L’interesse di Apple per la realtà aumentata è stato più volte rimarcato da Tim Cook durante alcune call per i risultati finanziari trimestrali e alcune interviste. Un report di Mark Gurman di Bloomberg, riportato anche da MacRumors, fa un po’ di luce su ciò che il giornalista definisce come la “Apple’s next big thing“. Il team che sta progettando la tecnologia alla base dell’AR di Cupertino unisce le forze dei veterani hardware e software con quelle di talenti provenienti da eccellenze del settore dell’intrattenimento. Infatti, lo staff è guidato da Mike Rockwell, ex Dolby, ed è composto anche da Yury Petrov ex di Oculus, Avi Barzeev, proveniente dal gruppo dietro le Hololens di Microsoft, Cody White, ex del progetto per la realtà virtuale di Amazon, e Tomlinson Holman da Lucasfilm. Inoltre, non mancano i talenti ex di Weta Digital, società specializzata in effetti speciali e animazioni 3D per film come la trilogia de Il Signore degli Anelli e di Avatar.
Gran parte del team, invece, è costituito da ingegneri specializzati in fotocamere e ottiche, oltre a persone esperte in materiali per occhiali. Già, proprio gli occhiali: l’intento di Apple è quello di replicare, in qualche modo, la strada già intrapresa con Apple Watch, creando un accessorio che possa essere indossato ed iPhone dipendente e, ovviamente, bisognerà convincere gli utenti ad indossarli. Proprio per questo, è molto probabile che gli occhiali potranno essere presentati come accessori fashion. Gli Apple Glasses, inoltre, avranno un loro sistema operativo (glassesOS?), sempre derivato da iOS e che punterà soprattutto sull’ottimizzazione dei consumi energetici, visto che la batteria dovrà essere integrata nella sottile montatura.
Il buon Gurman, inoltre, riferisce che la realtà aumentata potrebbe fare capolino anche in iPhone, consentendo all’utente di scattare fotografie e di modificare successivamente la profondità degli oggetti ritratti o, ancora, il verso in cui è rivolto il viso di una delle persone ritratte. Apple, quindi, sembra voler puntare tutto sull’AR che sulla VR, sia perché il mercato sembra più orientato sulla prima (basti pensare al successo di alcune app come Pokémon Go) che sulla seconda, visto che l’interesse per i visori sembra scemare rapidamente, anche a causa dei prezzi elevati e della mancanza di contenuti, limitati sino ad ora ai videogiochi.