Tim Cook agli azionisti Apple: faremo di più nell’area Pro

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Nella giornata di ieri si è tenuta la conferenza annuale tra Apple e i suoi azionisti. Questo ritrovo si concentra prettamente sugli aspetti finanziari e operativi dell’azienda, mettendo ai voti sia l’elezione del consiglio d’amministrazione (riconfermato in blocco quello già presente) sia altre proposte avanzate dalle parti coinvolte. Come ha tenuto a ricordare Tim Cook in apertura, la conferenza di quest’anno ha un sapore particolare perché rappresenta il passaggio di testimone, dalla Town Hall degli uffici di One Infinite Loop allo Steve Jobs Theater del nuovo Apple Park che aprirà da aprile. Nonostante il focus principale non fosse tecnologico, l’amministratore delegato si è reso disponibile a una sessione di domande e risposte su vari ambiti.

Chiamato a commentare il ritorno dell’iPhone ad ottimi risultati di vendita, diventando addirittura lo smartphone più venduto al mondo nel 2016, Cook ha rimarcato la soddisfazione per quanto ottenuto, ma aggiungendo che lo scopo principale è di offrire il miglior dispositivo e non di venderne quante più unità possibili. Ovviamente, l’avverarsi di entrambe le situazioni è il meglio che Apple potesse aspettarsi. Sempre a proposito di smartphone, un’azionista ha fatto la curiosa richiesta di un “super smart dumb phone” dalle forme tondeggianti, con funzionalità di navigazione e maggiore autonomia rispetto l’iPhone. Il buon Tim si è prestato al gioco, rispondendo che non è sicuro Apple intenda realizzare un prodotto del genere.

Altri punti toccati sono stati le AirPods (recensione) e l’Apple Watch. Per le prime, Cook le ha definite addirittura un «fenomeno culturale». Forse un’affermazione esagerata, ma con un fondamento reale: le vendite stanno andando molto bene. Per reggere la domanda di auricolari senza fili Apple ne ha elevato la produzione tanto in quantità come in velocità. Lo smartwatch di Cupertino ha invece assistito al suo miglior trimestre dal lancio. Passando ai servizi digitali, il CEO ha paragonato la loro performance a quella che avrebbe se fossero in un’azienda separata, sostenendo che rientrerebbe tranquillamente nella classifica delle migliori 100 stilata dalla nota testata Fortune. Apple Music di suo ha oltre 20 milioni di abbonati e altri incassi derivano dal ruolo d’intermediario effettuato quando la sottoscrizione a servizi terzi come Netflix avviene nella modalità in-app. Così facendo, l’azienda è in grado di servire contenuti digitali propri e non a ben 150 milioni di utenti.

È nei Mac dove si trova una nota un po’ più dolente. Alla domanda sull’impegno profuso da Apple verso la fascia di mercato Pro, Cook si è genericamente limitato a rassicurare che per la società tale utenza rimane molto importante, soprattutto quella operante in ambiti creativi come la produzione multimediale, e che verrà fatto di più in termini di prodotti. Una promessa già fatta qualche mese fa, in attesa di un riscontro pratico nei prossimi mesi. Infine, sull’ipotesi di un Mac con schermo multitouch che apra a una convergenza col mondo iPad, viene reiterata la scelta di mantenere distinte le categorie. Fonderle porterebbe ad “annegare” due dei principali punti di forza: la semplicità degli iPad e la potenza dei Mac. Nonostante verranno aumentati gli sforzi per rendere i tablet sostituti ideali dei computer Windows tradizionali, Tim garantisce che non si pesteranno i piedi coi Mac ancora per tanto tempo, con sospiro di sollievo da parte di quegli utenti poco favorevoli a una iOS-izzazione.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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