Recensione: Creative iROAR Go, molto più di uno speaker

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Gettonatissimi anche come regali di Natale, gli speaker portatili hanno avuto grande successo negli ultimi tempi. Attualmente è probabile che in ogni famiglia ce ne sia almeno uno, generalmente di piccole dimensioni e poco potente. Avendone riconosciuto l’utilità, in molti cominciano però a ricercare qualcosa di più performante, concedendosi quindi di spendere un po’ di più. È proprio per questi utenti che Creative ha ideato l’iROAR Go, uno speaker Bluetooth dalle prestazioni interessanti che possiede diverse funzionalità che vedremo insieme.

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Il Creative iROAR Go ha la tipica struttura a parallelepipedo ma, a differenza dei prodotti simili, può essere utilizzato sia nella posizione classica (in piedi) che da sdraiato. La retina metallica ricopre due facce e ripara i tre driver anteriori che, sommati ai due radiatori passivi laterali, permettono una diffusione del suono notevole. Frontalmente c’è una prima fila di comandi mentre nella parte superiore troviamo altri controlli e, nascoste sotto una protezione di gomma, tutte le connessioni (ingresso per la ricarica, AUX, uscita USB, uscita micro-USB e il lettore micro-SD).

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Come facilmente intuibile dai LED frontali, è possibile ascoltare la musica da quattro sorgenti diverse: Bluetooth, AUX, USB e Micro-SD. Nonostante abbia utilizzato quasi esclusivamente la prima modalità, so che qualcuno apprezza ancora la possibilità di collegare il proprio smartphone via cavo oppure avere la musica all’interno del dispositivo grazie alla schedina (il lettore riconosce la musica in formato MP3, FLAC e WAV). Schedina che, una volta inserita, permette all’iROAR Go di diventare anche un registratore portatile utilizzando o il microfono incorporato (lo stesso che si utilizza nelle chiamate) o uno esterno collegandolo all’ingresso da 3,5mm. L’USB presente nella parte superiore può essere utilizzata sia per collegare una chiavetta per leggerne i file audio che per ricaricare un’altro dispositivo. Riassumendo il Creative iROAR Go è: uno speaker portatile con quattro sorgenti differenti, un registratore, un altoparlante per le chiamate e un power bank. Se tutto ciò non sembra abbastanza vi informo che si aggiunge anche la certificazione IPX6 (resistenza agli schizzi).

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Oltre a questo, Creative ci permette di personalizzare l’ascolto tramite tre modalità: base, “ROAR” e “Equalizer”. Nella prima l’audio è piatto, infatti tutte le frequenze vengono riprodotte senza particolari dominanze ricercando prevalentemente la fedeltà d’ascolto. Ma quando si vuole qualcosa di più? Ecco che vengono in aiuto le altre due. In particolare quando si preme il pulsante ROAR si percepisce immediatamente che qualcosa è cambiato: i suoni si riempiono, aumentano le basse e le alte frequenze come anche il volume. Sembra proprio di ascoltare della musica da un dispositivo diverso. Come immaginerete attivando l’equalizzatore è possibile dare una maggiore personalizzazione, sia applicando i vari preset installati che mettendo mano alla curva delle frequenze. Quest’ultima operazione può essere eseguita tramite l’applicazione Sound Blaster Connect (AppStorePlay Store) dove si possono anche disattivare i messaggi sonori (la voce che ci conferma la connessione o l’avviso di batteria scarica) e la modalità stand-by.

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Tutte queste funzioni sono inutili se non suona bene, ma non c’è nessun dubbio da questo punto di vista: i bassi sono sicuramente molto potenti e le loro vibrazioni vengono trasmesse sulla superficie cui è appoggiato. L’ho paragonato al JBL Extreme e quest’ultimo riesce a vincere sul Creative in termini di potenza, ma ricordo anche che costa di più e soprattutto è molto più ingombrante. L’iROAR Go rientra senza problemi nella categoria di speaker portatile che più fa apprezzare le basse frequenze. Non che le altre siano da meno ma, sopra un certo livello (e prezzo), la qualità attesa non può che essere buona. Non vi nascondo che preferisco tenere sempre la modalità “ROAR” attiva, con la quale si riesce a stupire anche il più scettico. Questa la trovo soddisfacente per quasi tutti gli stili musicali ma è da disattivare durante l’ascolto dei podcast, poiché i bassi risultano fin troppo enfatizzati.

L’utilizzo è abbastanza semplice: si capisce tutto quello che si può fare solamente guardando i comandi. Ci può essere un po’ di confusione nella parte superiore poiché ci sono due pulsanti “play/pausa”. Nulla di insormontabile: basta capire che quello sulla destra si utilizza soltanto per sorgente Micro-SD. Un ulteriore appunto riguarda l’autonomia della batteria che dovrebbe essere di 12 ore. Io ho ottenuto un massimo di 6/7 ore di riproduzione continua (connessione Bluetooth e volume a metà o inferiore) che mi sembrano fin troppo poche rispetto al dichiarato. Abituato a quella ottima del piccolissimo MUVO 2 (recensione), mi aspettavo qualcosa di più.

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Conclusione

Tirando le somme non posso che essere soddisfatto. Il Creative iROAR Go ha una qualità dell’audio decisamente superiore agli speaker di fascia medio/bassa e la modalità “ROAR” lo differenzia ancora di più. L’unica vera nota negativa rimane l’autonomia che mi sembra un po’ bassa, forse è un difetto del nostro campione ma non posso esserne certo. Il prezzo di 199,99€ è giustificato dalle varie funzionalità che possono rispondere ottimamente a chi cerca un prodotto in grado di fare praticamente tutto. Se anche voi ricercate queste caratteristiche, l’iROAR Go è quello che fa per voi.

PRO
+ Ottima qualità audio
+ Modalità ROAR
+ Dimensioni contenute (in rapporto alla potenza)
+ Numerose funzioni

CONTRO
+ Autonomia non eccelsa

Matteo Arone

Special Editor - Sono uno studente di economia con la passione per la fotografia e la videografia. Mi piacerebbe essere un'artista ma per ora cerco di essere creativo.

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