Android O Spoiler: le altre novità di cui Google non ha parlato

Nelle scorse ore ci sono stati vari annunci interessanti sul fronte tecnologico, inclusa la presentazione ufficiale di Android O da parte di Google. Delle principali novità, almeno per il momento soprattutto lato sviluppatore, abbiamo già parlato nel precedente articolo a riguardo. Tuttavia, come da tradizione, grattando sotto la superficie si scoprono tante altre modifiche, più o meno rilevanti, destinate nei prossimi mesi a debuttare pubblicamente sui dispositivi supportati (ricordiamo quali saranno lato Google: Nexus 5X/6P/Player, Pixel/Pixel XL/Pixel C; gli altri OEM seguiranno al solito percorsi separati) e che meritano senz’altro un approfondimento più mirato.

Purtroppo la forma in cui da Mountain View hanno deciso di rilasciare questa prima Developer Preview non ci consente di provare direttamente la nuova versione: non è previsto un canale OTA di sviluppo, come avvenne per Nougat, ma occorre procedere al flash di un’immagine scaricata dal sito ufficiale. Essendo il flashing un’operazione laboriosa, richiedente collegamento diretto a un computer e che azzera i dati presenti sul dispositivo, non è per noi praticabile tanto per motivi di tempo nei preparativi quanto di dispositivi stessi. L’unico idoneo risulta essere il Pixel di chi vi scrive, ma essendo anche il mio smartphone principale non posso purtroppo coinvolgerlo in un’operazione del genere e dovrò pertanto attendere la fase Beta prevista per maggio. Ciò impatta anche la consueta serie di Spoiler, che di fatto si ridurrà per ora a uno solo e basato necessariamente su una fonte terza, nello specifico gli ottimi “feature spotlight” realizzati da AndroidPolice.

Se con Nougat è occorso all’app Impostazioni quello che in termini automobilistici si definirebbe un “restyling di mezza età” (in fondo manteneva ancora parecchie similitudini con l’omologa di Lollipop e Marshmallow), con O arriverà la nuova generazione. Aspetto chiaro, una migliore organizzazione delle categorie e una generale semplificazione degli elementi grafici volta alla pulizia. Dopo appena un rilascio fa il suo addio il cosiddetto menu hamburger, che sull’attuale versione si richiama dal pulsante in alto a sinistra; come giustamente osserva AndroidPolice nella sua analisi alla fine non si è rivelato così utile e non ha apportato un vero miglioramento di efficienza nello spostarsi tra le varie sezioni. Non mancano novità nemmeno sul piano funzionale.

In un altro spotlight, tra le impostazioni dedicate allo schermo è emersa la possibilità di cambiare temi. Se avete utilizzato un dispositivo con una variante molto personalizzata di Android, come quelle di Huawei o di Samsung, ma anche ROM personalizzate vi sarete già imbattuti in un supporto del genere. In via ufficiale la versione stock del sistema non ha mai offerto questa possibilità ed è la prima volta che Google vi si apre esplicitamente. Per ora non è nulla di trascendentale: gli unici due temi, almeno sui Pixel, sono quello di default (chiamato, appunto, “Pixel”) e uno che dovrebbe invertire le tonalità di vari elementi di sistema. La sola area in cui il cambio di tema ha effetto è quella delle notifiche e delle impostazioni rapide, il che indica uno sviluppo piuttosto inferiore ad altre funzionalità implementate. Il rischio maggiore, in tal caso, è che come già avvenuto nei precedenti rilasci gli ingegneri software di Big G possano decidere per rimuoverla in una delle prossime Preview.

Con maggiori probabilità di sopravvivenza, non fosse altro che è una delle feature storiche su iOS sin dalla prima versione e sinora Android stock l’aveva ignorata, è invece la seconda nuova impostazione, dedicata ai badge sulle icone per gli elementi non letti. Quando verrà adottata dagli sviluppatori, sia delle app sia dei launcher, essa permetterà di notificare sull’icona del software di riferimento il numero di novità ricevute dall’ultima apertura/lettura, proprio come già avviene sul sistema operativo mobile Apple. Se tra i dev probabilmente Google ne incoraggerà l’uso, gli utenti finali potranno invece decidere in tutta libertà di farne a meno, o tenerle caso per caso (ad esempio solo per mail e messaggi, ma non per i social), attraverso uno specifico selettore, come mostra la schermata soprastante.

La terza impostazione ritoccata drasticamente, infine, è relativa all’installazione di app provenienti da sorgenti esterne al Play Store. Fino a Nougat bastava spostare un selettore sulla posizione attiva per consentirlo, con O bisognerà invece dare singolarmente tale possibilità ad ogni applicazione in grado di scaricare file APK, a partire dai browser. Se gli utenti più smaliziati potrebbero considerare tale mossa come un ulteriore deterrente a fare a meno dello Store, in un contesto generale appare invece una soluzione molto sensata poiché la necessità d’impostazioni singole riduce i potenziali abusi da parte di app nocive, dal momento che l’utente verrebbe notificato del loro tentativo di installare “accessori” indesiderati e negherebbe subito il consenso.

Ci sono volute otto versioni principali di Android, ma finalmente verrà aggiunta la possibilità di aggiungere in modo comodo e rapido suonerie personalizzate. In fondo alla schermata di selezione sarà presente un pulsante apposito, che rinvierà al file manager per scegliere il file audio. Un’opzione che già prevedono da tempo vari firmware alternativi, mentre su Android stock l’unica via sino a Nougat è quella di caricare le suonerie desiderate in cartelle specifiche di sistema affinché vengano rilevate e rese disponibili da selezionare.

La quinta ed ultima novità nelle impostazioni potrebbe non essere altrettanto positiva come le altre: come si può vedere, l’area dedicata al grafico dei consumi della batteria ha perso la suddivisione per app, che ora vengono raggruppate in una voce unica. Questa scelta rischierà di causare qualche difficoltà agli utenti in casi di consumi anonimi, che su Nougat e inferiori sono in grado invece di vedere quanta energia raccatta ogni singola app utilizzata e individuare quella troppo esosa. Potrebbe anche trattarsi di un bug, come suggerisce AndroidPolice, ma pensando ai nuovi limiti automatici previsti per l’esecuzione di programmi in background è lecito pensare si tratti di una scelta “by design” da parte di Google, indicando ulteriormente come si aspetti uno stretto rispetto delle regole da parte degli sviluppatori.

L’anno scorso, con Nougat, è emersa la presenza effettiva di due applicazioni per la gestione dei dati sul dispositivo: una è Download, accessibile direttamente dal launcher, e l’altra è File, che invece risulta nascosta nelle impostazioni. Con O, Google ha capito che tale ridondanza non è necessaria e all’utente si presenterà una singola app File. Oltre all’aspetto grafico rivisto, non ci sono cambiamenti funzionali considerevoli rispetto all’attuale soluzione, se non un’aggiunta di una scorciatoia rapida proprio per la cartella Download e un’opzione “Apri con” alla pressione prolungata dei file.

Tornando alla scheda delle notifiche e delle impostazioni rapide già citata più sopra, Google vi ha eseguito svariati interventi. Uno di quelli principali è stato presentato in via ufficiale, ovvero le notifiche suddivise per canali. Riportiamo qui la porzione a riguardo dall’articolo principale su Android O:

Più curiosa è la seconda novità che porterà Android O, inerente le notifiche. Oltre a migliorie generali nell’estetica e nel raggruppamento per app, vi sarà un’ulteriore forma di organizzazione per genere, suddividendole in canali dedicati. Si potranno scegliere le categorie di cui mostrare in modo prioritario le notifiche, diminuendo d’importanza o bloccando del tutto quelle non di proprio interesse. Non sarà un’implementazione automatica di sistema, ma dovrà essere l’app a volerla supportare in modo esplicito. Come suggerisce l’esempio soprastante, una tale forma di raggruppamento sarà soprattutto sfruttata da app come quelle di notizie, ma anche da altre che in fondo già hanno adottato internamente il concetto dei canali, come Slack.

Avevamo appunto citato migliorie generali nell’estetica, e ci sono state. Si tratta di tocchi molto misurati, ma piacevoli all’occhio, come il carattere più pulito per data e ora o la presenza anche nella visuale compatta delle icone di stato per reti e batteria (qualcosina da discutere ci sarebbe invece sull’allineamento orizzontale degli elementi, ma trattandosi solo della prima Developer Preview rimandiamo alla versione finale le eventuali rimostranze). Il comportamento dei toggle rapidi è stato inoltre rivisto affinché le loro opzioni aggiuntive vengano svelate premendo non sull’icona ma sul testo loro sottostante, evitando così potenziali disattivazioni involontarie. Un’altra aggiunta riguarderà la possibilità di ritardare le notifiche ricevute fino a un’ora dopo, non troppo dissimile da ciò che permettono varie app di posta elettronica coi singoli messaggi. Alle notifiche di tipo non rimovibile, invece, verrà destinato un layout più compatto dando così più visibilità alle altre. Sarebbero occorse modifiche pure alla modalità di visualizzazione tramite Ambient Display, ma al momento non vi è molta chiarezza in merito a causa di un potenziale bug che le renderebbe anzi molto peggiorative rispetto alla situazione attuale su Nougat.

Ci sono altre due piccole modifiche estetiche da segnalare. La prima è lato launcher. Quando si richiamerà l’elenco delle app installate i pulsanti di navigazione invertiranno la loro tonalità al fine di migliorare la loro visibilità nello sfondo chiaro sottostante. La schermata è stata catturata su un Pixel, ma il cambiamento ha trovato riscontri pure sui Nexus nonostante i pulsanti continuino ad avere solo il bordo senza alcun riempimento.

La seconda porterà con sé anche una miglioria funzionale. Il classico selettore circolare per impostare l’orario negli eventi del calendario e in altre app potrà essere rimpiazzato all’occorrenza da campi manuali di testo premendo il tasto in basso a sinistra nel pop-up, a tutto vantaggio degli utenti che preferiscono controlli più precisi e immediati.

Segnaliamo in conclusione le modifiche inerenti l’area più sperimentale di Android, ovvero il cosiddetto sintonizzatore dell’interfaccia utente, nascosto di default. Nell’immagine soprastante è visibile l’aggiunta di pulsanti opzionali al classico trio di navigazione. Uno a sinistra e uno a destra, portando quindi il totale massimo a 5. Potranno essere programmati per svariate funzionalità rapide, alcune già proposte direttamente dal sistema in fase di scelta (ad esempio, un pulsante per incollare contenuti tagliati/copiati), altre ottenibili dall’utente inserendo un codice a due cifre da questa lista. Inoltre, sono stati aggiunti alcuni layout per ottimizzare l’uso a una mano oppure per modificare la visuale della barra di navigazione in una leggermente più compatta.

Sempre nel sintonizzatore, un simile livello di personalizzazione verrà concesso anche per la schermata di blocco, dove le due azioni rapide predefinite agli angoli per la ricerca vocale e la fotocamera potranno essere sostituite o rimosse del tutto. L’ultima variazione da citare riguarda l’opzione per mostrare la percentuale residua della batteria anche quando non è sotto carica, che sarà collocabile solamente affianco all’icona e non anche al suo interno come in Nougat e precedenti.

Questi sono sinora i ritrovamenti secondari resi noti, ma senza ombra di dubbio nel corso delle prossime ore ne usciranno svariati altri e nell’eventualità aggiorneremo questo articolo in accordo. Ci sarebbe piaciuto parlarne con schermate di nostra produzione e sulla base di prove dirette, ma purtroppo per la situazione descritta a inizio articolo non è stato possibile fare altrimenti rispetto a quanto sopra. Speriamo comunque di aver dato una buona idea di (parte di) ciò che Android O porterà.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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