Dieci anni di iPhone. Tim Cook: il meglio deve ancora venire

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A widescreen iPod with touch controls, a revolutionary mobile phone and a breakthrough internet communications device.

Furono queste le parole che pronunciò Steve Jobs sul palco del keynote del MacWord 2007, quando introdusse iPhone, poco prima di mostrarlo in tutta la sua meraviglia tecnologica al mondo. Già da parecchi mesi si vociferava sui lavori portati avanti da Apple nel settore della telefonia mobile, ma, all’epoca, la società non era così sotto i riflettori e la missione segretezza riuscì perfettamente. Solo John Gruber annunciò qualche ora prima dell’evento che iPhone avrebbe avuto un solo tasto, scatenando l’ironia del web. Al tempo era inconcepibile che uno “smartphone” potesse avere solo un pulsante, visto che, anche i palmari dovevano averne più di uno per funzionare.

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Il concepimento di iPhone passò prima da iPad: l’intenzione di Jobs (resa nota solo più avanti) era quella di creare un tablet innovativo, basato su schermi capacitivi e sulla tecnologia di FingerWorks, società acquisita qualche tempo prima e che si è rivelata cruciale nel settore della telefonia. Perché, nonostante sembra siano passati eoni, è opportuno ricordare che solo 10 anni fa chi fra noi aveva uno telefono avanzato aveva a che fare con Symbian S60, un vecchio BlackBerry o un altro di quei sistemi embedded che non ricorda più nessuno. Lo stesso Android, acquisito in quegli stessi mesi da Google, era poco più che un launcher Java open source che poteva essere controllato con tastiere estese come quella di Palm o dei Nokia, come il glorioso E62. I dispositivi più all’avanguardia erano forse i palmari Windows CE  dotati di display touch resistivi e pennini, ma con quella UI da desktop l’usabilità non era il massimo.

La leggenda vuole che Jobs, accortosi dei progressi sull’interfaccia per iPad, ne sia rimasto piacevolmente colpito, tanto che ben pensò di concentrare le energie su un dispositivo più piccolo e che potesse portare alla ribalta il concetto di smartphone, così come lo conosciamo oggi. All’annuncio di iPhone, che sarebbe stato commercializzato di lì a 6 mesi e senza possibilità di installare altre applicazioni (l’App Store avrebbe visto la luce l’anno seguente), i principali concorrenti di Apple sottovalutarono la portata dell’innovazione, ritenendo che un dispositivo del genere non avrebbe avuto una autonomia tale da arrivare a fine giornata e che, in tutti i casi, non sarebbe stato apprezzato dal pubblico per via dell’assenza di una tastiera fisica. Ballmer, l’allora CEO di Microsoft, era davvero convinto che non lo avrebbe acquistato nessuno…

Già dall’inizio della sua commercializzazione, iPhone aveva un destino ben delineato e negli anni successivi ha cambiato le sorti di diverse aziende, come l’allora leader Nokia che, proprio oggi, è rientrata nel settore smartphone con un cinafonino dalle dubbie qualità. Il merito di Apple è stato principalmente uno: innovare. Ha colto le potenzialità di tecnologie emergenti mettendole insieme in un modo diverso ed unico. Il miglior modo possibile, col senno di poi, visto che anche oggi non è cambiato poi tanto. A parte l’hardware, l’idea migliore è stata quella di considerarlo un computer da taschino ma di cucirgli addosso una interfaccia diversa da quella dei sistemi desktop, più semplice e pratica. Il secondo step importante è stato quello di capire che gli sviluppatori di terze parti avrebbero potuto essere una risorsa, tanto da arrivare a creare in pochi anni quella che oggi conosciamo come app-economy.

Oggi Apple celebra il compleanno di iPhone ripercorrendo tutte le tappe della sua evoluzione, cosa che ha portato anche alla commercializzazione di iPad e di Apple Watch, nonché alla progettazione della Touch Bar nei recenti MacBook Pro 2016. Come tutte le volte in cui ne ha la possibilità, Tim Cook ha dichiarato che l’iPhone ha ridefinito gli standard del mobile computing ma che il meglio deve ancora venire. Del resto, i rumor su iPhone 8 (o su come si chiamerà) puntano tutti nella stessa direzione: un iPhone totalmente rinnovato nel form factor e nei materiali, il vero salto generazionale che ci si attende da qualche tempo da Apple, ma, nonostante queste piccole e continue migliorie (che vengono alla mente solo se si ripercorre tutta la crescita di iPhone, altrimenti restano quasi impercettibili), pensando di aver avuto tutti gli iPhone dall’Edge agli attuali iPhone 7 Plus e iPhone SE (un vero e proprio gioiellino) non posso che augurar loro un felice compleanno.

Elio Franco

Editor - Sono un avvocato esperto in diritto delle nuove tecnologie, codice dell'amministrazione digitale, privacy e sicurezza informatica. Mi piace esplorare i nuovi rami del diritto che nascono in seguito all'evoluzione tecnologica. Patito di videogiochi, ne ho una pila ancora da finire per mancanza di tempo.

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