente, ma come già anticipato molta della colpa è da imputare a Backblaze che non aveva scelto le unità più adatte per questo uso (forse avranno trovato dei grandi lotti particolarmente vantaggiosi economicamente). Infatti quando nel 2016 sono stati eliminati i vecchi drive, ecco che la situazione è immediatamente migliorata, seppure il risultato di HGST rimanga drammaticamente migliore. Con Toshiba e WDC la ridotta quantità di dischi in uso continuo influisce sull’attendibilità dei risultati, ma mentre con la prima si parla di soli 238 esemplari in tutto, Backblaze ha 1691 WD Red all’attivo, che nei vari forum online vengono considerati i migliori dischi per NAS che siano mai stati concepiti. Sicuramente sono buone unità e più adatte a questo impiego rispetto le controparti desktop in ambito SOHO, ma il tasso di fallimenti quando messi davvero sotto stress è decisamente deludente, rendendo WDC la vera pecora nera in questo specifico gruppo di esemplari.

Il grafico – e più in generale tutta l’analisi – può essere fuorviante se non ben interpretata, perché non sono stati comparati modelli di identica tipologia per i diversi brand e nemmeno in quantità equivalenti. I dati in sé, però, sono certamente utili se osservati con un occhio debitamente critico. La prima conclusione ovvia è che scegliere dischi da desktop per usarli all’interno di un NAS non è quasi mai una buona idea. C’è il caso di quell’unità di Seagate da 6TB che si sta comportando bene, ma è più salutare considerarla una eccezione. Il risultato di Western Digital va commisurato ad un numero non così elevato di esemplari, che potrebbero anche far parte di partite meno fortunate, ma c’era forse da aspettarsi di meglio considerando la nomea che le unità WD Red hanno nell’immaginario collettivo e nella quasi totalità di articoli che si trovano in rete. Sicuramente qui sono stati messi sotto stress più di quanto non avvenga di solito in un NAS casalingo o da ufficio, per cui nel rapporto qualità/prezzo non sono certo da scartare, ma la linea di Hitachi per NAS (che ricordo è di proprietà della stessa WDC), si comporta decisamente meglio. Peccato che in Italia siano davvero difficili da trovare oltre che costosi. Rimane in sospeso la valutazione per Toshiba, presa in esame con troppi pochi dischi ma con risultati mediamente decenti. Purtroppo, a quanto dice Backblaze, le è stato difficile acquistare grossi lotti dai distributori.

In conclusione da questa analisi abbiamo potuto osservare come vi siano produttori più affidabili di altri, ma è anche vero che ogni casa ha in catalogo dischi molto diversi tra loro e bisogna saper scegliere. È legittimo avere delle preferenze sui brand ma è importante cercare informazioni attendibili sul modello che intendiamo acquistare e non basarsi solo su quello che “la gente dice”. La tabella che abbiamo sopra pubblicato con i dischi ordinati per affidabilità può essere un primo ausilio per compiere una scrematura, ma non va considerata in modo troppo restrittivo. Forse è superfluo ribadirlo, ma è bene considerare che questo è solo uno spaccato di una realtà, quella di Backblaze, e non una ricerca condotta in modo rigoroso, dove per altro non sono considerati tanti aspetti, uno fra tutti la rumorosità del disco, che può essere determinante nella scelta in ambito domestico.

Simone Sala

Junior Editor - Appassionato di tecnologia, mi piace analizzarne sia gli aspetti tecnici che i risvolti sociali. Sono curioso per natura e cerco sempre di sperimentare le ultime novità in qualsiasi ambito. Collaboro con SaggiaMente dal 2016.

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