E anche oggi si torna a crescere domani. Non mi rivolgo solo all’iPad, ma all’intero settore tablet, che procede nel suo declino, in atto da svariati anni. Iniziando a guardare proprio da Apple, le stime freschi di IDC e Strategy Analytics, riportate da MacRumors, relative al quarto trimestre del 2016 lasciatoci ormai alle spalle mostrano una situazione che si potrebbe definire agrodolce.
La parte agra è il netto calo nelle unità spedite alla vendita rispetto allo scorso anno, già di suo un valore in sofferenza. Entrambe le società di analisi soprammenzionate riportano una discesa secca di 3 milioni di iPad, da 16,1 a 13,1 milioni. Quest’ultimo dato è quasi in linea coi risultati diffusi da Apple. I motivi non stanno in larga parte nei prodotti di sé, abbiamo già affrontato altre volte questo argomento: il ritmo di aggiornamenti software piuttosto prolungato fa sì che la vita media di un tablet sia ben più vicina a quella di un computer che a uno smartphone, portando molti utenti a ritardare quanto più possibile il ricambio generazionale. Per altri ancora è soprattutto un mero discorso funzionale, al di là degli update, finché il proprio iPad svolge adeguatamente i compiti richiesti non è necessario acquistarne uno nuovo. Lo stesso vale anche per altri marchi con lunga presenza nel settore, e non a caso l’altro grande player con dati in negativo è Samsung. Realtà che si sono affacciate invece da meno tempo come Huawei e Lenovo godono di un effetto alternativo ai “soliti nomi”, puntando molto sulle soluzioni 2-in-1, ma è difficile che con numeri globali in calo la loro crescita diverrà tale da insidiare il primo posto di Apple. Già, perché nonostante tutto l’azienda di Cupertino copre tra il 20 e il 25% del mercato, con l’acerrima rivale coreana a debita distanza.
Qui arriva la parte dolce: se si considera la fascia di mercato sopra i $200, parliamo di dominio incontrastato. L’iPad lì ha una quota dell’85%, lasciando agli altri contendersi la fetta rimanente. Secondo IDC, però, non è dovuto alla gamma Pro. A regalare questa supremazia alla mela ci pensano ancora gli iPad mini e l’ormai non più giovincello Air 2. Apple stessa avrebbe voluto ottenere di più per le sue ultime generazioni, dato che durante la sessione di domande e risposte che ha fatto seguito alla presentazione della trimestrale Tim Cook ha spiegato come ci sia stata una sottostima della domanda nel periodo natalizio. La situazione è però tornata sotto controllo, dando più ottimismo per il trimestre in corso. Il futuro riserva per l’ambito “cose entusiasmanti”, parola di Cook: speriamo che tra esse possa vedersi quel salto di qualità software di cui l’iPad Pro ha bisogno per distinguersi in maniera netta rispetto agli altri modelli, un Pro sia di nome che di fatto.