Samsung è stata multata dall’Autorità antitrust italiana per 3 milioni di euro per pratiche commerciali scorrette. Il provvedimento si basa su due presunte violazioni compute da Samsung riguardo le modalità con cui hanno pubblicizzato le proprie campagne promozionali, “caratterizzate dalla promessa della attribuzione di prodotti e/o rimborsi sul prezzo nel caso di acquisto dei beni pubblicizzati“. Dico presunte poiché Samsung sta già valutando il ricorso al Tar per opporsi alla sanzione comminatale.
Il procedimento era stato istruito in seguito alle istanze presentate da Federconsumatori di Palermo e dall’Unione Nazionale Consumatori che, per prime, hanno ravvisato gravi carenze informative riguardo le modalità con le quali potevano essere ottenuti i prodotti o i vantaggi promessi. Infatti, i consumatori erano tratti in inganno da messaggi pubblicitari che promettevano la consegna di un omaggio semplicemente in seguito all’acquisto di un determinato smartphone.
In realtà, da un lato l’iter era più che difficoltoso (soprattutto da chi non è abbastanza pratico degli strumenti informatici) visto che richiedeva la registrazione alla piattaforma Samsung People e l’invio di documenti che andavano ben oltre lo scontrino, come l’etichetta IMEI in originale e una dichiarazione del venditore che avrebbe dovuto ulteriormente certificare l’acquisto (con tutte le problematiche connesse alle compravendite online, come su Amazon).
Dall’altro lato, invece, fino al 15 agosto 2016, per poter partecipare alle operazioni a premi era obbligatorio fornire non solo dati personali che esulavano quelli necessari per i concorsi, ma anche il consenso al loro trattamento per finalità di marketing e di profilazione. La normativa sulla privacy (sia quella vigente che il regolamento europeo che entrerà in vigore dal maggio 2018) vieta, infatti, che il consenso sia richiesto come condizione per l’erogazione di servizi o di premi.
Samsung ha dichiarato di contestare integralmente il provvedimento e che lo impugnerà presso le sedi opportune, visto che si è “sempre adoperata per una gestione corretta ed efficiente delle proprie iniziative promozionali, al fine di tutelare i propri consumatori“, ma, stando a quanto emerso sino ad ora dalla stampa italiana, non può che, secondo me, sperare in una riduzione della sanzione.