L’estenuante e infruttuosa ricerca di un set-top-box “pigliatutto”

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Lo streaming sta finalmente decollando anche in Italia, complici linee telefoniche in miglioramento e una maggiore disponibilità di servizi. Oggi è arrivato anche Amazon Prime Video, sebbene in una forma ancora primordiale, quasi da Beta oserei dire. Tuttavia, considerato che è incluso senza costi aggiuntivi nell’abbonamento Prime da 19,99 € l’anno insieme a svariati altri benefit, non ci si può lamentare granché. Abbinato a servizi come Netflix e Now TV può coprire una gran fetta del catalogo globale di cinema e serie TV; se poi si è pronti a sborsare davvero parecchio, si possono aggiungere pure altri fornitori come Chili, Infinity, TIMVision e Wuaki. Determinato il proprio budget economico e i contenuti d’interesse, però, il problema che sorge è un altro. Come e dove usufruire di questi servizi?

Sul fronte mobile bisogna dire che si è abbastanza coperti. Pressoché tutti i servizi, a partire dai tre principali, hanno compatibilità coi dispositivi iOS e Android oppure la stanno estendendo (Now TV ha da poco reso la sua app compatibile anche con iPhone). Anche se si guarda da computer non ci sono grossi problemi, a patto di non voler pretendere la visione con browser e/o distribuzioni Linux di nicchia. Il problema è quando si considera proprio l’opzione principale d’intrattenimento: il televisore. Dai 32″ in su, stando sui marchi principali, la compatibilità almeno con Netflix e Prime Video è garantita. Da questo punto di vista, in salotto con un LG webOS da 42″ sono a posto. Vivendo ancora dai miei, però, di rado ho quel televisore a disposizione e devo ripiegare su quello in camera. Qui la situazione si complica: per la conformazione della stanza, della mobilia e anche per la collocazione della presa antenna devo necessariamente “averlo piccolo”. Possiedo un TV Samsung da 19″, a cui è collegato un Now TV Box. Il televisore in sé, comprato ormai quasi 5 anni fa, non lo trovo male. Ovviamente non monta un pannello di fascia alta, tuttavia è 1080p e supporta anche le trasmissioni sul digitale terrestre in MPEG4 per i pochi canali che trasmettono in HD (non manca l’alloggiamento CAM, ma non avendo più da tempo Mediaset Premium è un pro che per me ha perso importanza). Si tratta però di un dispositivo vecchia scuola, privo di funzionalità smart.

La prima soluzione prospettatasi era quella di cambiarlo. In fondo non l’ho preso l’altro ieri, potrebbe starci l’avvicendamento. Se non fosse che il contesto smart TV da 22″ o inferiori è pressoché inesistente, con solo qualche Samsung del 2014 di scarsa disponibilità. Prenderlo già vecchio e senza la sicurezza che vi girino tutti i servizi cui punto, o che continuino a farlo nel lungo periodo, non è una valida ipotesi da considerare. A maggior ragione se si inseriscono nel contesto le normative inerenti al DVB-T2 con HEVC, prevedendo dal 1° gennaio 2017 la vendita di televisori già compatibili oppure da adattare con un decoder esterno. Ciò rende preferibile mordere il freno finché i produttori non forniscono un supporto integrato al completo anche nelle fasce basse di mercato e dimensioni. Mi tengo il 19″, dunque. Avanti le prossime opzioni: i set-top-box, prediligendo per questioni di tempo personale prodotti “chiavi in mano” piuttosto che quelli richiedenti smanettamenti, come Kodi o i mini-box con una versione generica di Android, dove spesso Netflix neanche funziona in HD se si punta al risparmio. Ho escluso anche i Chromecast e AirPlay, dato che richiederebbero la presenza a monte di un dispositivo che avvii (e nel caso di AirPlay elabori pure) lo streaming, cosa che non mi alletta per praticità.

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Quanto ho già a disposizione, ovvero il Now TV Box, non è idoneo allo scopo. Nonostante le sue origini Roku, Sky ha posto pesanti limitazioni sulle app disponibili, escludendo qualsiasi altro servizio di streaming. Nemmeno abilitando la modalità sviluppatore si possono scavalcare tali vincoli. La soluzione poteva a questo punto essere proprio quella di puntare proprio ai Roku. Purtroppo, nonostante alcuni modelli siano disponibili su Amazon Italia, anche con spedizione Prime e presa europea, il funzionamento dalle nostre parti è molto limitato e soprattutto non supportato ufficialmente dal produttore. Passiamo ancora oltre. Quale miglior occasione per pensare proprio ai Fire TV di Amazon? In Italia non sono disponibili, ma nel Regno Unito e in Germania sì, e dispongono pure di Netflix. Prenderlo in terra teutonica avrebbe peraltro il vantaggio di non dover ricorrere ad adattatori elettrici. Peccato che il colosso di Jeff Bezos si è fatto furbo e inibisce la spedizione nello stivale. Coinvolgere servizi dedicati di spedizione aumenterebbe costi e tempi; se a ciò si aggiungono le poche prove online in cui emerge come i Fire TV importati godano di un supporto precario qui, il gioco non varrebbe la candela. Addio a un’altra opzione.

Tocca alla Apple TV di quarta generazione. Una buona idea, all’apparenza. Peccato che Amazon non supporti lo scatolotto della mela a causa della solita ripartizione 70/30 dei ricavi generati dagli abbonamenti in-app. Vado su Android TV. Ufficialmente l’app Prime Video funziona solo sui televisori Sony dotati di tale piattaforma; al di fuori, il file presente su APK Mirror permette l’installazione su nVidia Shield TV ma chi poi nei forum italiani ha provato ad avviarla si è dovuto arrendere ai crash immediati. A parte che la stessa Shield TV ha davvero costi esorbitanti, probabilmente dovuti alla sua natura più orientata verso il gioco, da buona tradizione nVidia. L’apparato TIMvision, oltre a soffrire della stessa incompatibilità ufficiale, devo escluderlo per il suo legame alle linee fisse TIM, mentre in famiglia abbiamo contratto con un altro operatore.

Alla fine l’unica via che mi rimane sono le console, per cui non nutro molto entusiasmo. Non perché non mi piacciano dal punto di vista tecnologico, anzi, ne apprezzo gli sviluppi. Ma non sono un videogiocatore e risulterebbe una spesa in surplus rispetto le mie esigenze. PS4 Slim e Xbox One S, poi, per quanto ridotte nelle dimensioni non hanno comunque la stessa compattezza di un set-top-box alla Apple TV, cosa che va a mio sfavore avendo già accennato a spazi limitati. Tutti motivi per i quali infatti sono ben lungi dall’essere deciso all’acquisto. Quanto descritto rispecchia lo scenario in cui mi ritrovo, che però verosimilmente potrà riguardare parecchi altri.

La cosa triste è che di fatto questa situazione non l’hanno creata tanto i produttori di dispositivi, quanto i fornitori stessi. Se oggi Amazon avesse messo in vendita almeno i Fire TV Stick contestualmente al lancio italiano di Prime Video, o realizzato un’app per Apple TV lasciando al di fuori l’attivazione degli abbonamenti, tutto questo trambusto nella scelta non lo starei passando. La speranza è che, trattandosi di un lancio in sordina, nei prossimi giorni possa arrivare una campagna più corposa portando in dote pure i dispositivi. Ancor meglio per le mie tasche sarebbe stato se Sky avesse concesso maggior libertà d’uso sul TV Box, cosicché su un singolo dispositivo avrei avuto più opzioni di streaming. Sempre Sky/Now TV, inoltre, in Italia supporta molti meno dispositivi che in UK, rendendo d’obbligo impilare i set-top-box per avere tutto a disposizione. Insomma, fatte le reti, fatti i servizi, non è stata fatta ancora la compatibilità. Non che per tutti sia una condizione necessaria avere un dispositivo “pigliatutto”, dato che in base alle proprie scelte può pure essere sufficiente una soluzione più ristretta e al tempo stesso anche più economica. Per chi come me desidererebbe invece investire su un singolo prodotto in grado di avere accesso contemporaneo a più cataloghi di contenuti, auspico nel 2017 un supporto più esteso da parte dei provider.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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